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Lettera 2/Ferrovia a monte: non solo pista ciclabile, urge una tramvia costiera. E collegare i binari Bastia d’Albenga a Garessio (Ormea)–Ceva. C’è il progetto


Alla redazione di Trucioli.it- Sulle opportunità offerte dal completamento del raddoppio ferroviario, opportunamente rivisto.

Stefano Sibilla, laureato in ingegneria elettrica al il Politecnico di Torino, con esperienze internazionali: Cile, Iran, Brasile, Cina, Turchia e India. E’ fondatore e presidente del Comitato Treno Alpi Liguri, al fine di promuovere una mobilità sostenibile proprio nelle Alpi delle sue origini, conducendo ad una valorizzazione del territorio. E’ stato dipendente di Alstom di Sesto San Giovanni

Dopo l’apertura della Conferenza dei Servizi, gli enti territorialmente competenti sono chiamati a formulare, entro il 4 novembre prossimo, osservazioni in materia urbanistica, ambientale, viabilistica e non solo su un’opera destinata a rivoluzionare il trasporto su ferro lungo il Ponente ligure.

Emerge la necessità di coordinare il trasporto pubblico locale, potenziabile in sinergia con la futura infrastruttura, e riflettere sulle connessioni ferroviarie e intermodali, sui raccordi tra le aree coinvolte e sul riutilizzo delle Hzone dismesse.

Abbiamo dimenticato come si ottiene l’« intermodalità » ?

È fondamentale che a questo progetto si accompagni una pianificazione complessiva, capace di garantire interventi coerenti su tutto il territorio interessato: si pensi, ad esempio, al riutilizzo del vecchio tracciato, magari non solo come pista ciclabile ma anche come tramvia costiera, quindi all’organizzazione dei servizi e del trasporto da e verso le stazioni, in particolare Bastia d’Albenga, ed al recupero di suolo agricolo avvalendosi di un vero trasferimento modale dalla gomma (avida di spazi asfaltati) alla rotaia.

Ecco perché riteniamo occorra vincere la pigrizia e valutare il completamento del progetto col collegamento Bastia d’Albenga – Garessio(Ormea) – Ceva, col riutilizzo del sedime costiero come pista ciclabile affiancata alla tramvia Andora – Finalmarina, estendibile a Diano e raccordabile a Bastia d’Albenga (secondo il PTC provinciale); in questo modo si può suddividere la realizzazione in lotti funzionali, a partire dalla tratta Andora – Alassio – Bastia d’Albenga, anticipando il rientro dell’investimento e quindi con un vantaggio finanziario.

Il successo del tram a Nizza e in molte realtà anche italiane, ma soprattutto la proposta monegasca di un sistema di trasporto su rotaia di 30 km tra Nizza e Ventimiglia del valore di 4 miliardi dovrebbe far riflettere sul rischio di insufficiente valorizzazione del sedime costiero, che potrebbe configurarsi come danno erariale.

Che dire di un raddoppio plurimiliardario iniziato nell’iter decenni fa, quindi gravato da enormi interessi passivi e che trascura ogni “effetto rete” (sinergie possibili solo verso il Piemonte, poiché dall’altra parte c’è acqua), ignorando la possibilità di chiudere una maglia (rivitalizzando il “ramo seccoCeva-Ormea, 36 km) tramite un valico a quota di solo 584 m slm, quando altri miliardi si stanno investendo per abbassare in Val Susa un valico da quota 1300 m. ad oltre 700 m slm?  Credo che tutto ciò meriti una convincente spiegazione, specie per le giovani generazioni che oltre ad essere sommerse dai nostri debiti vedranno perdute le occasioni che stiamo gettando alle ortiche.

Stefano Sibilla

per il Comitato Treno Alpi Liguri


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