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Il dirigente scolastico/ Sicurezza sul lavoro. Scienza ed emozione. Guida alle normative


Quando si parla di sicurezza sul lavoro, l’immaginario collettivo tende spesso a ridurla a un insieme di regole, divieti e prescrizioni: norme da seguire, obblighi da rispettare, sanzioni da evitare. Una visione burocratica e spesso negativa, che la fa apparire come un costo, un peso, una difficoltà.

di Franco Calcagno

Eppure, la sicurezza è molto di più. È una scienza, con le sue leggi e i suoi principi, con una solida base di studio e ricerca. Ed è anche un’emozione, perché ha a che fare con la tutela della vita umana, con la prevenzione di rischi e tragedie, con il benessere delle persone. Sta a noi scegliere come viverla: possiamo considerarla un mero adempimento o possiamo trasformarla in una cultura diffusa, in una consapevolezza condivisa che coinvolge tutti, dai lavoratori ai datori di lavoro, dalle istituzioni ai cittadini.

Sicurezza: una questione di scienza- La sicurezza sul lavoro non è solo buon senso o rispetto delle regole, ma una disciplina che si basa su solide fondamenta scientifiche. Diverse scienze contribuiscono a definirla e a renderla efficace:

  • Fisica: studia il comportamento delle forze, degli urti, delle vibrazioni, dei movimenti e degli effetti di macchine e attrezzature. Capire la dinamica di un crollo, il funzionamento di un dispositivo di protezione o il rischio legato alle cadute significa applicare i principi della meccanica e della statica.
  • Chimica: molti ambienti di lavoro espongono i lavoratori a sostanze potenzialmente pericolose. La chimica aiuta a comprendere la reattività dei materiali, la tossicità dei composti, il rischio di esplosioni o incendi e le modalità per proteggersi.
  • Biologia e medicina: la sicurezza si occupa anche di salute. L’ergonomia, ad esempio, studia il rapporto tra il corpo umano e l’ambiente di lavoro, prevenendo malattie professionali. La medicina del lavoro analizza l’esposizione a inquinanti, il rischio biologico e le patologie legate alle mansioni svolte.
  • Psicologia e neuroscienze: l’errore umano è una delle principali cause di incidenti sul lavoro. La psicologia del lavoro aiuta a comprendere come ridurre lo stress, migliorare la concentrazione, favorire comportamenti sicuri e minimizzare i rischi dovuti a stanchezza, distrazione o sottovalutazione del pericolo.
  • Statica e ingegneria delle strutture: il rischio di cedimenti, collassi o malfunzionamenti di strutture e impianti può essere prevenuto solo attraverso un’accurata progettazione e manutenzione.

La sicurezza è, dunque, il risultato di una sintesi complessa tra diverse discipline, che richiede conoscenza, formazione continua e aggiornamento costante.

Normativa e cultura della sicurezza- In molti contesti, la sicurezza è percepita solo come un obbligo normativo. Certamente, le leggi hanno un ruolo fondamentale: esistono normative precise che stabiliscono i requisiti minimi di sicurezza nei luoghi di lavoro, obblighi per i datori di lavoro e diritti per i lavoratori. Tuttavia, il rispetto delle norme non è sufficiente. Una vera cultura della sicurezza nasce quando si va oltre la legge e si interiorizza l’importanza della prevenzione.

Le aziende che investono nella sicurezza non solo rispettano le normative, ma creano ambienti di lavoro migliori, riducono infortuni e malattie professionali, migliorano la produttività e il benessere dei lavoratori. Non è un caso che le realtà più avanzate abbiano programmi di formazione continua, sistemi di gestione della sicurezza e iniziative per coinvolgere i dipendenti.

La sicurezza, infatti, non può essere imposta dall’alto. Deve diventare un valore condiviso, qualcosa che tutti, dai dirigenti agli operai, considerano parte della quotidianità. Il cambiamento di mentalità è essenziale: non basta sapere quali sono i rischi, bisogna sviluppare un atteggiamento attivo e responsabile nei confronti della propria sicurezza e di quella altrui.

Sicurezza ed emozione: proteggere la vita- La sicurezza non è solo tecnica e scienza. È anche emozione, perché ha a che fare con le persone, con la loro vita, con il loro futuro.

