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Se Papa Leone XIV non pronuncia ‘genocidio’, ovvero la strage di Gaza


Genova. Don Paolo Farinella, sul Blog de “Il Fatto Quotidiano online” di mercoledì 24 settembre, ha espresso le sue riflessioni sul pontificato di Leone XIV.

Papa Leone XIV ha sempre espresso vicinanza e preoccupazione per la spaventoso crisi umanitaria a Gaza, lanciando appelli accorati per un cessate il fuoco immediato, la fine delle ostilità e la liberazione degli ostaggi, nel pieno rispetto del diritto umanitario e per la tutela dei civili. Ha sottolineato l’urgenza di far entrare aiuti umanitari e ha condannato la violenza, l’esilio forzato e la vendetta, affermando che non c’è futuro per i popoli se non nella pace.

Si è soffermato sul linguaggio utilizzato dal Papa di fronte alla tragedia di Gaza. Nelle sue parole, il sacerdote genovese sottolinea come il Pontefice sembri limitarsi a esprimere dolore e appelli alla pace, senza tuttavia pronunciare il termine “genocidio”, che molti osservatori si sarebbero aspettati e che finalmente anche le nostre Tv di Stato si adeguono.

Secondo Farinella, il Papa appare legato a un registro istituzionale e diplomatico, più che profetico. La scelta di non usare parole nette potrebbe dipendere dal ruolo di capo di Stato, che richiede prudenza e misure di equilibrio. Tuttavia, ciò rischia di dare l’impressione di una voce meno incisiva in un momento drammatico della storia mondiale.

Il confronto con il predecessore Francesco sembra inevitabile. Mentre quest’ultimo si era distinto per gesti diretti e simbolici, Leone XIV appare orientato verso un atteggiamento di contenimento e di cautela. L’attesa di una parola chiara e forte resta dunque sospesa, lasciando aperta la domanda su quale direzione assumerà il nuovo pontificato.

Per  don Farinella la comunità cristiana si aspetta che la Chiesa offra un segno profetico capace di dare voce a chi oggi non ne ha. La percezione diffusa è che la voce di Leone XIV, pur animata da compassione e dolore, sembri ancora in bilico tra diplomazia e testimonianza.
Vincenzo Bolia

NOTA DI TRUCIOLI.IT- Alla TV7 in prima serata il giornalista Italo Becchino, personaggio politico di rilevanza nazionale della destra, ha definito un ‘massacro di innocenti‘ quanto si compie a Gaza. Termine usato nella trasmissione Otto e Mezzo di Lilli Gruber, lunedì 29 settembre 2025)

Bocchino ha militato nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano (MSI), e nel Fronte Universitario d’Azione Nazionale (FUAN). Si è messo in evidenza come leader delle organizzazioni giovanili dell’MSI a Napoli, diventando poi portavoce del deputato Giuseppe Tatarella, collaborando come giornalista per il quotidiano napoletano ‘Roma’, edito dallo stesso Tatarella.

Parallelamente alla politica, Italo Bocchino ha portato avanti la sua professione di giornalista, iniziata con la collaborazione con il quotidiano “Roma”. In seguito, è diventato cronista parlamentare per il “Secolo d’Italia”, (organo ufficiale dell’MSI e poi di AN). Nel 1991 ha assunto la carica di direttore responsabile del mensile “Repubblica presidenziale”.

Nel 2025 è stato insignito del Premio Caravella Tricolore, per il suo saggio “Perché l’Italia è di Destra – Contro le bugie della Sinistra” (edito da Solferino), una conferma del suo ruolo di intellettuale di destra. Come autore ha pubblicato altre opere, tra cui: “L’esperienza della politica. Un dialogo” (2006, con Orazio Abbamonte, Rubbettino); “Una storia di destra” (2011, Longanesi).


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