Nel tragico momento del bisogno la solidarietà è l’ancora di salvezza alla quale aggrapparsi.
di Gian Luigi Taboga*
Esiste una solidarietà interpersonale, una di gruppo, una delle istituzioni ed una ben strutturata e collaudata che è quella che fa capo all’associazionismo.
Le Associazioni riconosciute dalla nostra Costituzione come un vero e proprio supporto di carattere sindacale, economico , culturale , scientifico , religioso. solidale, professionale e di promozione sociale svolgendo un ruolo indispensabile ed insostituibile per la vita del nostro Paese.
Purtroppo esistono anche le “associazioni a delinquere” fonte di contagio malefico e di degrado, insediatesi in larghi strati ed a vari livelli della nostra società incivile; è doveroso credere che le forze dell’ordine la magistratura possano debellarle facendo crollare il muro di omertà che spesso le difende.
Questo è un impegno decisivo che deve coinvolgere tutti.
Il volontariato è il motore ed il volano delle associazioni e solo se viene rivalutato il ruolo degli iscritti si può sperare in un futuro migliore per l’intera società civile.
Occorre eliminare certe baronie che si sono create nel corso dei decenni, occorre riscoprire i principi che hanno ispirato a suo tempo i padri fondatori delle singole associazioni, adattandoli ai bisogni di oggi e del prossimo futuro.
La sete di grandezza e la progressiva burocratizzazione ha spinto le “costellazioni associative “ a diventare “ vere e proprie galassie” dove la voce del singolo si perde nel vuoto dell’infinito, passando dal primordiale associazionismo alle varie Confederazioni di ogni ordine e grado che nulla hanno da invidiare alle Istituzioni dello Stato.
Si è creata una gerarchia di funzionari , di burocrati e di manager spesso inamovibili, con corrispettivi che nulla hanno a che vedere con il primordiale volontariato.
Esistono due principali motivi per riscoprire certi valori e trovare nuove strade:
1) Gli interessi generali e diffusi.
2) Il valore dell’individuo in quanto componente essenziale della democrazia.
La nostra Costituzione prevede a tali fini la collaborazione fattiva tra i cittadini e chi li rappresenta e il diritto alla sussiediarietà nelle forme e nel rispetto delle leggi e delle norme vigenti.
Le forze politiche, i partiti , i movimenti , le associazioni avrebbero ben validi motivi per ponderare tali concetti e tradurli in atti concreti, tali da incentivare la partecipazione dei cittadini e renderli artefici responsabili del loro presente e dell’avvenire dei loro figli.
Le condizioni migliori sono quelle offerte da un momento di crisi e di transizione come quello attuale, ci auguriamo per noi tutti di saper cogliere l’occasione propizia.
Per ASSOUTENTI Savona Gian Luigi Taboga.
2/Vedi il ‘caso disabili’ riportato anche da Trucioli.it-il 22 maggio 2025– Borghetto S. Spirito. Assoutenti: Il ‘caso disabili’ all’Autorità Garante nazionale. Tutelare il Comitato di Solidarietà.
COMMENTO DI TRUCIOLI.IT – C’è chi aveva già dato per scontato il trasferimento alla residenza protetta ‘Mons.Pogliani‘ di Loano, indicando anche il mese di giugno. La reazione delle famiglie dei ‘disabili’ ospitati al ‘Sestante’, con plauso unanime, è stata ferma ed ha interessato enti pubblici, associazioni, autorità istituzionali. La tattica dell’Asl 2, con il suo direttore generale che ha ‘chiesto lumi e aiuto‘ all’assessore regionale alla Sanità, è stata quella del ‘dialogo’ e del confronto, del rinvio, ovvero lasciar decantare gli ‘animi più focosi’. E’ un consolidata tecnica. La motivazione ufficiale è quella del risparmio perchè la struttura di Borghetto, pur essendosi resa disponibile a rivedere la convenzione con costi minori a carico dell’Asl stessa, pesa sul bilancio Asl 2 in termini eccessivi. E questo non accadrebbe con il trasferimento a Loano. L’ultimo ‘giro di valzer‘ è stato forse ridicolo. L’Asl propone: ‘Non trasferiamoli a Loano, cerchiamo una struttura idonea a Borghetto‘. C’è da piangere per non ridere. C’è qualcuno che conosce, a Borghetto, una potenziale altra sistemazione dei disabili?
Ma perchè- fa riflettere – non è mai stata pubblicata la notizia che al ‘Pogliani di Loano‘ hanno ridotto drasticamente i posti letto che erano 60, su un totale di 80, come si legge sul sito internet, per il servizio di riabilitazione. Anche i ‘tagli’ complessivi si sono ripercossi sugli stessi ricoveri, ad esempio, quando una persona operata aveva anche necessità di cure di ‘medicina’. Ora è l’Asl che valuta, di volta in volta, in quale struttura pubblica il paziente operato deve essere indirizzato sulla base di una specifica valutazione, tempi di degenza compresi.
Oltre al ‘Pogliani’ l’Asl ha convenzioni con il ‘Ruffini‘ di Finale Ligure e il ‘Trincheri‘ di Albenga, la ‘San Michele‘ invece ospita soprattutto chi, dopo l’operazione, porta una ‘protesi’. Insomma viene da pensare che anche il ‘Pogliani’ sia stato ‘penalizzato’ e come ‘ricompensa‘ possa ricevere i ‘disabili’ del Sestante. Altri tagli Asl2 riguardano la lungodegenza sempre nelle strutture convenzionate, cioè il caso di persone perlopiù anziane. Tagli per risparmiare sulla sanità pubblica, ma si parla poco o nulla degli sprechi e quali quelli individuati, accertati finora. Eppure non è difficile ascoltare le confidenze, non abituali, di chi lavora per le Asl, negli ospedali pubblici, quali settori siano interessati dai risparmi e soprattutto il confronto con le cliniche private convenzionate, parliamo soprattutto di strutture del Basso Piemonte e della Lombardia. Quale sia, inoltre, la ‘redditività’-produttività, soprattutto, pro capite dei camici bianchi, molti dei quali, al di fuori dell’ospedale, hanno impegni fissi professionali con poliambulatori privati che proprio in provincia di Savona hanno raggiunto un record interregionale rispetto alla popolazione residente. Un motivo, una ragione, dell’esplosione ci sarà pure. Le Asl se lo sono posti?
La politica che, dopo le riforme, ha messo le ‘mani sulla sanità‘, con i risultati che sono lapalissiani – non parliamo delle regioni disastrate del Sud Italia – fino a quando potrà fare e disfare? Il governo di destra avrà la forza, ma non sembra, di cambiare, di sottrarre la sanità alle Regioni e al ferreo controllo sulla Sanità pubblica dei politici di turno sulla sella di comando? Da parte sua la sinistra al governo nazionale o regionale non aveva certamente dato il buon esempio, la coerenza. Gli interessi privati sulla sanità non dovrebbero essere a discapito, come sta accadendo sempre di più con il governo Meloni, del Servizio sanitario nazionale finanziato con l’Iperf e da chi paga le tasse. E il 90 per cento, conferma l’Istat, è a carico dei pensionati e dei dipendenti a libro paga. E solo 42 mila contribuenti dichiarato un reddito superiore a 300 mila euro l’anno.
3/COMUNICATO STAMPA -PD Albenga- Comunicare è un atto politico.