Vivo interesse e consensi dei visitatori, italiani e stranieri, per l’originalità delle loro forme e la ricchezza delle proposte materiche, vanno avendo le “Terrerare” proposte dallo scultore e ceramista albisolese Giorgio Venturino nella sua mostra ad Albisola Superiore.
di Federico Marzinot Raffaele Veneriano
La mostra ha il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune, allo IAT -Informazioni Accoglienza Turistica, in piazzale Marinetti, zona vecchia stazione, e aperta sino a Domenica 26 ottobre. Artista, gallerista, promotore d’arte, Venturino é dagli anni ’60 del secolo scorso uno dei protagonisti della vicenda artistica di Albisola; da allora sino al 2013 ha esposto in numerose personali e rassegne, in Italia ed all’estero, in Francia, Germania, e con esperienze in Cina e nel Medio Oriente.
Dopo un successivo, lungo silenzio, fatto di studi e ricerche, Venturino torna s proporre agli altri la sua creatività con questa mostra, composta da oltre cento opere, alcune delle quali realizzate nel corso di quest’anno. E’ una piccola antologica dello “istinto di fare arte” di Venturino, della sua “sensibilità poetica, straordinarie capacità tecniche, maestria nel governare argille e smalti, mescolando sapientemente e istintivamente colori ed emozioni” scrive nella brochure della mostra Roberto Giannotti, artista e gallerista.
Presentando la mostra, nella sua inaugurazione di Giovedì 16 ottobre, il critico d’arte e studioso della ceramica Federico Marzinot ha, a sua volta, così proposto alcuni significativi momenti del percorso d’artista di Giorgio Venturino. Risalgono al 1974 i “cristalli di neve” di Venturino, primo suo connubio tra l’argilla ed il metallo, con numerosi smalti che danno vita a tutte le sfaccettature presenti in un fiocco di neve. Da allora la ricerca artistica e tecnica indurranno Venturino ad accostare l’argilla e la ceramica ad altri materiali, a proporre personali interpretazioni di forme, a crearne delle nuove. Così, sempre nei primi anni ’70, “affascinato dalle incisioni rupestri e da antichi edifici visti in Iraq”, prendono forma “le spirali di Venturino”, per lui “simbolo antico della vita e della morte”. Composta poi anche di tante “spirali”, prende forma la “piramide di Venturino”, proposta per la prima volta in una mostra a Montecarlo, nel 1997. Originale, personale opera di Venturino, ideata nei primi anni ’90, sono i “ geodi”. sferoidali forme d’argilla, rivestite di smalto bianco, da aprirsi in un punto, staccandone la superficie, per scoprire all’interno una cavità di forma tondeggiante rivestita di tanti cristalli, composti da tanti smalti.
“Per la fantasia creatrice che si esprime liberamente nella materia e nella forma di queste opere, per la loro elegante evidenza plastica, per altre esperienze e studi del loro autore, per la sua capacità di innovare, ritengo di poter affermare che la definizione di “Maestro d’Arte” si attagli qui perfettamente a Giorgio Venturino” ha detto Marzinot concludendo la sua presentazione della mostra.
Federico Marzinot Raffaele Veneriano