Una delegazione del Partito Radicale in prossimità della Pasqua ha visitato gli istituti penitenziari della nostra Regione. Deborah Cianfanelli si è recata a LA SPEZIA (il 20-4,) Angelo Chiavarini e Stefano Petrella presso la Casa Circondariale di MARASSI (il 22-4) e la Casa di Reclusione di CHIAVARI (il 23-4), Stefano Petrella presso la CC di SANREMO (il 24-4).
di Stefano Petrella
A MARASSI la sorpresa è quella di incontrare una visita di magistrati tirocinanti che si svolge in contemporanea alla nostra. E’ una bella sorpresa, ma meno piacevole è scoprire presto di essere costretti a un brevissimo giro nelle sezioni perché il responsabile del loro tirocinio non desidera che possano condividerla con noi. Marassi è molto grande e non ci sarebbe problema a dividersi, ma è un ottimo pretesto fornito al Vice Comandante Beneventi per non farci vedere quasi nulla, se non il primo piano del SAI e poco altro.
Non è una così grande sorpresa: Marassi ha 701 detenuti presenti su una capienza regolamentare che per lungo tempo è stata indicata dal DAP di 450 posti e recentemente elevata (senza che siano aumentati celle e mq) a 530, 372 sono stranieri, 365 scontano pena definitiva e altri 76 hanno almeno una condanna definitiva, ma la seconda sezione che li ospita è a “regime ordinario” (solo 4 ore d’aria) e i posti di lavoro per datore esterno 1 solo, il panificio resta chiuso (erano 6 posti ben retribuiti), la falegnameria è in riapertura (darà 2 posti di lavoro). Una bella realtà è il Polo Universitario a cui è stato dedicato un piano della 6° sezione a regime aperto, attrezzato per lo studio e dotato di una sua biblioteca, 12 i presenti, altri 4 detenuti dell’Alta Sicurezza sono iscritti al Polo.
A detta della Direttrice la capienza “tollerabile” andrebbe calcolata in 700-750 detenuti che non costituirebbero sovraffollamento, affermazione molto azzardata che ha ben poco a vedere con la realtà .
Riguardo la Penitenziaria mancano agenti assistenti (almeno una trentina): dai numeri della pianta organica non sembrerebbe, ma va considerato che il nucleo traduzioni (40 agenti) attinge dagli effettivi della pianta e quindi c’è una evidente carenza.
Un grande problema è l’assistenza sanitaria per via del grande afflusso da altri istituti di detenuti considerati “incompatibili con il regime carcerario se non in istituto dotato di SAI (il Centro Clinico)”, ma a Marassi al SAI non c’è posto per tutti e molti afflitti da gravi patologie (anche tumorali) finiscono in sezione. L’approccio del Dirigente Medico (in precedenza perito del Tribunale) è molto ruvido e spesso capovolge referti e indicazioni di colleghi di altri istituti, negando cure e supporti ad alcuni detenuti e spiegazioni a chi gliene chiede conto come è capitato a noi. Un altro punto dolente è la sistemazione in isolamento di pazienti psichiatrici problematici che vengono lasciati in cella in condizioni di sporcizia e abbandono; la risposta che ci viene data è che se sporcano loro la cella sarebbe scorretto fornirli di un caregiver, ma visto che lo fanno a causa del loro stato questo discorso punitivo non regge affatto.
A noi sembra che il Dirigente Medico dovrebbe modificare il suo atteggiamento e che diversamente sarà lui stesso a mettersi in condizioni di incompatibilità con l’esercizio del suo ruolo. 6 persone hanno perso la vita a Marassi nel 2024 (4 per suicidio) e un nuovo suicidio vi è avvenuto un mese fa, su alcune di queste morti sono in corso inchieste e due interrogazioni di Roberto Giachetti attendono risposta.
Nella Casa di Reclusione di CHIAVARI a riceverci troviamo la Direttrice Darlene Perna, la nuova educatrice e l’esperto e attento ispettore Di Guardi .
66 detenuti su 52 posti regolamentari (anche qui c’è sovraffollamento), 28 gli stranieri e una trentina i tossicodipendenti, 9 i semiliberi e 4 gli art. 21; 30 gli agenti assegnati su una pianta organica di 37, una carenza di piccoli numeri, ma particolarmente sentita vista l’esigenza frequente di traduzioni e la presenza di un solo agente sui 4 previsti per il nucleo.
Le celle sono aperte da mattina a sera, il clima appare buono, la biblioteca/mediateca voluta dalla precedente Direttrice è rimasta al suo posto, la presenza di volontari e attività interne è aumentata ed è nuovamente attivo un laboratorio teatrale; un tentativo di introdurre attività lavorativa interna (si sarebbe trattato di assemblaggio di tergicristalli) non è andato a buon fine a causa della carenza di spazi idonei, il problema maggiore di questo piccolo istituto, ma altri tentativi sono in atto; ci viene fatto presente che il budget previsto per le mercedi è inadeguato ed è stato ridotto, costringendo a sottopagare il lavoro interno, l’unico al momento disponibile.
A SANREMO il clima è più sereno di altre volte e nessun incidente turba la visita durata dalle 10 alle 18; a ricevermi la Direttrice Cristina Marrè, nel giro mi accompagnano una pazientissima ispettrice e le educatrici Martina Monteleone e Giuseppina Palumbo.
255 detenuti (su 221 posti regolamentari), una ventina di meno rispetto a gennaio, più del 60% sono stranieri e oltre 200 hanno almeno una condanna definitiva (tra loro diversi ergastolani), ma i posti di lavoro continuano ad essere soltanto i 4 della Coop. Art. 27; solo 2 i semiliberi e 3 i detenuti in art.21 (ma tutti interni), un unico detenuto fruisce di permessi.
