Trucioli

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Ben prima dell’era Trump II: ‘oggi l’economia è dalla parte della pace’. Si è rotto il volano che vedeva l’interesse economico sostenere le guerre


Il filosofo politico Michael Walzer sulla strategia dell’amministrazione Trump II: «Fa accordi e vuole un mondo sicuro per questo tipo di economia globale”.

di Sergio Bevilacqua

Non mi rassicura il fatto che Walzer sia un filosofo e nemmeno che sia un filosofo politico. Io non trovo referenziale sociologicamente la figura del filosofo politico, ma non è così per quasi tutto il mondo. Ed è per quasi tutto il mondo che lo cito, sperando che nella beata subordinazione dell’opinione pubblica alle grancasse mediatiche e ad approcci superati come la semplice geopolitica, filosofia politica, si acquisisca un concetto importantissimo (vedi https://italia.reteluna.it/it/guerra-ed-economia-oggi-in-8-capitoli-perche-e-decaduta-l-analisi-geopolitica-AtZcQ.html ). Ma si badi bene: esso non viene, come in filosofia nel caso sopra, da una semplice mente magari finissima, fosse anche la normalissima mia, ma da una prassi di tipo clinico-sperimentale, propria della mia Sociatria Organalitica e dei suoi mille casi clinici.

Che l’analisi della casistica clinica sistemica delle società umane sia uno strumento di enorme validità scientifica e previsionale e costituisca una fonte di oggettivazione potentissima, lo dimostra il fatto che i filosofi arrivano solo ora al concetto “un mondo sicuro per l’economia globale”, con tutto lo scetticismo delle opinioni, mentre io, sociatra organalitico, avevo già stigmatizzato questa situazione ben prima dell’era Trump II.

E va detto che Trump II è un interprete lucidissimo e magistrale, mentre i suoi predecessori (e lui stesso nel Trump I…) hanno cincischiato e pasticciato, mescolando appelli, valori strumentalizzati, falsità palesi e ben nascoste, uso forsennato della manipolazione informativa, biechi interessi personali nascosti con senso di colpa o infingardaggine, ideologie vetuste, cerchiobottismo, e chi più ne ha più ne metta, mettendo in condizione gli elettorati di non credere più a loro e a votare altro o altrimenti.

L’unica cosa che serve concretamente, non moralmente soltanto, all’umanità oggi, e anche il nuovo Papa Leone XIV l’ha seriamente fatto notare, è la PACE. Perché è con la pace che l’economia cresce, non alimentando con aria viziata un polmone artificiale come le spese belliche, che poi qualcuno deve pagare… Nel caso della Federazione Russa, ad esempio, Stato con istituzioni pressoché totalitarie, ciò avverrà attraverso lo stato Federale, committente e consumatore di armi: chi pagherà quindi? I grandi capitali degli oligarchi oppure il popolo direttamente, in modo subdolo con imposte ecc. ecc.? Perché come sanno anche i bambini, le armi una volta prodotte si consumano, non si vendono, ma vanno comunque realizzate e ciò costa… L’economia di guerra è oggi in particolare una malattia dell’economia: si chiama autofagia economica, e fa pendant con la distruzione e non con la creazione del valore, che è il merito stretto della vera economia.

Quando essa può funzionare? Quando la violenza dell’appropriarsi di cose altrui con la guerra produce acquisizioni economico-patrimoniali superiori al valore consumato in armi. Ecco qual è, tra l’altro, il problema che ha Putin a sedersi al tavolo del negoziato pur da posizione di forza: ha fatto la guerra, ha speso miliardi di dollari in armamenti, sacrificando mille e mille vite di russi, e ora deve fare un conto vantaggioso, e molto (sapendo oltretutto che le vite degli esseri umani non hanno prezzo), e la strada è sempre più stretta, perché se si ferma l’industria bellica e il suo finanziamento con i soldi dei russi, oligarchi oppure popolo, allora sì che le sanzioni e l’isolamento si farebbe sentire… Si ecciterebbero così spiriti ben più salubri (economico-finanziari, che non son santi, ma nemmeno il diavolo in carne e ossa com’è la guerra) anche dei viciniori (leggi Cina) che farebbero un altro conto a Putin, misurerebbero la vera forza dell’Impero Russo, con la deterrenza nucleare a bloccare l’unico asset strategico (i. e. arsenale atomico), pena logiche Sansone-Filistei. E così sarebbe la sua fine.

Stiamo parlando di un futuro antropologico, con l’Homo Economicus che cancella tutte le tracce di violenza neanderthaliana ancora presenti nell’Homo Sapiens, e che affida finalmente alle concertazioni economiche il suo destino, e non alle orride guerre e agli schiaffoni “perché son più grosso”.

Cancellare le parole di violenza dice moltissimo, grazie Papa Leone XIV… Significa, anche, non fare più dei trattati dopo delle guerre, perché non si sono più fatte guerre. L’indirizzo morale è chiaro: la religione, la credenza cristiana ne è conformata da 2000 anni abbondanti e s’incontra con il più sano pensiero asiatico che ascende dal 4000 a. C. fino a Gandhi.

Il nuovo trumpismo mostra come possa essere l’economia l’albergo dell’ostilità umana, e non le guerre: e vede gli Stati come infrastrutture di difesa degli esseri stanziali, i popoli e molte aziende, e non come sola longa manus di pericolose accolite di folli individualisti in forma di lobby o oligarchie economiche. L’economia globale è già al di sopra degli Stati anche quando essi sono enormi in vari modi, per estensione, demografia, risorse territoriali, financo capacità militari…

E per la prima volta il potere economico apolide e globale non vuole guerre: giuste o sbagliate, perché proprio oggi per essa sono sempre in qualche modo sbagliate. Si è rotto il volano che vedeva l’interesse economico sostenere le guerre: le aziende economiche sono realtà razionali, non buone o cattive, e se una distruzione comporta soltanto un ripristino, per di più nell’incertezza di chi lo realizzerà, essa non serve, è un rischio da dementi. Una volta, quando c’era tanto da fare con l’industria, una distruzione poteva essere un buon business; si distruggeva 100 e grazie allo slancio del ripristino di questo 100, si poteva costruire 150, 200, 300… Oggi non è più così: non vale la pena di rischiare di distruggere 100 se poi non si ricostruisce nemmeno quello, e magari va a finire che lo fa un altro…

Ciò detto, a ribadire che la clinica sociologica, la sua più evoluta espressione, la Sociatria Organalitica, è in grado di produrre visioni di grande lucidità strategica, perché si è calata moltissime volte nella visione globale dell’organizzazione della specie umana, con casi in corpore vili di società umane studiate e trattate in termini evolutivi con constatazione di risultati, e ha desunto aspetti conoscitivi che nessun semplice pensiero filosofico è in grado di provare.

Grazie, comunque, a filosofi e maghi della conoscenza, se la loro sfera di cristallo può servire a convincere la popolazione verso ciò che è vero e opportuno per l’Uomo e per la vita sulla Terra. O anche altrove, perché no…

Sergio Bevilacqua

 


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