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Liguria e Basso Piemonte

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Chi lotta per la riforma della Giustizia. La P2 di Gelli e C. avrebbe ringraziato


Come sarebbe la Giustizia se il Pubblico Ministero fosse soggetto all’esecutivo (il governo, il ministro), come vuole lo schieramento di Giorgia Meloni, molti importanti processi, ai colletti bianchi e al loro potere, ai politici del malaffare non sarebbero neppure iniziati.

Le giovani generazioni non sanno e certamente nessuno ha ancora interesse a narrare la storia del maxi processo per oltre 19 miliardi (lire) di tangenti scoperte da due pubblici ministeri (Francantonio Granero e Michele del Gaudio. Fu il primo processo, in Italia, a politici nel loro ruolo di pubblici ufficiali, oltre ad alcuni ‘amici di merende’.

Siamo proprio sicuri che in provincia di Savona quel ‘sistema di tangenti’ sia stato sradicato o forse diventato più raffinato, vedi Montecarlo, vedi consulenze, vedi arricchimenti facili.

E che oggi a partire dal furore edilizio e immobiliare, lavori pubblici-  con alcuni potenti della zona, per arrivare ad appalti o assegnazione acquisti, lavori, designazioni, eventi- abbiano tutti, funzionari apicali inclusi, il santo timore di essere scoperti. Ci vuole una buona dose di ingenuità per crederlo, pur senza fare di ogni erba un fascio quanto a onestà e rettitudine da veri servitori della comunità. Mentre galoppa, a quanto emerge più o meno pubblicamente, clientelismo e nepotismo.

ARTICOLO DE IL FATTO QUOTIDIANO QUASI L’UNICA, TRA LA CARTA STAMPATA, A NON PERDERE COPIE, MA IN COSTANTE AUMENTO DI LETTORI.CI SARÀ UN MOTIVO.

Autore dell’articolo è Adriano Sansa. E’ stato magistrato (pretore e presidente del Tribunale dei minori), sindaco di Genova, pubblicista, scrittore e poeta . 


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