Ora non c’è più. L’Hotel Villa Iris è situato a 100 mt dal mare in zona centrale e residenziale, la villa è immersa in un piccolo giardino rinfrescato da alberi secolari. Camere e ristorante. Il diffuso Tripadvisor: E’ una location ideale per scoprire facilmente il meglio di Loano.

Sarà il primo hotel che beneficerà del trasferimento dei binari a monte. Infatti la sua destinazione è quella di ‘seconde case’ per turisti che non hanno grossi problemi quanto a spesa o per arrivare a fine mese. Loano ormai è sprofondata, inghiottita, nel suo tessuto socio urbanistico, tra le città rivierasche dove dominano alloggi per vacanze al mare anche brevi. In altri tempi si affittava per un mese 0 15 giorni, non mancavano neppure chi rimaneva per i tre mesi. Il turismo invernale, prima città in Liguria, in tandem con Bordighera, era riservato agli alberghi-pensione tutti a conduzione famigliare.
Da 123 strutture alberghiere indicate nell’annuario ufficiale della Provincia di Savona, Loano è precipita appena sopra quota 20, destinata a scendere perché altri tre non riapriranno.

Un fiore all’occhiello per Ĺöa. Lo ricordo con grande affetto per i lieti soggiorni trascorsi
E l’aspetto curioso, si fa per dire, che neppure cliccando il mondo di google si riesce a sapere quante sono le strutture alberghiere tradizionali che fanno pensione completa, mezza pensione, o solo camera e colazione. Quanti restano aperti tutto l’anno. Chi apre solo da Pasqua a fine stagione estiva. Non troverete questi dati su VisitLoano (affidato dal Comune all’editore di Ivg.it ovviamente non gratis). Qualche ‘eroe’ della categoria commenta: “Ormai è una gara a chi sopravvive”. Oppure: “Stiamo raschiando il fondo“.
Ma non è questa l’occasione per ripetere o approfondire ciò che nei lunghi anni di professione giornalistica abbiamo ripetutamente scritto. La sfrenata corsa cementizia, favorita dalle amministrazioni comunali e dai sindaci che per la storia hanno un nome e un cognome, ha finito per mettere in ginocchio una realtà produttiva per il giro d’affari, preziosi posti di lavoro anche annuali.
Abbiamo vinto e non ne siamo orgogliosi, la ‘scommessa’ che 25 anni avevamo usato. Mentre altri – vedi Vaccarezza & C.– dichiaravano ai media che seconde case ed alberghi erano in simbiosi e la città ne avrebbe raccolto buoni frutti. Sia chiaro, cose che abbiamo già scritto e riscritto. Non apparteniamo al ‘talebani’ che negano la crescita urbanistica, ma con un regolazione che non crei danni irreparabili alla collettività – all’ambiente stretto tra mare e collina e che lo rende affascinante- allo stesso turismo di qualità come è avvenuto e mentre continua con la cementificazione di bilocali e trilocali. Inesorabile la morte degli hotel. Per fortuna che abbiamo due importanti realtà. L’ultimo nato: Ai Pozzi del quale è meglio tacere la sorte toccata al proprietario compianto Piero De Giovanni, ‘ghigliottinato’ dalla Carige ed abbandonato dai vertici di allora dell’associazione di categoria ai cui apparteneva. Il secondo, quasi storico, Loano 2 Village già di proprietà della famiglia Cappelluto-Roveraro, da un paio d’anni, pur nel silenzio dei media, è stato ‘assorbito’ dalla stessa società che ha acquistato dalla Carige Ai Pozzi. Proprietari, attraverso società, di fuori regione, in buona salute quanto a disponibilità finanziaria ed interessi alberghieri in diverse località d’Italia.
Il business immobiliare e familiare (per chi affitta) delle’ seconde case’ non solo ha massificato l’industria turistica, come avviene in quasi tutte le altre località balneari del ponente ligure, in particolare, ma ha prodotto danni sociali sempre più taciuti, ignorati dagli elettori. Loano è tra le città liguria dove si legge meno la carta stampa. Eppure si fregia di ‘città che legge’.i Non si affittano più case ai residenti, salvo mosche bianche. Sfrattati e giovani coppie costrette a trasferirsi oltre i confini, nei paesi dell’entroterra.

Recentemente il primo cittadino di Loano ha partecipato all’inaugurazione del “Giardino don Alessandro Ranoisio“, noto anche come “Parco delle Rose”. Una doppia intitolazione in onore del primo parroco della chiesa di San Pio X (ai confini ovest della città). Don Ranoisio ha contribuito allo sviluppo della parrocchia e della comunità locale, associativa, tra i giovani. Leggendo da facebook, dai social, nessuno ha ricordato quanto impegno il sacerdote – CON LUI HO TRASCORSO SEI ANNI NEL SEMINARIO VESCOVILE DI ALBENGA. E’ STATO ANCHE MIO PREFETTO, ENTRAMBI FIGLI DI FAMIGLIE UMILI IMPERIESI- abbia riversato affinché l’amministrazione comunale fosse attenta nella politica della casa per i residenti, fosse consapevole che il patrimonio delle giovani coppie e delle generazioni a venire non fosse obbligato ed emigrare. Il mio ricordo, che ho già pubblicato, è quando Il Cupolone, organo della parrocchia San Giovanni Battista, riportò un articolo di don Ranoisio. Il tema era proprio il disinteresse crescente di chi favoriva la speculazione (sic) ai danni della comunità più bisognosa di trovare un alloggio in affitto. Ebbene trascorsero un paio di mesi e per due volte fu convocato dal vescovo. Per farla in breve don Alessandro, tra i seminaristi più intelligenti con i quali ho convissuto, ubbidì al trasferimento. Ci ritrovammo tante altre volte, soprattutto nel periodo della sua malattia. Non potevano mancare i ricordi di Loano, da ‘buon viso a cattiva’ sorte e a chi aveva brigato per il suo trasferimento. Che onore!
2/L’EX AGENTE IMMOBILIARE BENESTANTE E PUBBLICO AMMINISTRATORE CON FI/ GB. CEPOLLINA
“Ieri ho partecipato, in rappresentanza del Comune di Loano insieme ad altri amministratori, alla conferenza dei servizi per la nuova tratta ferroviaria tra Finale e Andora. Un’opera da 2,6 miliardi di euro che dopo decenni di attesa sembra finalmente avviarsi verso la realizzazione.Il nostro Comune non può che esprimere parere favorevole: dei 14 passaggi a livello che verranno eliminati, ben 7 sono a Loano. Lo spostamento della fermata a Borghetto Santo Spirito sarà ampiamente compensato da benefici enormi in termini di qualità della vita, riduzione del traffico cittadino, sicurezza idrogeologica (penso al vecchio ponte del 1872 sul torrente Nimbalto) e attrattiva turistica con il possibile riutilizzo della vecchia tratta a fini ciclabili.
