Savona con lo strozzo – dal top nel 1500, alla distruzione, alla modesta rinascita
di Paolo Forzano

Mario Carrara su Trucioli.it, del 20 NOVEMBRE 2025 col titolo: “La catastrofe della mobilità. L’isolamento del Ponente ligure si risolve se saremo accorpati al Piemonte. O meglio al Principato di Monaco”.
Pone un problema in tutta la sua tragica verità!
Il perché siamo in queste condizioni non lo dice, ma lo dico io: Genova ci strangola, strangola le nostre attività economiche, strangola la nostra “mobilità” impedendo uno sviluppo indispensabile e necessario delle nostre infrastrutture.
Per qualsiasi attività è necessario avere strade, autostrade, ferrovie, aeroporti, internet veloce a disposizione.
Nel ponente ligure come siamo messi?
Strade:
– A10 – Ventimiglia Savona al collasso
– A10 – Savona Genova al collasso
– A6 – Savona Torino 1 corsia per senso di marcia fino a Ceva, ore 22-06 chiusa
– SS 29 – del Colle di Cadibona in pessime condizioni
– SS 28 – Variante di Pieve di Teco-Ormea con traforo di valico Armo-Cantarana – campa cavallo
– SS 28 – adeguamento Imperia Ceva – non se ne parla
– SS 334 – adeguamento Albisola-Sassello – non se ne parla
– SP 57 – adeguamento Varazze-Casanova-Alpicella-Stella S.Martino – non se ne parla
– SS 1 – Aurelia bis – Albisola Savona-Ricci – una strada praticamente inutile, di scarsissimo senso
– SS 1 – Aurelia bis – Savona-Ricci al casello Savona Vado – ancora più inutile – 5 km tutti in galleria!
– connessione col porto di Savona? SS1 dal punto più a nord di corso Ricci? ma che stiamo a fare!
Ferrovie:
– Savona Torino – 3 ore di viaggio per 140 km – ferrovia della disperazione
– Savona Alessandria – meglio andare in auto
– Savona Genova – causa metro realizzata a Genova sulla ferrovia tempi molto allungati rispetto 60 anni fa
– Savona Ventimiglia – linea in via di smantellamento con la scusa del doppio binario
nel ponente da Savona a Ventimiglia si punta ad una stazione ogni 6,5 km
mentre da Brignole a Spezia esiste una stazione ogni 2,1 km
Aeroporti:
– Albenga – Ha funzionato solo quando l’on. Claudio Scaiola era Ministro, con un unico volo Albenga-Roma e ritorno.
Attualmente è un aero-morto!
Internet veloce:
– non esiste quì!
E’ colpa di Genova?
Se vediamo quanti progetti ha fatto Genova sulle infrastrutture (gronda, accesso porto, tunnel sottoporto, terzo valico, nodo FS Genova, nuove stazioni FS, nuova fiera mare, porti turistici Pra, Nervi, aeroporto, porto antico, P porto antico, fiera, nuova stazione marittima edificio “Hennebique” ex Silos Granario Genova, raddoppio edificio aeroporto, nuovo accesso da A10 a porto Voltri,….) il paragone è assai misero!
Direi che Genova ha lavorato molto, a casa sua!
Ed allora alla domanda “E’ colpa di Genova?” che rispondiamo?
Un aiuto a rispondere: ricordiamo che per le Colombiadi 1992 non arrivò un quattrino a Savona, mentre arrivarono quattrini a Brescia?
Ebbene la risposta è sì! La colpa è di Genova!
Intesa come Regione Liguria che pensa troppo a Genova e molto poco al ponente ligure. Regione Liguria e Città di Genova spesso operano come fossero la stessa cosa! E’ pur vero che la città di Genova rappresenta il 50% dei cittadini liguri: ma c’è un limite!
Peraltro bisogna ammettere una “grossa colpa“: il ponente ligure, e specialmente il savonese, ha avuto uno scarso peso nella politica regionale e nazionale. Savona quanto conta? Savona quanto alza la voce? Savona quanto propone?
Qualche osservazione!
“Savona ed il savonese” “accettano” progetti assurdi come l’Aurelia bis Albisola-Savona (finanziata paradossalmente come connessione porto-autostrade) mentre sposta il traffico in cima a corso Ricci, notoriamente fuori tiro! Siamo dalla parte opposta al porto! Ma i politici lo sanno, vien da chiedersi? Vivono quì? Conoscono i bisogni?
“Savona ed il savonese” “accettano” progetti assurdi come lo spostamento a monte della ferrovia, con la distruzione del servizio ferroviario. Scusante il doppio binario! Balle! In parte c’è già, il doppio binario! Ed il servizio alla popolazione serve se si raggiunge dove la gente abita! Il centro città, e non le pendici del monte!
“Genova” ha scippato il governo dell’Ente Porto Savona e la Camera di Commercio. Non ha scippato l’Unione Industriali, evidentemente per scarso contenuto!
E’ chiaro che meno il territorio savonese è appetibile più risalta l’appetibilità di Genova!
Chiediamo a Google, che con l’AI è diventato più intelligente: “Liguria ponente annessa Piemonte“.
