Italia – Norvegia, doveva essere una partita fondamentale per il possibile approdo degli azzurri alla fase finale del mondiale “americano” del 2026: fase finale dei mondiali da cui l’Italia è stata esclusa per due edizioni consecutive 2018 e 2022. Italia – Norvegia (deludente risultato di 1-4) è stata la partita “storica” per il calcio savonese.
Anversa 31 agosto 1920
Italia – Norvegia 2-1 dopo i tempi supplementari
Reti: Olsen, Sardi, Badini II (primo giocatore del Bologna a giocare in nazionale)
Norvegia: Watne, Aulle, Johnson, Mohn, Valversen, Andersen, Paulsen, Olson, Helgesen, Ehorwald, Lawelsen
Italia: Campelli (Inter), Rosetta (Pro Vercelli), Bruna (Juventus), Reynaudi (Novara), Parodi (Pro Vercelli), Burlando (Andrea Doria), Roggero (Savona), Sardi (Genoa), Pio Ferraris (Juventus), Badini II (Bologna), Forlivesi (Modena)
Arbitro: Fourgous (Francia)
Rinaldo Roggero, che ricordiamo impeccabile e autoritario direttore tecnico del Savona di Stefano Del Buono, è ancora adesso l’unica giocatore che abbia indossato la maglia azzurra nella sua carriera oltre a quella a striscioni bianco blu.
Altri savonesi (o della provincia) hanno giocato in Nazionale, da Felice Levratto a Christian Panucci a Stephan El Saraawy a Valerio Bacigalupo ma nessuno militando nell’antico Savona FBC.
Roggero era indicato come “l’ala più veloce” dalla stampa dell’epoca e si era messo in evidenza nel campionato 1919-20 nonostante il mediocre rendimento della squadra terminata al quinto posto del girone ligure di prima categoria (la massima serie di allora).
La commissione tecnica per la squadra nazionale composta dal barone Calì (primo capitano della squadra nel 1910) da Rietman, Bianchi e Minoli con allenatore il celebre vercellese Milano I (da giocatore soprannominato “Milanone”) chiese la disponibilità di Roggero a far parte della spedizione per le Olimpiadi di Anversa.
Erano tempi di puro dilettantismo e in occasione di eventi come quello olimpico (massima competizione internazionale per l’epoca. I “mondiali” sarebbero arrivati soltanto nel 1930) che richiedevano parecchi giorni di permanenza fuori sede i tecnici della nazionale dovevano arrangiarsi con i giocatori disponibili o studenti universitari e lavoratori in grado di spendere giorni di permesso dalla loro occupazione.
Roggero che lavorava all’Ufficio Tecnico del Comune (anche noi lo ricordiamo ancora al suo posto di lavoro negli anni ’50: abbiamo vivissima la sua immagine mentre usciva dal palazzo comunale, sempre elegantissimo con il farfallino al collo, e infilarsi direttamente nel Bar Splendid, all’epoca sede sociale dell’antico Savona FBC) usufruì del permesso accordatogli dal sindaco Scotti, cui nell’ottobre sarebbe poi subentrato nell’incarico il socialista Accomasso (poi passato al partito comunista d’Italia con la scissione di Livorno del gennaio 1921).
Così Roggero potè aggregarsi alla comitiva azzurra ed esordire in quell’Italia – Norvegia che abbiamo appena ricordato: con lui giocarono la prima partita in nazionale due veri e propri “astri” nella storia del calcio italiano.
Ricordiamo “Viri” Rosetta terzino della Pro Vercelli poi passato alla Juventus e primo esempio di trasferimento in denaro da società e società: Agnelli appena subentrato alla guida della Juve (1923) pagò 50.000 lire sottobanco all’avv. Bozino, presidente della Pro Vercelli. Sottobanco perchè quella manovra era vietata e si scatenò un putiferio: squalifiche e partite perse alla Juve. Il tutto poi rientrato perchè la forza dell’industria (e della politica) rispetto al calcio era ormai egemone e il professionismo diventava un fatto compiuto.
L’altro esordiente di lusso nella “partita di Roggero” fu Luigin Burlando, anche lui protagonista di un trasferimento clamoroso dall’Andrea Doria al Genoa (non era il primo: c’erano già stati Sardi e Santamaria nel 1912). Burlando fu il centromediamo del Genoa imbattibile di Garbutt nei due scudetti conquistati tra il 1922 e il 1924, giocò 19 partite in nazionale segnando un goal leggendario di testa da 40 metri al portiere belga De Bie in un Italia-Belgio 4-2 giocato a Milano il 21 maggio 1922. In quelle stesse Olimpiadi del 1920 Burlando fece parte anche della squadra di pallanuoto nel torneo vinto dalla Gran Bretagna.
Quelle Olimpiadi di 105 anni fa resteranno però per sempre nella storia del calcio savonese.

