Si può essere contrari o favorevoli ai binari a monte purché non si ignorino alcune realtà incontrovertibili come il patrimonio archeologico, culturale e siti di interesse internazionale. E i primi che dovrebbero prendere coscienza sono sopratutto alcuni sindaci.
Non mancano tuttavia chi spara direttamente al Comitato Territoriale, nato ad Albenga, da anni il più attivo e coraggioso nella sensibilizzazione delle conseguenze del tracciato a monte.
Scrive via social tale Fabrizio Matt: “Ormai il Comitato Territoriale, che ricordo nato solo per boicottare un opera essenziale, proponendo improbabili “progetti alternativi” che poi l’unico a cui tengono veramente è quello di non fare niente, continua a tirare fuori pseudo“impatti ambientali”, direttive europee interpretate a loro piacimento e tanto altro al solo scopo di bloccare l’ammodernamento e la velocizzazione di una rete ferroviaria da terzo mondo. Il raddoppio con lo spostamento a monte è un opera che consentirà alla Liguria e non solo di dotarsi di un infrastruttura imprescindibile per tutti quei liguri che tutti i giorni prendono il treno per andare a lavorare e studiare, non solo ma permetterà e implementerà i collegamenti con tante altre nazioni europee favorendo il turismo (cosa che al Comitato interessa zero), e il transito delle merci. È comprensibile il disagio e i problemi che porteranno gli espropri ma ci saranno adeguate compensazioni. Infine il Comitato non conosce e non comprende i problemi dei pendolari (probabilmente non hanno mai preso un treno in vita loro), e non è assolutamente vero quando affermano che con il raddoppio aumenteranno i disagi per gli utenti viaggiatori, anzi è vero il contrario, se fosse per il Comitato non ci sarebbe nemmeno l’autostrada o l’Aureli bis, l’interesse di pochi non può superare l’interesse in un intera collettività di un intera regione di un intera nazione.
C’è chi risponde al ‘navigatore’: “Comunque su Facebook c’è un livello di ignoranza spaziale. Prima mi divertivo a leggere i commenti, ma adesso sono preoccupato per il futuro”.
INTERVENTO DEL WWF SAVONA – Spostamento a monte della ferrovia Finale Andora. Il WWF Savona presenta Denuncia alla Commissione europea per presunta violazione del diritto dell’EU.
Il WWF Savona ha presentato formale denuncia alla Commissione Europea in merito al progetto di spostamento a monte della tratta ferroviaria Finale Ligure-Andora, ritenuto in presunta violazione della Direttiva VIA.2011/92/UE (come modificata dalla 2014/52/UE), della Direttiva Habitat 92/43/CEE, della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, della Direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE e della Convenzione di Aarhus. Il WWF evidenzia l’interferenza con aree protette da normative Europee in contrasto con le direttive della mobilità sostenibile riducendo ed eliminando dei servizi esistenti.
Il WWF sottolinea la necessità di una trattazione urgente della denuncia, poiché l’inizio dei lavori è prospettato come imminente entro il 2026, con possibili avvii di gare e cantieri anticipati. L’avvio delle opere comporterebbe rischi ambientali e culturali gravi e irreversibili quali:
. compromissione di falde e corpi idrici sotterranei specie in ambiti carsici;
. danno al paesaggio costiero e consumo di suolo;
.mancata tutela di siti archeologici e beni culturali;
. impatti socio-economici negativi derivanti dallo spostamento delle stazioni ferroviarie.
Alla luce del principio di precauzione (art. 191TFUE) e della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE [cause C-461/13, C-41,1/17, e altre), si chiede che la Commissione:
1- tratti la denuncia con priorità assoluta;
2-solleciti le autorità italiane a sospendere ogni decisione esecutiva in attesa della verifica di conformità con il diritto UE;
3- valuti, in caso di infrazione, la possibilità di adire la Corte di giustizia con istanza di misure cautelari ex art. 279TFUE.
Le principali problematiche sono:
- Rischi ambientali e sanitari
- Patrimonio archeologico e culturale: la nuova linea minaccia siti di rilevanza internazionale come la Caverna delle Arene Candide (resti paleolitici unici in Europa), i resti dell’antica città romana di Pollupice, la Pieve del Finale e altri insediamenti storici tutelati.
- Tutela paesaggistica e biodiversità: il tracciato attraversa aree di pregio naturalistico e habitat protetti dalla direttiva Habitat (92/43/CEE).
- Peggioramento del servizio ferroviario: le nuove stazioni sarebbero collocate lontano dai centri abitati costieri, riducendo l’accessibilità per i cittadini e andando in direzione contraria agli obiettivi dell’Unione sulla mobilità sostenibile.
- Alternative ignorate: non sono state adeguatamente valutate soluzioni meno impattanti, come l’ammodernamento della linea costiera esistente (anche mediante tratti sotterranei o in trincea).
- occorre evidenziare che l’opera incide su parti di territori di assoluta rilevanza ambientale e paesaggistica, assistiti come tali da una pluralità di vincoli di tutela sia generali in relazione all’ubicazione e qualità delle aree (art. 142, lettere a, c, g, h, m del D.Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42) sia speciali (Rete natura 2000, Aree Protette).
- Sotto questo profilo, ribadita la diffusa esistenza in loco di vincoli paesistici ex lege, proprio in ragione degli elevati valori ambientali, anche sotto forma di habitat oltre che per la presenza di particolari specie animali e vegetali, nelle aree in oggetto sono state istituite ben sedici zone protette, ai sensi delle Direttive 79/409/CEE (“Uccelli”) e 92/43/CEE (“Habitat”), recepite dal D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357, e di leggi regionali, in particolare la L.R. n. 12/1995 e precisamente:
- -ZSC IT 1323201 Finalese –Capo Noli;
- -ZSC IT 1324510 Monte Acuto –Poggio Grande –Rio Torsero;
- -ZSC IT 1324909 Torrente Arroscia e Centa;
- –Area Protetta Provinciale Finalese Cod. VII-PR-FI;
- –Area Protetta Provinciale M. Grosso Cod. 12 –LO-GR;
- –Area Protetta Provinciale Monte Acuto, Poggio Grande, Valle Rio Ibà, Cod. 04-AS-IB;
- –Area Protetta Provinciale Rio Carenda Cod. 41-OA-CA;
- -Area Protetta Provinciale Testata Alte Valli Merula e Lerrone Cod. 01-AS-ML;
- –Riserva Naturale Regionale Rio Torsero;
- –Ecosistemi Umidi e Ripariali Torrente Varatella –Rio S. Rocco, Rio Fontana, Fiume Centa,
Torrente Neva e Arroscia;
- -Aree carsiche di cui alla L.R. n. 39/2009: Sigle SV29; SV28; SV23.
Le predette aree possono subire un rilevante impatto ambientale diretto o indiretto dalla realizzazione dell’opera, perdendo, così, in tutto o in parte, i valori per i quali sono state riconosciute meritevoli di tutela in ambito internazionale, nazionale e regionale.