Ogni incidente sul lavoro non è solo un numero nelle statistiche: è una persona che subisce un danno, una famiglia che viene colpita, un’azienda che perde un collaboratore. Dietro ogni misura di prevenzione c’è la volontà di proteggere le persone, di garantire loro un ambiente sicuro, di evitare sofferenze inutili.

Ecco perché è fondamentale raccontare la sicurezza in modo diverso, renderla coinvolgente, emotiva, vicina alla realtà delle persone. Formare i lavoratori non significa solo spiegare loro le norme, ma aiutarli a comprendere che ogni azione ha un impatto, che ogni comportamento sicuro può fare la differenza.

Esistono storie di aziende che hanno trasformato la sicurezza in un valore fondante, con risultati straordinari. Realtà in cui i dipendenti si sentono protetti, partecipano attivamente alle iniziative, segnalano i rischi e propongono soluzioni. Perché quando la sicurezza diventa parte della cultura aziendale, non è più un peso, ma una risorsa.

Formazione e professionalità: la sicurezza come scelta di carriera- Data la sua complessità, la sicurezza sul lavoro richiede professionisti preparati e qualificati. Non a caso, negli ultimi anni sono nati corsi di laurea e master dedicati alla sicurezza nei luoghi di lavoro, alla gestione dei rischi e alla prevenzione.

Figure come il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), il Coordinatore per la Sicurezza nei cantieri, gli esperti di sicurezza industriale o i tecnici della prevenzione sono sempre più richieste. Questi professionisti non si limitano a far rispettare le norme, ma analizzano i contesti lavorativi, propongono soluzioni innovative, sviluppano strategie per ridurre i rischi.

Investire nella formazione in materia di sicurezza significa costruire un futuro in cui il lavoro sia davvero un luogo protetto, dove le persone possano operare senza paura, con consapevolezza e serenità.

La sicurezza è il futuro- La sicurezza non è un costo, non è un ostacolo, non è un fastidio. È un valore, una scienza, una necessità. È l’unico modo per garantire che il progresso non avvenga a discapito della vita umana.

Sta a noi cambiare prospettiva: possiamo scegliere di vedere la sicurezza come un obbligo o possiamo trasformarla in un’opportunità. Possiamo limitarci a rispettare le norme o possiamo costruire una cultura della prevenzione, basata sulla consapevolezza e sulla responsabilità condivisa.

Perché la sicurezza non è solo scienza. È anche emozione. È protezione, rispetto, futuro. E soprattutto, è vita.

Le principali norme sulla sicurezza: un quadro essenziale- La sicurezza sul lavoro non è solo una questione di buone pratiche, ma è regolata da un complesso sistema normativo che ha l’obiettivo di garantire ambienti di lavoro sicuri e tutelare la salute dei lavoratori. Il rispetto delle norme è fondamentale per prevenire infortuni e malattie professionali, e per promuovere una cultura della prevenzione.

Vediamo le principali normative italiane ed europee che regolano la sicurezza nei luoghi di lavoro.

  1. Il Decreto Legislativo 81/2008: Il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro

Il D.Lgs. 81/2008, noto come “Testo Unico sulla Sicurezza”, rappresenta il pilastro della normativa italiana in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Questo decreto ha sostituito e integrato numerose norme precedenti, armonizzando la legislazione e introducendo un approccio sistemico alla prevenzione dei rischi.

Principali aspetti del D.Lgs. 81/2008:

  • Obblighi del datore di lavoro: il datore di lavoro ha il dovere di garantire un ambiente sicuro, fornire formazione e attrezzature adeguate, effettuare la valutazione dei rischi e adottare misure preventive.
  • Diritti e doveri dei lavoratori: i lavoratori devono rispettare le norme di sicurezza, segnalare situazioni di pericolo e utilizzare correttamente i dispositivi di protezione.
  • Valutazione dei rischi (DVR): il documento di valutazione dei rischi (DVR) è obbligatorio per tutte le aziende con almeno un dipendente e deve contenere l’analisi dei pericoli presenti in azienda e le misure di prevenzione adottate.
  • Formazione e informazione: il decreto prevede l’obbligo di formazione continua per i lavoratori, i preposti e i dirigenti in materia di sicurezza.
  • Sistema di prevenzione aziendale: l’istituzione di figure chiave come il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), il Medico Competente, il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) e il Coordinatore per la sicurezza nei cantieri.
  • Sanzioni e responsabilità: il decreto stabilisce sanzioni amministrative e penali per i datori di lavoro che non rispettano le normative di sicurezza.
  1. Normative europee sulla sicurezza: il quadro di riferimento

La legislazione italiana sulla sicurezza si inserisce in un contesto più ampio di normative europee. Il principio della “sicurezza integrata” è alla base della strategia dell’Unione Europea, che impone agli Stati membri di adottare standard minimi comuni in materia di sicurezza e salute sul lavoro.