Ecco il responso Google:
La Liguria, inclusa la sua parte occidentale (Ponente), fu annessa al Regno di Sardegna (Piemonte) nel 1815, in seguito al Congresso di Vienna.
Prima di questa annessione, la Liguria era un’entità statale indipendente (la Repubblica di Genova), che era stata precedentemente trasformata nella Repubblica Ligure sotto l’influenza napoleonica e poi annessa direttamente all’Impero Francese.
L’annessione al Piemonte non fu un evento spontaneo, ma una decisione delle potenze europee riunite a Vienna dopo la caduta di Napoleone. Questa imposizione fu generalmente accolta con “odiata annessione” da parte dei genovesi, che persero la loro secolare indipendenza come Repubblica.
Nel corso del tempo, in particolare intorno al 2011 durante i dibattiti sulla revisione delle province italiane, ci sono state occasionali proposte e discussioni, soprattutto nel Ponente ligure (province di Savona e Imperia), sull’opportunità di una unione amministrativa (vedi proposta Angelo Viveri allora sindaco del Pci) o di maggiori legami con il basso Piemonte (in particolare con Cuneo), a causa di storiche affinità culturali e interessi economici.
E il Ponente ligure chiede l’«annessione» a Cuneo
Niente Genova. E i sindaci: meglio unirci a Nizza o al Piemonte, siamo simili.
Fine Google.
Ed ancora Angelo Vaccarezza:
– 17 agosto 2011 all’epoca Presidente della Provincia di Savona:
«Se ci devono impiccare vogliamo almeno scegliere noi a quale albero», dice il presidente della Provincia di Savona Angelo Vaccarezza, Pdl.
Insomma, impiccateci a Cuneo e magari a Nice, Costa Azzurra. Ma a Genova no.
Vaccarezza, assieme al suo omologo della Provincia di Imperia e ai sindaci dei principali Comuni del Ponente ligure, Sanremo, Imperia, Ventimiglia, Finale e Loano, ha firmato un documento con cui chiede al governo, in caso di cancellazione delle due Province, di indire un referendum per essere «annessi» a Cuneo e – «è un nostro vecchio sogno», chiosa Vaccarezza – a Nice-Nizza, che «è territorio italiano e ligure da sempre».
Gli amministratori (Pdl) si ribellano all’ipotesi di una sola Provincia, a Genova: “Uno fa l’uomo di partito, – dice Vaccarezza – ma quando è troppo è troppo”.
“La manovra è da delirio: ci vogliono sciogliere nell’acido e noi diciamo no. La presidente della Provincia di Cuneo, Gianna Gancia (ora ex) è disponibile a fare blocco con noi».
Nizza, però, è in Francia: «Abbiamo più cose in comune con la Costa Azzurra che con Genova» è la risposta. L’idea è creare una macroprovincia delle Alpi Marittime a cavallo fra Italia e Francia: «Genova è diversa da noi per aspetti economici, culturali, turistici», dicono i ribelli.
Referendum quindi, e «il governo rispetti la decisione dei cittadini».
Fine Vaccarezza.
Vaccarezza scaltro politico Ligure di Ponente …….che però ha lasciato perdere questa ipotesi!
Da: Giovanni Assereto “La Liguria occidentale al tempo di Napoleone”
Certo, quell’agricoltura aveva bisogno di incoraggiamenti, quelli appunto che il vecchio governo genovese aveva sempre fatto mancare.
Ci volevano opere pubbliche, sistemazione di corsi d’acqua, soprattutto strade.
Le strade interessavano molto all’Imperatore per motivi strategici, ma su di esse oltre alle truppe potevano transitare le merci, il che consentiva di valorizzare le produzioni agricole e manifatturiere della zona.
La politica stradale francese nella Riviera di Ponente fu un fatto nuovo, rivoluzionario rispetto al passato. Contemperando le esigenze del governo e quelle delle popolazioni locali vennero stesi grandiosi progetti che comprendevano la realizzazione di una grande via litoranea (corrispondente all’attuale Aurelia) e di alcune direttrici in grado di collegare la costa con l’entroterra, prime fra tutte la Savona-Alessandria, la Savona-Torino e la Porto Maurizio-Torino, ma anche strade minori da Albenga, Loano e Finale.
Lo scopo era chiaro: «Far partecipare il Piemonte ai vantaggi della navigazione, procurare alla Liguria l’abbondanza delle fertili pianure d’Italia, facilitare gli scambi dei prodotti costieri con le derrate dell’interno, favorire lo sfruttamento del legname da costruzione».
Fine Assereto.
Mi pare che, ed Assereto lo dice chiaramente, Genova non ha mai amato il riottoso ponente, specie Savona!
Facciamo un salto indietro nel tempo!
