La testimonianza. I senza casa. Oggi più che mai si sta rilevando in tutta la sua drammaticità. Loano terra ‘seconde case’ affitti brevi e con quasi zero controlli, un’evasione stimata a 80% che penalizza quanti sono in affitto. Si stanno esaurendo anche le disponibilità di alloggi nel primo entroterra che attrae ormai per i prezzi più moderati chi può permettersi l’appartamento al mare.

Moltissimi proprietari non rinnovano contratti, pochissimi altri hanno ancora un cuore. Intere famiglie in angoscia per il rischio sfratti. Ma dove andiamo? A bussare alla porta del sindaco Lettieri, di Vaccarezza, di Cepollina, di Burastero?
Ero stato assunto, come responsabile dell’ufficio di corrispondenza del XIX (zona Andora-Noli, vallate ingaune, con Bardineto e Calizzano) il 1° gennaio 1970, a 25 anni, reduce dalla collaborazione con La Settimana Ligure. Ho proseguito, da piccolo editore, con La Nuova Liguria e collaboratore della Gazzetta del Popolo. Per un breve periodo Il Nuovo Cittadino di Genova, quotidiano delle Diocesi. Perché questa premessa personale?
Mi insegnava il primo direttore responsabile Piero Ottone che “L’onestà è essenziale, senza ambizioni di potere e interessi personali“. Mi invitò, prima dell’assunzione, a scrivere un articolo prova. Tema: nuova edilizia in Riviera e che lui corresse, a mano, in mia presenza.
Il giornalismo di Ottone? In sintesi: spiegare alla gente, ai lettori, quello che succede nel linguaggio più semplice possibile e affrontando le tematiche anche in maniera spregiudicata e franca. Il giornale deve essere molto vivace e vivo. Mai dimenticare il massimo dell’obiettività nell’informare. Dare voce a tutti e se il caso commentare con la tua opinione – separata- e magari non temere di schierarsi. E ciò soprattutto per argomenti di rilevanza politica, sociale, economica.
Questi i capisaldi principali di un padre del giornalismo, Piero Ottone, al quale quasi tutti riconoscevano una grande onestà intellettuale.
Veniamo all’oggi. Loano che vantava una stazione ferroviaria, ora la seconda, ora la terza in graduatoria per incassi da viaggiatori -fino a 2000 biglietti venduti giornalmente, oltre gli abbonamenti- tra pendolari, studenti, impiegati, turisti, dai giovani, alle famiglie, ai pensionati. E non si verificavano ancora i mostruosi ingolfamenti delle autostrade, se non saltuariamente.
Loano che è nella morsa di 6 (per l’assessore Cepollina sono 7) passaggi a livello, ma che, ci ripetiamo, ha avuto l’opportunità, già da primi anni ’80, di realizzare almeno un paio di sottopassi per automezzi. Due stretti (senso unico) già esistenti a ponente e in centro, uno con doppio senso di marcia a levante, oltre a due sottopassi pedonali a ponente e levante.
Si rinunciò alla proposta di referendum cittadino con la scusa che erano ormai prossimi i lavori di spostamento a monte e dunque sarebbe stato assurdo investire milioni di lire della comunità. Invece sono già trascorsi 43 anni e si ‘grida‘ alla vergogna perché ci sono pure automobilisti che restano prigionieri tra le sbarre. Non solo. Loano città si ritrova spesso imbrigliata,azzoppata dal traffico e non solo quando chiudere l’autostrada. Non accadeva, salvo eccezioni, con i semafori che finirono per essere sorvegliati (azionati a mano) dai vigili nelle ore di punta. E senza rotatorie che possono essere utili, non con la situazione viaria di Loano che assorbe anche il traffico da e per Boissano e Verzi, gli attraversamenti pedonali, in estate migliaia di persone.
Ha scritto, il 3 aprile scorso su Trucioli.it, il dr. Filippo Maffeo magistrato in pensione, loanese, già consigliere comunale indipendente Dc da studente universitario. E che quando si prospettò la possibilità di una sua candidatura a sindaco, in alternativa a Pignocca, una ‘manina misteriosa‘, ma non troppo, esponente della sinistra locale e regionale, tramò con successo. Si travavano nello studio legale di un ex politico militante e che si è fatto da parte da alcuni anni. Maffeo – locandine dei quotidiani davanti alle edicole- si autoescluse nel giro di 12 ore. Chi lo ‘sostituì’, come era prevedibile in una città regno della destra, andò incontro a sonora sconfitta.
Il Maffeo pensiero: “Nessuno si è accorto che il traffico sull’Aurelia a Loano, in direzione Pietra, dopo le 16, impazzisce e che le macchine transitano, letteralmente, a passo d’uomo, in un asfissiante go and stop di pochi metri per volta, conquistati con fatica? Nessuno si è accorto che, per ore, l’attraversamento di Loano impegna i poveri automobilisti anche per più di mezz’ora? Nessuno si è accorto che le macchine, nell’illusione di bypassare la coda, si fiondano nelle strade interne e sul lungomare, finendo per intasare ancora di più le rotatorie e alla fine, la strada litoranea e quella parallela in prossimità del porto, per imbottigliarsi nella finale confluenza, di entrambe, sull’Aurelia, nelle Vignasse?
Eh, ma ciò non toglie che ai passaggi a livello, troppi, le macchine devono fermarsi. All’obiezione è facile replicare. In realtà ad essere troppi sono gli accessi all’Aurelia, senza disciplina semaforica, con possibilità di imbocco, nelle rotatorie sature, rimessa alla cortesia o alla prepotenza degli automobilisti, col risultato finale della semi paralisi caotica.
