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“Patto verde” contro “Murialdo verde”? Sul Monte Camuléra progetto eolico?


Parrebbe proprio di sì, almeno in base agli ancora pochi atti resi pubblici (almeno alle ONG ambientaliste che vi si oppongono).

di Franco Zunino

Un progetto che, presentato dalla Società High Power S.p.A. (Torino), se non già respinto dalle autorità provinciali competenti, almeno messo in forse, in quanto: «il progetto così presentato risulta improcedibile in quanto, come da documentazione tecnica presentata, il parco eolico di cui si chiede l’autorizzazione è carente delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili necessarie all’immissione dell’energia prodotta dall’impianto nella Rete di Trasmissione Nazionale», per la ragione che «la Stazione Elettrica “Magliano-Vado Ligure risulta ad oggi non autorizzata ne realizzata e, pertanto l’istanza presentata risulta carente dei requisiti minimi previsti» dalle regole nazionali che disciplinano la materia.
Per ora l’amministrazione comunale sembrerebbe purtroppo sensibile ad accogliere la proposta, seppure solo per ragioni di opportunità economica piuttosto che per vera convinzione, visto che la sua realizzazione potrebbe avere un effetto positivo almeno sulle entrare finanziarie che ne potrebbero derivare. In realtà, un metro di giudizio che ci permettiamo di mettere in discussione perché, se questo fosse il metro che le amministrazioni pubbliche – dalle locali alle nazionali –, dovessero sempre utilizzare, si rischierebbe di dividere i bisogni e le esigenze sociali su una base meramente del mercimonio, mentre è notorio come la società civile sia formata ed abbia esigenze anche culturali (dice qualcosa l’art. 9 della Costituzione, peraltro ancora di recente migliorato proprio in questo senso?) e, perché no? spirituali o emotivi e di sensibilità estetico-morale.

Va infatti fatto presente, e messo sul piatto della bilancia, che il Monte Camuléra è, almeno di fatto, e per molta gente di Murialdo, quasi un simbolo tanto il monte è prospicente e scenario paesaggistico di tutte le sue borgate. Ma non solo, anche il luogo che racchiude nelle sue boscose creste, valli e valloni, la memoria storica del paese, dalla cultura rurale qui legata alla coltivazione del castagno (sia da esbosco, sia da frutto), agli eventi bellici e patriottici dell’ultimo conflitto mondiale. Per cui una sua preservazione è il miglior modo per rispettarle.

Un rispetto che ha già le sue radici in diverse iniziative poste in essere da precedenti amministrazioni comunali e dalla stessa scrivente Associazione. Da quella che nel 1993 designò la 3° Area Wilderness comunale d’Italia, proprio allo scopo di preservare quella che del Monte Camuléra è la parte più selvaggia, appartenente alla proprietà comunale (il Bric Zionia) a quelle della presente ONG che ha di fatto ampliata ad altri settori della montagna questa iniziativa. Senza dimenticare che il Monte Camuléra è da tempo stato inserito nelle aree di salvaguardia provinciale proprio per il suo aspetto ambientale e paesaggistico, ma anche faunistico (è quasi tutto Zona di Rifugio, peraltro per specie anche rare come la presenza ormai quasi stabile di un piccolo nucleo di camoscio alpino: uno dei luoghi più orientali di questa specie lungo la catena alpina prima che si trasformi in Appennino). Senza ignorare la presenza nidificante, in tutti i boschi che rivestono la montagna ed in particolare nelle zone alte, della Cincia dal ciuffo (Parus cristatus) e del Picchio nero (Dryocopus martius), specie che, come il Camoscio, sono qui all’estremo limite meridionale del loro areale alpino (senza ignorare, tra gli insetti, anche l’endemico Carabo di Solieri Crysocarabus solieri ssp. liguranus e, tra i mammiferi, il raro Toporagno di Miller Neomys anomalus, la Martora Martes martes e la recente osservazione (testimoniata da fotografie) del Gatto selvatico Felis sylvestris). Ma non solo, anche zona con presenza di biotopi vegetazionali per specie rarissime come l’endemico Zafferano ligure (Crocus ligusticus), la Senape violaciocca (Coyncia monensis subsp. cheiranthos), e la probabile presenza della più recente scoperta in area murialdese: la Violaciocca ligure (Erysimum ligusticum Peccenini & Polatschek). Tutte piante molto rare e di grande importanza biogeografica localizzata in pochi luoghi dell’Italia nord-occidentale.

Ebbene, il progetto eolico che si vorrebbe realizzare spaccherebbe letteralmente in due questa montagna! Paesaggisticamente venendosi a presentare come il peggiore dei tanti realizzati (o in fase di esserlo) in tutta la Val Bormida, in quanto, al contrario di altri, vi si dovranno costruire tutte le infrastrutture urbanistiche necessarie per realizzarlo, sia per il trasporto dei componenti che per il transito dei mezzi per le escavazioni degli enormi basamenti in calcestruzzo per l’installazione delle torri (alte, si dice, circa 225 metri!), e, in particolare, costruirvi un’ampia strada di accesso (si parla, della larghezza di ben 6 metri!).

In base a quanto finora noto, questa strada dovrebbe partire dalle vicinanze della borgata Valle, arrampicarsi tra larghi e disastrosi tornanti lungo le pendici occidentali del Monte Camuléra, per portarsi sul crinale dell’Orsera fino alla “baracca dei funghi” e poi a quello del Bric Finarin, attraversare poi l’alta valle del Rio Zionia e giungere alla lapide dell’eccidio dei partigiani del 1944, da dove proseguire oltre, e, passando poco a sud del crinale del Camuléra, giungere al Bric Murté in territorio del limitrofo Comune di Osiglia, e discendere quindi a quel paese con altri tornanti.

La scrivente Associazione, che si opporrà in tutte le sedi opportuna a questo progetto qualora non dovesse essere respinto, come spera, dalle autorità proprio e anche per tutte le ragioni suddette – che se possono avere poco importanza per Murialdo, così non può né deve esserlo, per quelle regionali e nazionali –, auspica che la nuova amministrazione comunale di Murialdo, fin dall’inizio del suo insediamento fattasi notare per i suoi interessi e sensibilità verso gli aspetti culturali e l’ambiente, possa riflettere a lungo prima di esprimere un parere positivo; parere che non sarà magari fondamentale per le attuali leggi e regolamentazioni in materia, in conseguenza alla politica Europea del Green Deal, ma certamente potrà favorire o meno l’approvazione del progetto!

Franco Zunino ( Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness)

L’integro skyline del Monte Camuléra visto dalla borgata Piano: violarlo con torri eoliche?



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