Genova! Adesso basta! E sul serio! Dal 2011 al 2023 sono andati via dall’Italia 550.0000 giovani (18-34 anni). La politica è cosa sporca? Fanno quello che vogliono? Meglio girarsi dall’altra parte?
di Paolo Farinella, prete
Oggi dopo l’approvazione del piano di “EURearm” cosa succederà nella nostra città? L’economia di guerra già partita con l’invasione dell’Ucraina ha sottratto risorse a settori industriali esposti senza alcuna protezione europea, senza ammortizzatori per i lavoratori dell’acciaio, dell’auto motive e dei settori energetici.
L’economia spostata sul militare vuol dire ridurre gli investimenti sul sociale partendo dalla sanità, fornendo un ottimo alibi a chi ha come obiettivo la privatizzazione. Ne risentirà il lavoro. La lunga stagione di deindustrializzazione nazionale e genovese si aggraverà sempre più mentre i profitti per l’industria delle armi, già oggi alle stelle, aumenteranno.
Inutile dirvi che MAI COME OGGI C’E’ BISOGNO DI PENSARE, SCEGLIERE, RITROVARSI….
Tra non molto la cittadinanza genovese sarà chiamata alle urne per eleggere il nuovo consiglio comunale, il nuovo sindaco e quindi chi governerà una delle città più importanti del Paese.
Tutti gli indicatori statistici sulla qualità della vita segnano, ormai da molti anni, un lento e apparentemente inevitabile declino: Genova è la città più vecchia d’Europa e, per quanto riguarda la qualità della vita, nella classifica fra le 107 maggiori città italiane occupa il 54° posto.
Una città dove è sempre più difficile lavorare, curarsi in modo adeguato, abitare, in una parola vivere. C’è un Paese reale e un altro immaginario, propagandato dalla maggior parte dei partiti (che sempre meno propongono programmi e soluzioni praticabili) e dai media dominanti, che ci raccontano che va tutto bene.
Questa discrepanza è sempre più evidente a Genova dove il declino economico si trascina dietro il dramma di un lavoro sempre più povero e precario, un crescente consumo del suolo e del territorio a vantaggio della speculazione edilizia e finanziaria, una salute pubblica a livelli emergenziali e una sicurezza e coesione sociale polverizzate. Crediamo che sia indispensabile un deciso cambio di rotta nelle politiche amministrative affinché sia messo al centro delle scelte di politica urbana un modello di città alternativo.
La Rete Genovese dei comitati e delle associazioni che unisce e rappresenta i cittadini più attivi e impegnati per una città equa e solidale propone alla cittadinanza un momento di riflessione collettivo articolato in una assemblea in tre tempi, tre incontri, unite da un unico filo conduttore che è quello della partecipazione, coesione, sicurezza sociale. Ogni tematica verrà sviluppata secondo questa chiave di lettura.
Fra non più di un mese e mezzo, domenica 25 e lunedì 26 maggio 2025 andremo a votare per scegliere il Sindaco di Genova, dopo le dimissioni di Bucci che tifava per Bucci presidente di Regione, tradendo la fiducia dei cittadini che lo avevano votato per fare il sindaco e lì doveva restare inchiodato fino alla fine. Il suo collega e sodale, Toti, fu preso con la marmellata tra le dita. Lorsignori si accomodarono per spartirsi Comune e Regione come se fossero cose loro. Di fronte a questi comportamenti non etici né corretti, il popolo genovese nicchia, si disinteressa e si gira dall’altra parte, «tanto la politica è cosa sporca» e «io non faccio politica» come pure «fanno quello che vogliono» e via cantando.
Votare è un atto di civiltà per CONTROLLARE chi mandiamo al governo della Città, Regione e Parlamento. Se noi non votiamo, perché ci viene da vomitare, è quello che vogliono per esser liberi di fare ciò che vogliono. Se noi non votiamo, gli interessi della gente, della povera gente, non lo faranno certamente lorsignori, ma è sicuro che prenderanno decisioni che incideranno sulle nostre vite, sui pochi soldi che abbiamo, e sulle scelte dei vostri figli e nipoti che sempre più scappano dall’Italia.
