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Liguria e Basso Piemonte

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Imperia, la ‘cura da cavallo’ del locale PD? Far morire, per litigiosità, chi è già ammalato


C’è da meravigliarsi? Non proprio. La sinistra, da decenni, ha trovato il gene per far morire chi è già ammalato.

Se le recenti elezioni comunali, a Genova, dopo gli screzi nel Pd per il candidato sindaco, hanno dimostrato che uniti si vince (compresi gli alleati), a Imperia va in scena una per nulla inedita pietosa autodistruzione.

Si legge sui social locali. Il ‘battitore’ Imperia Post – direttore Andrea Pomati, già caporedattore di successo della defunta Imperia TV (non per colpa sua) e poi collaboratore de La Stampa- titola: “Il Pd imperiese sempre più spaccato. Dopo la frattura con Bracco, Berlanda verso le dimissioni e Bagnasco punta al Direttivo cittadino”.

Non abbiamo entrature nel Pd imperiese, siamo sempre stati convinti, per esperienza, con 57 anni di cronaca regionale, che divisioni e lacerazioni quando hanno il sopravvento sul confronto, sulla mediazione (senza compromessi al ribasso quando si tratta di moralità pubblica, di difesa degli interessi collettivi), sono il modo migliore per ‘regalare’ la vittoria elettorale agli avversari politici, non già quelli personali, per motivi personali.

Certamente leggere quanto sta accadendo nel Pd imperiese che ha avuto nella sua storia personaggi di grande caratura, rettitudine, spirito di abnegazione e di servizio al partito e alla comunità, lascia sconcertati. Il Pd che ‘naviga’ nella provincia che da decenni è terra e mare della ‘balena azzurra’, dei primi e più attivi fedeli berlusconiani. Forse si dimentica che in una tornata elettorale nazionale, se la Sicilia dei condannati per mafia aveva premiato gli ‘azzurri di Forza Italia’, conquistando tutti i seggi parlamentari, la provincia di Imperia si era classificata al secondo posto.

La Provincia che, ormai nessuno ricorda, vide tra i testimoni esponenti mafiosi nell’ambito della prima inchiesta-scandalo in Italia che coinvolgeva (con condanne passate in giudicato) il presidente socialista della Regione, Alberto Teardo, candidato non eletto alle politiche che si svolsero dieci giorni dopo la retata con 14 arresti eccellenti, tra presidente della Provincia, dell’Istituto Case Popolari, sindaci, imprenditori, assessori comunali, funzionari pubblici. E che il Teardo Bis fu ‘seppellito’ in circostanze mai chiarite dove continuavano ad emergere anche ‘personaggi’ imperiesi.  Nel primo processo erano emersi pure dazione di assegni per svariati milioni giustificati da prestiti personali. Inoltre dagli atti della prima inchiesta emergevano contatti (ci furono interrogatori) pure di esponenti di primo piano dell’allora Dc imperiese e non solo.

Imperia provincia che ha un personaggio politico di livello nazionale, Claudio Scajola, già ospite delle patrie galere, ex tavianeo che aveva profondamente deluso il suo testimone di nozze, Paolo Emilio Taviani come Trucioli.it ha più volte rivelato per testimonianza personale. Negli anni è stato Scajola stesso a rivelare di essere stato coinvolto in tre processi che hanno riguardato accuse di finanziamento illecito ai partiti e corruzione, con particolare attenzione al periodo in cui era Ministro dello Sviluppo Economico. Nel 2015 il settimanale Panorama, in copertina titolava: Claudio Scajola, 11 processi finiti in nulla. L’ex ministro aggredito da una lunga, ingiusta, gogna mediatico-giudiziaria. Ora chiede velocità per 2 procedimenti penali superstiti.

Scajola che aveva persino annunciato, riporta ancora il settimanale non certo simpatizzante della sinistra, la sua iscrizione al Partito Radicale Transnazionale, condividendo le battaglie per la giustizia.