Ancora Maffeo: “Si racconta che l’ultimo avvistamento sistematico di un vigile sull’Aurelia, intento a disciplinare il traffico, risalga ai mitici anni 70. Oggi è più facile vedere un marziano. Quindi più che al numero dei passaggi a livello si dovrebbe pensare al numero degli accessi all’Aurelia e trovare il mezzo per ridurli, convogliando meglio il traffico veicolare, prevedendo nuovi sottopassi o, almeno, l’allargamento degli esistenti; si potrebbe dotare di un impianto semaforico quello più ad est, sul porto, per eliminare il rischio di impatti nella strettoia sotto i binari. Il miglioramento del traffico veicolare nella città passa soprattutto attraverso la modifica della circolazione sull’Aurelia e l’eliminazione delle troppe rotatorie, due poco più grandi di un francobollo. Pensare alla reintroduzione dei semafori, con prove dirette sul campo prima della demolizione delle rotatorie, potrebbe essere d’aiuto”. Fin qui Maffeo.
Si dirà, in futuro Loano è l’unica località a beneficiare della ferrovia quasi interamente in galleria. Sono stati risparmiati ettari di aree, proprietà private. Se non sbagliamo non meno di 130-150, forse più, loanesi interessati. Oggi in grandissima parte terreno non più coltivato. E che il futuro Puc, sempre in itinere, con la generosità degli attuali inquilini al potere di Palazzo Doria, si presume sia generoso. Non sarà un caso se da mesi c’è chi suona i campanelli a chi possiede terreni, in alcune zone, e fa accattivanti proposte.
Chi si trova in una zona di rispetto della galleria ferroviaria se intendeva ampliare la casa o per le nuove costruzioni ha dovuto firmare dal notaio una ‘manleva’ da ogni possibile danno arrecato dai lavori e dalla nuova strada ferrata. Diverse le riunioni con l’immancabile capo popolo Angelo Vaccarezza sindaco. Ci ripetiamo ‘grazie’ a lui ed all’allora ministro Claudio Scajola, in una notte romana, il tracciato dei binari da ‘cielo aperto‘ si tramutò in galleria. Niente espropri, riconoscenza ‘eterna’ al concittadino Angelo, il personaggio politico loanese più noto oltre i confini della città ma che molte opinioni danno in caduta libera quanto a preferenze, dopo aver superato quota 4 mila.
E per finire una buona notizie per i proprietari di centinaia di alloggi realizzati lungo i due lati della strada ferrata. Il primo cittadino ha dichiarato ai beni che i binari a monte andranno a valorizzare questi immobili sul mercato immobiliare. Almeno un 30 per cento in più. Insomma Loano sarà ancora più ricca. Il Vangelo recita: Vangelo: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”, Ma essere ricchi è un peccato?
(L.Cor.)
COMMENTO DELL’ING.PAOLO FORZANO DI SAVONA, COLLABORATORE DI TRUCIOLI.IT
Ho cercato di entrare in possesso del progetto fatto anni or sono di fare dei sottopassi a Loano. Purtroppo nulla. Credo che il progetto fosse stato commissionato dalla Provincia. Se allora hanno fatto queste “proposte” credo che, e spero, che fossero abbastanza concrete, e non come tanti progetti che ho visto che sono assai carenti. E’ indubbio che un po’ di sottopassi per eliminare i passaggi a livello sarebbe assai utili, almeno dove è più facile realizzarli. La mia impressione è che sarebbero molto utili anche sottopassi di altezza minima, anche solo ciclopedonali. L’altezza minima libera dei sottopassi stradali in Italia, per strade ordinarie, è di 5 metri e deve essere garantita in ogni punto della carreggiata sottostante, tenendo conto delle eventuali pendenze.
Esistono anche delle deroghe, dove l’altezza può scendere a 4 metri per strade a traffico selezionato o eccezionalmente fino a 3,20 metri in presenza di vincoli strutturali, ma queste richiedono il parere favorevole delle autorità militari e dei Vigili del Fuoco.
Queste norme sono un po’ stringenti per il nostro territorio! In ogni caso in cui si deroghi alla prescritta altezza minima di 5 metri, si debbono adottare opportuni dispositivi segnaletici di sicurezza (ad es. controsagome) disposti a conveniente distanza dall’opera.
Nel caso di sottopassaggi pedonali l’altezza libera non deve essere inferiore a m 2,50. Tuttavia sarebbe utile un approfondito studio adattato al ‘caso Loano’. Cosa si può fare, in aggiunta, è alzare il piano del ferro.
Comunicato stampa – L’Associazione “Vecchia Loano” – con la Presidenza di Agostino Delfino – ha partecipato il 14 settembre 2025 alla manifestazione “Casalino in maschera 2025”.
In occasione del Palio delle Cariole, la Corte di Casalino ha ospitato circa cento maschere che hanno sfilato per le vie del paese, assistendo al tradizionale Palio con la partecipazione di ragazzi e ragazze.
Un’altra occasione per sottolineare le tradizioni popolari, la cultura e la storia del nostro bel paese.
Delle quattro maschere istituzionalizzate del Comune di Loano – Beciancin, Pue Peppin, Capitan Fracassa e la Principessa Zenobia del Carretto Doria – le uniche autorizzate a rappresentare il nome della cittadina, ne erano presenti due.
Infatti, simbolo della città di Loano sono state: Capitan Fracassa e la principessa Zenobia del Carretto Doria.
Per la Liguria presenti anche le maschere rappresentative della vicina Borghetto SS. Spirito: la Principessa Perseghina con la sua corte.
L’evento ha visto la presenza anche del Presidente del Centro Coordinamento Maschere Italiane, Valerio Corradi.