(da Wikipedia)
L’apice della fioritura economica avvenne nel periodo in cui vennero eletti al soglio pontificio i Papi della famiglia Della Rovere, Sisto IV (1471-1484) e Giulio II (1503-1513), che sostennero la città con generose donazioni ed oggi è ricordata anche per vedersi attribuito il nome di Città dei Papi. Sisto IV fu il promotore della Cappella Sistina (una seconda Cappella Sistina si trova nella stessa Savona, mausoleo dei genitori del papa), mentre Giulio II fu mecenate di Michelangelo e Raffaello ed inoltre sotto di lui iniziarono a prestare servizio le Guardie svizzere, la cui divisa reca ancor oggi l’emblema roveresco savonese.
Nella seconda metà del ‘400 inoltre la famiglia Colombo andò a risiedere a Savona e vi aprì una piccola attività (commercio di vino e lana). Nel 1494 Cristoforo Colombo, battezzò l’isola Adamanay la “bella Savonese“.
In questo periodo fu anche attiva una importante zecca che batté moneta per circa 200 anni, dai primi anni del 1300 fino al 1528 (Savona ottenne il diploma per la battitura di moneta dall’Imperatore Ludovico IV detto Il Bavaro nel luglio 1327). Furono emesse monete di tutti i più importanti tipi dell’epoca, dalle monete d’oro a quelle d’argento fino alla moneta piccola in mistura e rame.
Le lotte con Genova si conclusero tragicamente per Savona nel 1528, con la definitiva conquista da parte di Andrea Doria e Antoniotto Adorno. Ciò comportò, oltre a numerose vittime, la distruzione dell’antichissima acropoli con annessa la Cattedrale di Santa Maria di Castello e diversi edifici civili e religiosi, nonché la maggior parte delle torri delle famiglie patrizie.
Il disastro economico si ebbe però con l’interramento definitivo del porto che si stima fosse stato nel primo Trecento fra i primi 5 del Mediterraneo per capacità ricettiva di grandi navi mercantili.
Al posto del 21% circa del tessuto urbano cittadino, smantellato pietra su pietra e riutilizzato per l’interro del bacino portuale, venne costruita la maestosa fortezza del Priamar, sui ruderi dell’antico Oppidum romano.
(fine da Wikipedia)
La conquista di Savona da parte dei genovesi innescò una grande crisi economico-demografica: gli abitanti calarono in breve tempo da 20.000 a 6.000.
(da Comune Savona)
Nel 1794, quando le truppe francesi entrano in Liguria e combattono contro l´esercito austro – sardo, Savona diventa subito un centro nevralgico delle operazioni.
Nel 1796 Napoleone Bonaparte assume il comando dell´armata d´Italia ed nel palazzo vescovile, il proprio quartier generale.
Con l’occupazione napoleonica Savona inizia un’altra rinascita economica basata sul porto.
(fine da Comune Savona)
(da Libero digiland)
Questo periodo della repubblica francese porta a un risorgimento culturale, economico della città, grazie alla presenza del conte Chabrol, che diventa prefetto del dipartimento di Montenotte, un territorio molto ampio che comprendeva Sassello, Spotorno, Cogoleto, Porto Maurizio, Ceva, Mondovì.
Chabrol rimane a Savona dalla fine 1700 fino al 1812 e si da molto da fare per porre mano ad un risorgimento civile ed economico di Savona. Pensa al porto e incomincia a far svuotare dalla sabbia e dalla terra l’antico porto, ridà forza ai moli e finalmente le grandi navi possono attraccare e riprendono i grandi commerci.
L’impegno del prefetto Chabrol nei lavori pubblici è enorme e dalla sua statistica emerge che, dal 1806 al 1813, ha speso nei lavori pubblici stradali e portuali ben 4.750.000 franchi, una cifra veramente enorme.
I movimenti del porto di Savona, sotto Chabrol, hanno un’impennata alle stelle, con un movimento complessivo di 1910 bastimenti nel 1807, arrivano un anno dopo 3923, nel 1809 a 3009, nel 1810 a 4300.
La popolazione passa da 10.000 nel 1801, a 16.000 nel 1812, c’è quella rinascita che lui voleva e per la quale ha lavorato intensamente con tutte le sue forze.
Dopo di lui Savona si riprende in attività commerciali, artigianali, arti.
(da Libero digiland)
IN CONCLUSIONE!
I savonesi (inclusa la provincia) sono un popolo strano. Starnazzano gli albergatori e gli operatori turistici ogniqualvolta c’è una diminuzione dei loro introiti, a causa del tempo o del traffico.
Un denaro in meno, grande casino.
Ma poi è finita lì! Dopo aver starnazzato sono incapaci di coalizzarsi, sono incapaci, gli albergatori e gli operatori turistici, di fare massa critica col resto della popolazione e di chiedere a gran voce ai politici di casa, a quelli regionali, a quelli “Romani” di chiedere quanto serve per rendere questo territorio più accessibile!
Quando il capogruppo consiliare dott. Mario Carrara si domanda:
“L’isolamento del Ponente ligure si risolve se saremo accorpati al Piemonte, o meglio al Principato di Monaco?”
cosa possiamo rispondere?
Sicuramente sì!

La macroprovincia delle Alpi Marittime mi sembra assai difficile da realizzare, ma Savona ed Imperia hanno bisogno di tagliare il guinzaglio genovese, lo strozzo!
Paolo Forzano