4 educatori (rispetto ai 5 precedenti), due mediatori culturali in attesa di prendere servizio, un nuovo psicologo destinato ad occuparsi dei nuovi giunti, lo psichiatra è presente un giorno a settimana per poche ore, ma è il Dottor Ardissone ex-primario Ser.D. richiamato dalla pensione che si divide tra Imperia e Sanremo, l’ASL non è stata finora in grado di reperirne un altro.
In molti chiedono di Amnistia, Indulto e del Giubileo che Papa Francesco aveva inaugurato aprendo la Porta Santa a Rebibbia ed è davvero triste dovergli spiegare che di tutto questo non si parla, che la proposta di Giachetti sulla Liberazione Anticipata è stata confinata in commissione, che il Governo ha trasformato in decreto il DDL sicurezza introducendo ben 14 nuovi reati e 9 aggravanti e che tra questi c’è quello di “resistenza passiva” che potrebbe colpire anche forme di proteste civili e nonviolente da parte dei detenuti; certo il Parlamento potrebbe sfiduciare queste scelte e muoversi in tutt’altra direzione, ma finora non lo ha fatto e Rita Bernardini per sollecitarlo sta riprendendo il suo sciopero della fame.
La situazione peggiore all’isolamento dove troviamo neon rotti, pareti annerite, cassetti elettrici e suppellettili danneggiate e diverse celle inagibili; in una di quelle danneggiate si trova al buio in condizioni indegne abbandonato nella sporcizia (anche il wc è distrutto) un detenuto affetto da problemi psichiatrici, ma dai modi per nulla aggressivi che mi permette di entrare e ispezionare la cella; più tardi mi verrà spiegato dalla Direttrice che ha ridotto lui la cella in questo modo.
Almeno non si pretende come a Marassi che sia lui stesso a pulire quello che ha lordato, ma la soluzione non può essere lasciare persone in quelle condizioni senza assistenza, come accadeva nei vecchi manicomi.
Diversi detenuti rifiutano l’aria e restano 24 ore in cella per protesta contro le condizioni dei “passeggi” che non sono altro che piccoli cubi di cemento con una grata sopra, la stessa situazione si riscontra nel reparto “nuovi giunti” .
Il vitto che assaggio – con sicuro merito del cuoco – si presenta accettabile, ma i problemi del sopravvitto sono gli stessi di Marassi dove segnalazioni e esposti alla Procura si susseguono da due anni: i generi ordinati spesso non arrivano o sono di tipo diverso da quanto richiesto, le bombolette sono di marca diversa e non compatibili con i fornelli che spesso così si guastano, la carne arrivata a Pasqua era marcia ed è stata rifiutata dai detenuti (a Marassi era accaduto a Natale); se la Ladisa che ha ottenuto il servizio per la Liguria non è in grado di erogarlo correttamente non si vede perché il Provveditorato (tenuto ai controlli su come si svolge) non debba valutare la possibilità di revocarglielo e riassegnarlo .
Non riesco a recarmi presso il Padiglione C dei protetti, nel recente passato uno dei luoghi più critici, ma un corso di formazione per muratori e un laboratorio teatrale sembrano avere contribuito a migliorare il clima.
Per ultima visito la terza sezione seriamente danneggiata da disordini mesi fa e abitata quasi esclusivamente da detenuti nordafricani e proprio qui ricevo l’accoglienza più cordiale e la maggiore attenzione.
Sono moltissimi a portarmi le loro motivate richieste (di trasferimento per ragioni di studio e lavoro o riavvicinamento familiare, di una residenza per poter fruire di misure alternative esterne, di poter sapere dove si trovano i propri figli, di trasferimento a Imperia dove potrebbero ricevere le visite dei familiari e molto altro), non potrò fare altro che segnalarle alla Direttrice, agli educatori e al Garante Regionale.
Purtroppo sono un concentrato di quanto manca a Valle Armea, soprattutto maggiori opportunità di attività lavorative, pur essendo tra gli istituti della Liguria quello maggiormente fornito di spazi che potrebbero ospitarne.
Una grande occasione per cambiare il corso delle cose ci sembra l’istituzione anche a Sanremo di un Garante dei Detenuti, che potrebbe essere spezzare l’isolamento di cui l’istituto soffre e a trasformarlo in una struttura davvero volta al recupero e al reinserimento dei cittadini detenuti che ospita, il Consiglio Comunale di Sanremo la ha approvata nella seduta di martedì 29-4 .
Infine vogliamo segnalare la raccolta firme in corso sulla “Proposta di legge Zuncheddu” (33 anni trascorsi in carcere per un omicidio che non aveva commesso) promossa dal Partito Radicale che prevede per le vittime di ingiusta detenzione che abbiano chiesto risarcimento allo Stato un sussidio che permetta di vivere dignitosamente in attesa dei lunghi tempi (possono passare da 6 a 10 anni) previsti per il suo ottenimento.
A GENOVA, SAVONA e IMPERIA è possibile firmarla presso gli Uffici Elettorali dell’Anagrafe (in Corso Torino – Via Manzoni – Viale Matteotti), a Genova anche presso la Segreteria Generale del Comune (a Palazzo Tursi) e negli Uffici Distaccati dell’Anagrafe presso i 9 Municipi . Online si può firmare (utilizzando SPID o CIE) al link sottostante
https://firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/2000002
Stefano Petrella