Costoro che sono contro le «migrazioni», si rendono conto che l’«e-migrazione» è una immigrazione al contrario e per giunta costosissima? Dal 2011 al 2023 sono andati via dall’Italia N. 550.0000 giovani (18-34 anni). Il costo complessivo è stato di € 134 miliardi, cioè € 243 mila a testa [Fonte: Stefania Bernardini, giornalista freelance di ricerca per le maggiori testate nazionali].
Se non andiamo a votare siamo come i politicanti o politichetti/e che disprezziamo e diventiamo loro complici attivi perché gli lasciamo le porte aperte e ci lasciamo scassinare casa nostra e la casa comune.
PARTECIPAZIONE ATTIVA è il nostro slogan e il nostro impegno. Noi vogliamo esercitare la «sovranità» che ci spetta per diritto costituzionale. Non è permesso abdicare: lo impediscono i morti ammazzati, giovani, ragazze, donne e uomini che si fecero ammazzare perché noi potessimo esercitare questo diritto rivoluzionario: VOTARE.
Scegliere un candidato e semplice: come è arrivato/a alla candidatura? Quale processo democratico ha percorso? Leggere il Programma (se ne ha uno) e non le dichiarazioni davanti a un microfono che sono bugie fanfaronate. Cosa propone? Consumare ancora terreno in una Liguria senza più un’aiola di verde? Cementificare il più possibile per facilitare le alluvioni? Tra i candidati chi ha più sviluppato il senso del «bene comune», cioè l’interesse di tutti, l’unico che tutela quello di ciascuno? Sono solo due stringati criteri che farebbero la vera rivoluzione.
Paolo Farinella prete
Coordinamento a cura di Aretè Gruppo per la cittadinanza attiva
ALLEGATO 1- Genova: Questa è la città reale!
Popolazione: Genova città più vecchia d’Italia
– Classifica sulla qualità della vita: Genova passa dal 26°al 54° posto.
[Fonte: Sole24ore novembre 2024]
– Popolazione: [oggi]: 562.422 unità su 240 Kmq di superficie = 46.967 un. in meno rispetto al 2002.
– Indice di vecchiaia: Genova si distingue per un notevole sbilanciamento intergenerazionale evidenziato da:
265 anziani ogni 100 bambini (300 a Pegli; 358 a Borgoratti).
– Età media: 49,2 a.
– Gli anziani sono il 29,1% (265 anziani); nella fascia da 65 anni in su: 55,8% > 75 anni.
– Anziani che vivono soli in abitazioni non di proprietà (condizione che li colloca in situazione di svantaggio
sotto il profilo socioeconomico): 9% dei residenti anziani. Nella zona di Ca’ Nova il 60% delle famiglie non vive
in case di proprietà.
– Popolazione giovane: fascia di età fino a 24 anni = 20% dei residenti
– Stranieri residenti: 57.840 unità (= 103 unità ogni 1000 abitanti)
– Tasso di disoccupazione: 7,9 % (13,7% in zone come Ca’ Nova, Campi, Cornigliano, Sampierdarena e Prè).
– Residenti privi di licenza media: 2,6 % (Campasso: 5,4%; Cornigliano: 4,4%; Prè, Maddalena e Teglia: 4,1%).
– Giovani che non studiano e non lavorano: 18 su cento (24,8 e 21 ogni 100 in quartieri come Cornigliano, Campasso, Prè, Bolzaneto Lagaccio, Molo e Teglia).
– Giovani fra i 18 e i 24 anni che, dopo la terza media, sono usciti dal sistema di istruzione: 13,8% (Capasso
25%).
