L’input determinante è giunto, a sorpresa, dall’Argentina. “È stato allora che ho deciso di estrarre dal cassetto i racconti già pronti e di completare quelli rimasti in sospeso”, conferma Stefano Delfino, giornalista e scrittore, e racconta come è nato “Quei mandarini profumano ancora” (Antea Edizioni, Taggia).

Spiega Delfino: “L’occasione di pubblicare Quei mandarini profumano ancora è venuta con un paio di fortuite circostanze. la prima: l’incontro con l’editore Angelo Giudici che, dopo aver trovato su una bancarella dell’usato Quel profumo di mandarini, mi ha detto di essere interessato alla sua ristampa. La seconda: dalla città argentinal di San Lorenzo, ho ricevuto il messaggio di una signora che da otto anni studia l’italiano: ‘Sono Mariana. Nella biblioteca del Centro Ligure mi hanno prestato Quel profumo di mandarini, che sto leggendo con molto entusiasmo. Le storie sono bellissime’. Un segno del destino”.
L’autorevole prefazione é del professor Roberto Trovato, già docente all’Università di Genova e presidente del DAMS a Imperia: “Caratterizzato da freschezza e originalità, il volume presenta un autore maturo. Il libro rivela un serio impegno civile, perché tratta temi di spessore etico ma privo del tutto di didascalismi noiosi. Grazie ad uno stile terso e pregnante, schietto e rapido, incisivo, limpido e tagliente, l’autore schizza con notevole bravura i personaggi colti nel loro ambiente e alle prese con piccoli e grandi problemi quotidiani. Delfino orchestra e amalgama i suoi racconti, a tratti leggeri e divertenti, altre volte pensosi, percorsi, sostanziati e innervati da una fine ma bruciante ironia. Ed anche per questo si rivela un narratore di sicura efficacia. Dal suo microcosmo si sprigionano tematiche impegnative: dall’insensatezza della guerra alla crisi del mondo del lavoro e all’ottusità di certa burocrazia”.