Da allora sono seguite altre indagini, iscrizioni nel registro degli indagati, assoluzioni, processi in attesa di giudizio. Non passa settimana senza che le cronache non raccontino di un duro scontro, su questo o quel tema, con esponenti consiliari e non del Pd imperiese.

Ebbene ora la stessa sinistra sembra voler omaggiare Scajola e la destra, con un spettacolari fuochi d’artificio tra le sue file, ovvero consiglieri ed esponenti del locale e provinciale Pd. Tutto alla luce del sole, senza leggere mai un’autocritica, cosa che non accadeva ai tempi della Dc e del Pci. I ‘duellanti’ pensano davvero di favorire pure se stessi di fronte agli elettori fedeli e potenziali? Almeno su questo i cittadini hanno maggiore memoria. Ovviamente il suicidio politico non comporta alcuna iscrizione nei registri della Procura della Repubblica, semmai è il viatico per l’agonizzante, di chi è destinato quantomeno a restare, nell’immediato futuro, in seconda fila, claudicante. Chi ha più ‘farmaci’ li utilizzi per ‘placare i litigiosi’. (l.c.)

ARTICOLO DI IMPERIA -POST DEL 8 luglio 2025-  Nel Pd di Imperia non si placa l’onda lunga della crisi generata dal cambio di capogruppo in Consiglio comunale.

Nel Partito Democratico di Imperia la crisi generata dall’improvviso cambio di capogruppo in Consiglio comunale si è tutt’altro che risolta e sembra ormai che il segretario cittadino, Paolo Berlanda, sia a un passo dalle dimissioni.

La miccia si è appunto innescata con la sostituzione del capogruppo in Consiglio comunale: fuori Deborah Bellotti, dentro Loredana Modaffari, per decisione di Ivan Bracco, con il supporto di Daniela Bozzano. Un trio compatto di combattivi consiglieri che alla fine, in barba a precedenti accordi di partito, ha fatto valere i numeri come del resto prevede il regolamento dello stesso Consiglio comunale.

Questa mossa ha destabilizzato non solo il gruppo consiliare, ma anche l’intero gruppo dirigente e il direttivo a quanto risulta non è più stato convocato e anzi gira voce che qualcuno abbia persino abbandonato la chat ufficiale. E non si è nemmeno registrato l’intervento del segretario regionale Davide Natale.

Il Pd imperiese appare sempre più diviso: in passato c’erano le correnti che facevano riferimento a Giovanni Barbagallo e ad Antonio Nuccio De Bonis. Ora a queste si sono aggiunte quella di Edoardo Verda Deborah Bellotti, sostenuti anche da Marco Bagnasco, che altre indiscrezioni dicono essere pronto a prendere il posto di Berlanda, nonostante l’opposizione di altri Dem storici. E poi c’è ancora la nuova corrente di Ivan Bracco, che pare aver trovato anche l’appoggio di Barbagallo.

Ciliegina sula torta l’addio del segretario provinciale Cristian Quesada, legato all’accordo che lo ha portato a fare il vicesindaco di Fabio Perri (ex Fratelli d’Italia) a Vallecrosia. Il suo addio ha dato avvio a una sorta di devastante “liberi tutti”. Al suo posto per ora c’è la reggente Rosanna Brun, già sindaco in passato a San Bartolomeo al Mare, donna tenace e politica di esperienza, cui spetta l’arduo compito di cercare almeno di tenere insieme i cocci.

Il Pd imperiese all’occhio esterno appare oggi più che mai diviso, soprattutto a causa di personalismi e lotte intestine che non fanno mai bene a nessuno. Figuriamoci a un partito politico cui spetterebbe il compito di creare un’alternativa credibile in una provincia dove gli oppositori hanno quasi sempre avuto gioco più facile. Forse per il Partito Democratico imperiese è giunto il momento non tanto di cambiare i volti, anche se qualche iniezione di novità, come in tutti i partiti, non guasterebbe, ma più che altro di cambiare decisamente rotta.

A cura di Andrea Pomati

IL COLLAGE PD DI IMPERIA POST

 


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