[Fonte: ISTAT (giugno 2024): Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e degrado delle città e delle loro
periferie]
Emergenza abitativa
– Case sfitte a Genova: circa 40.000
– Case popolari: 10.300, di cui 2.000 sfitte.
– Sfratti esecutivi al 2023: 800, cui si sommano 1300/1500 ordinanze di sfratto.
– Famiglie interessate dal rischio di sfratto: 3500
– Graduatoria per assegnazione case popolari: 4000 domande, ma soddisfatte 100 l’anno.
– Affitti brevi: 1500 Genova (spec. centro storico).
– Costo medio affitto: € 400/550.
– Studenti fuori sede che non trovano affitto: 5000/6000.
Nota a margine: 50% dei pensionati non arriva a € 1.000 al mese.
[Fonte: SUNIA 2024].
Emergenza sociale
– Senza tetto a Genova: 3.000 (5° posto in Italia per numero di senza tetto).
[Fonte: SUNIA – settembre 2024]
– Senza tetto morti negli ultimi tre anni a Genova: n. 70 (a causa della durezza delle condizioni di vita in strada.
Nota a latere: Il 70% (= n. 49) aveva fra i 50 e i 70 anni
[Fonte ANSA- febbraio 2024].
– Persone in povertà assolta: n. 30.000 (1 bambino su 5): conseguenza: scivolamento del ceto medio verso
situazioni di povertà).
– Numero di accessi nei Centri di ascolto Caritas nel 2023: n. 4.100 (maggior parte a Sampierdarena e
Valpolcevera).
Nota a latere: le donne, che si rivolgono ai Centri di ascolto, rappresentano nuclei familiari sempre più deboli,
con minori e lavoratori sempre più poveri.
– N. di migranti a Genova: 10% dei residenti (= 562,42). Nella popolazione straniera aumentano i giovani adulti
(25-44 anni).
– Meno di 1 bambino su 5 usufruisce di asili nido o servizi integrativi finanziati dal Comune.
– 8xmille alle Chiese: Il 60% dell’8×1000 vanno per spese relative all’abitare (affitti, bollette).
Nota a latere: Aumentano le persone che sono ad un passo dal finire in strada.
[Fonte: Osservatorio delle povertà e delle Risorse Caritas Diocesana – 2023]
Disagio sociale
– Ultimi mesi del 2024: aumento del + 30% di richieste di intervento ai Servizi di salute mentale.
– Pazienti seguiti dal Dipartimento di Salute mentale e Dipendenze Patologiche dell’ASL3: 13.000, di cui il
15% ha meno di 27 anni.
– Richieste di cura fra i più giovani nel 2023: incremento dell’80% con crescita delle prestazioni del 114% e dei
ricoveri del 30% rispetto al pre-pandemia.
– I minori rappresentano il 30% dei giovani ricoverati nei reparti psichiatrici.
– Accessi ai servizi mentali nel 2024: 13.166, (+ 135 rispetto al 2023).
– Minori seguiti da Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza: 10.399 (7.892 nel 2022 e 8995 nel 2023).
– SERD (Servizi per la dipendenza): nel 2024 in cura: 7.149, di cui 1.214 con meno di 27 anni.
Dissesto geologico e ambientale
– Rischio di frane in città: 25% della superficie.
[Fonte ISTAT]
– Genova assediata da oltre 1000 frane. È a rischio il 10% delle case cittadine e 66.000 minacciate da crolli.
[Fonte: Ispra]
– Frane attive a Genova: 250 e quiescenti 500.
Nota a latere: Non servono grandi opere ma piccole opere, soprattutto con una manutenzione efficiente e costante (Renzo Piano parla di «ricucire il territorio»).
[Fonte: Convegno Ordine regionale geologi della Liguria – dicembre 2023]
– Quartieri costruiti su terrazzamenti: (Lagaccio, Quezzi, Castelletto): “I numerosi muraglioni senza la dovuta
manutenzione sono bombe ad orologeria”.