Le direttive principali includono:

  • Direttiva 89/391/CEE (Direttiva quadro sulla sicurezza sul lavoro)
    • Introduce il concetto di prevenzione e gestione dei rischi.
    • Stabilisce il diritto dei lavoratori a essere informati e formati sui pericoli presenti nei luoghi di lavoro.
    • Prevede la responsabilità del datore di lavoro nella protezione della salute e sicurezza.
  • Direttiva 92/57/CEE (Cantieri temporanei e mobili)
    • Regola la sicurezza nei cantieri, introducendo l’obbligo di un Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) per prevenire incidenti in ambienti complessi.
  • Direttiva 98/24/CE (Agenti chimici sul lavoro)
    • Disciplina la protezione dei lavoratori esposti a sostanze chimiche pericolose.
  • Direttiva 2003/10/CE (Esposizione al rumore)
    • Stabilisce limiti di esposizione al rumore per evitare danni all’udito.
  • Direttiva 2006/25/CE (Radiazioni ottiche artificiali)
    • Protegge i lavoratori dall’esposizione a radiazioni nocive emesse da laser o altre fonti luminose artificiali.
  • Direttiva 2013/35/UE (Campi elettromagnetici)
    • Regola i livelli di esposizione ai campi elettromagnetici negli ambienti di lavoro.

Queste direttive sono state recepite dall’Italia attraverso specifici decreti legislativi, integrandosi nel Testo Unico sulla Sicurezza.

  1. Norme tecniche e standard internazionali

Oltre alle leggi nazionali ed europee, esistono norme tecniche volontarie che forniscono linee guida per migliorare la sicurezza sul lavoro. Alcuni degli standard più rilevanti includono:

  • ISO 45001:2018 – Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro
    • Questo standard internazionale aiuta le aziende a creare un sistema di gestione della sicurezza basato su miglioramento continuo, prevenzione dei rischi e coinvolgimento dei lavoratori.
  • OHSAS 18001 (sostituito da ISO 45001)
    • Precedente standard di riferimento per la gestione della sicurezza, ora superato dalla ISO 45001.
  • UNI EN 1050 – Principi generali per la valutazione del rischio
    • Fornisce linee guida per l’analisi dei rischi in ambito industriale.
  • Norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano)
    • Regolano la sicurezza degli impianti elettrici, prevenendo il rischio di incendi e folgorazioni.
  1. La sicurezza nei settori specifici

Esistono normative specifiche per diversi settori lavorativi, ognuno con rischi particolari:

  • Settore edile:
    • Il D.Lgs. 81/2008 dedica un intero titolo ai cantieri temporanei e mobili, introducendo il concetto di Coordinatore della sicurezza e il Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC).
  • Settore industriale:
    • Norme stringenti regolano l’uso di sostanze pericolose (Seveso III – D.Lgs. 105/2015) e la sicurezza degli impianti (Direttiva Macchine 2006/42/CE).
  • Settore sanitario:
    • Il D.Lgs. 81/2008 disciplina il rischio biologico e l’esposizione a radiazioni ionizzanti (D.Lgs. 101/2020).
  • Agricoltura:
    • Norme specifiche regolano l’uso di macchinari agricoli e la protezione dai prodotti fitosanitari.
  1. Sicurezza e responsabilità: il ruolo della formazione

La normativa non è efficace se non accompagnata da una forte cultura della sicurezza. Per questo, il D.Lgs. 81/2008 impone l’obbligo di formazione continua per tutti i lavoratori, con corsi specifici in base al livello di rischio aziendale.

I corsi devono essere erogati da enti accreditati e trattare argomenti come:

  • Normativa di riferimento
  • Identificazione e gestione dei rischi
  • Uso corretto dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale)
  • Procedure di emergenza e primo soccorso

Franco Calcagno


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Franco Calcagno

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