[Fonte: Dichiarazione di Francesca Salvarani, segretaria Consiglio Ordine Architetti di Genova – febbraio 2024]
– Alluvioni: 228.617 genovesi (circa 40 % dei residenti) vive in aree pericolose, 48.546 in aree a
pericolosità elevata. Un edificio su tre rischia di finire sott’acqua
[Fonte: ISPRA- Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia -maggio 2023]
– Vittime di alluvioni in città negli ultimi 50 anni: 88 persone.
– Genova al secondo posto fra le città del nord per eventi meteorologici disastrosi:
• 36 eventi stagionali);
• nel 2024: € 80 milioni i danni per maltempo in tutta la regione Liguria con danni enormi nel sistema
produttivo;
• nel 2023 erosione delle coste, causa mareggiate forti;
• in tutta la Regione, danni per € 50 milioni, causa frane
• nel 2024 danni per € 70 milioni solo per l’agricoltura.
[Fonte: Rapporto spiagge 2024- Report ARPAL 2024 e Osservatorio Regione Liguria 2024]
– Alvei fluviali: in Liguria, un quarto di suolo dentro la fascia di 150 mt dagli alvei fluviali è stato cementificato.
• Dal 2012 al 2024 la cementificazione aumenta in maniera esponenziale.
• A Genova la tombinatura dei corsi d’acqua è pratica usuale.
[Fonte WWF 2024]
ALLEGATO 2- COESIONE E PARTECIPAZIONE SOCIALE: QUALE FUTURO PER LA CITTÀ?
Tra non molto i cittadini genovesi saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo consiglio comunale, il nuovo
sindaco e quindi chi governerà una delle più importanti città del Paese.
Tutti gli indicatori statistici sulla qualità della vita segnano, ormai da molti anni, un lento e apparentemente inevitabile
declino: Genova è la città più vecchia d’Europa e, per quanto riguarda la qualità della vita, nella classifica fra le 107
maggiori città italiane occupa il 54° posto.
Una città dove è sempre più difficile lavorare, curarsi in modo adeguato, abitare, in una parola, vivere.
C’è un Paese reale e un altro immaginario, propagandato dalla maggior parte dei partiti (che sempre meno propongono
programmi e soluzioni praticabili) e dai media dominanti che ci raccontano che tutto va bene.
Questa discrepanza è sempre più evidente a Genova dove il declino economico si trascina dietro il dramma di un
lavoro sempre più povero e precario, un crescente consumo del suolo e del territorio a vantaggio della speculazione
edilizia e finanziaria, una salute pubblica a livelli emergenziali e una sicurezza e coesione sociale devastate.
Crediamo che sia indispensabile un deciso cambio di rotta delle politiche amministrative affinché sia messo al centro
delle scelte un modello di città alternativo.
La Rete genovese dei Comitati e delle Associazioni che unisce e rappresenta i cittadini più attivi impegnati per una
città equa e solidale propone ai genovesi un momento di riflessione collettivo articolato in tre assemblee pubbliche.
Le Assemblee saranno unite da un unico filo conduttore, che è quello della coesione, della partecipazione e della
sicurezza sociale. Ogni tematica verrà sviluppata secondo questa chiave di lettura.
1. Le mani sulla città: l’urbanistica del profitto.
GIOVEDI 27 MARZO 2025 Ore 17,00
Circolo Ricreativo CAP, Via Albertazzi 3/R, Genova
2. Lavoro e sviluppo economico in tempo di guerra.
SABATO 5 APRILE 2025 Ore 17,00
Palazzo Ducale, Munizioniere, Piazza Matteotti Genova
(a sinistra piano terra).
3. Salute Pubblica e tutela dei territori.
VENERDI 11 APRILE 2025 Ore 17,00
Circolo Ricreativo CAP, Via Albertazzi 3/R, Genova.