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Il dirigente scolastico: ‘L’importanza della riduzione dell’unità oraria per un impatto didattico positivo’


La scuola di oggi si trova di fronte a una sfida fondamentale: rendere l’apprendimento più efficace e adeguato ai tempi e alle modalità di concentrazione degli studenti.

di  Franco Calcagno

Una delle soluzioni più significative per raggiungere questo obiettivo è la riduzione dell’unità oraria di lezione da 60 a quanto decide il Collegio Docenti. Questa scelta comporterebbe numerosi vantaggi, sia in termini di didattica che di organizzazione complessiva del tempo scuola.

Ottimizzazione della soglia di attenzione

Gli studi di psicologia cognitiva dimostrano che la soglia di attenzione degli studenti si riduce drasticamente dopo i primi 20-30 minuti di lezione (Johnstone & Percival, 1976). Insistere oltre un certo limite con spiegazioni frontali rischia di essere inefficace e controproducente. Le teorie del carico cognitivo (Sweller, 1988) evidenziano come un sovraccarico di informazioni possa ridurre la capacità di apprendimento. Una riduzione della durata delle lezioni permetterebbe di focalizzare meglio i contenuti, eliminando quei minuti finali in cui l’attenzione cala drasticamente e l’apprendimento diventa superficiale.

Riferimenti teorici per la riduzione dell’unità oraria. La riduzione del tempo di lezione si basa su principi pedagogici consolidati:

  • Apprendimento significativo (Ausubel, 1968): l’insegnamento deve collegarsi alle conoscenze pregresse dello studente, evitando un sovraccarico informativo.
  • Teoria del carico cognitivo (Sweller, 1988): una quantità eccessiva di attività mentale può sovraccaricare la memoria di lavoro, ostacolando l’efficacia dell’apprendimento.
  • Distributed Practice (Cepeda et al., 2006): brevi sessioni di apprendimento distribuite nel tempo favoriscono il consolidamento delle informazioni.
  • Didattica attiva (Bruner, 1961; Vygotskij, 1978): un apprendimento efficace avviene attraverso la partecipazione diretta degli studenti.

Aspetti contrattuali e normativi sull’autonomia della scuola

L’autonomia scolastica, sancita dal DPR 275/1999, consente alle istituzioni scolastiche di organizzare in modo flessibile il tempo scuola, pur rispettando il monte ore annuale previsto dagli ordinamenti ministeriali. La riduzione dell’unità oraria è una scelta che deve essere motivata da esigenze didattiche e non esclusivamente organizzative.

L’art. 4 del DPR 275/1999 stabilisce che le scuole possono articolare le unità orarie in modo autonomo, purché il monte ore annuo complessivo sia rispettato. Inoltre, l’art. 5 comma 3 del medesimo DPR ribadisce che l’autonomia didattica si concretizza anche nella possibilità di diversificare il tempo scuola secondo necessità educative e metodologiche.

Tuttavia, la distinzione tra esigenze didattiche e organizzative non è sempre netta: sebbene il recupero dei minuti risparmiati sia obbligatorio per garantire il rispetto del monte ore, le modalità di attuazione possono variare in base alle scelte metodologiche della scuola. È quindi fondamentale documentare e motivare adeguatamente tali scelte nei documenti ufficiali dell’istituto, come il PTOF e il Regolamento d’Istituto, per evitare contestazioni o interpretazioni restrittive da parte degli organi di controllo.

Un tempo scuola più equilibrato e produttivo

Un’organizzazione oraria che riduca il tempo di lezione giornaliero senza diminuire il monte ore complessivo permette di evitare un carico eccessivo, favorendo un miglior equilibrio tra scuola, studio individuale e attività extracurricolari. Le più recenti ricerche pedagogiche (Hattie, 2009) sottolineano l’importanza di un apprendimento distribuito, dove il tempo tra una lezione e l’altra viene utilizzato per consolidare e riflettere sui contenuti appresi. Questo modello consente di escludere le lezioni del sabato, restituendo agli studenti un tempo prezioso per lo studio autonomo, la rielaborazione personale delle conoscenze e il consolidamento degli apprendimenti.

Miglior uso del tempo: recuperi e nuove offerte formative

I minuti “recuperati” attraverso la riduzione dell’unità oraria possono essere reinvestiti in attività che migliorano e ampliano l’offerta formativa. Questo tempo può essere destinato a:

  • Approfondimenti disciplinari, per consentire agli studenti di sviluppare un apprendimento più strutturato e meno frammentario, come suggerito dalle teorie dell’apprendimento significativo di Ausubel (1968);
  • Attività di recupero, dedicate a chi incontra difficoltà e ha bisogno di supporto mirato, basandosi su strategie di differenziazione didattica (Tomlinson, 2001);
  • Percorsi innovativi, che permettano di esplorare temi non sempre previsti dalla programmazione ordinaria, come nuovi linguaggi di programmazione, software professionalizzanti, approcci più pratici e meno teorici alle materie STEM, in linea con il framework del 21st Century Learning (P21, 2019);
  • Attività di laboratorio e apprendimento esperienziale, con simulazioni, esperimenti scientifici e uso di strumenti digitali per il problem solving.

Esempi concreti di didattica laboratoriale con la riduzione dell’unità oraria

L’ottimizzazione del tempo può essere impiegata in diverse modalità:

  • Laboratori STEM e di Coding: ore settimanali dedicate a progettazione elettronica, CAD e simulazione ingegneristica.
  • Recupero personalizzato: sessioni dedicate a studenti con difficoltà, evitando dispersione.
  • Didattica esperienziale in Matematica: costruzione di modelli 3D per comprendere la geometria spaziale.
  • Soft Skill e preparazione al mondo del lavoro: workshop su problem solving, scrittura professionale e team working.
  • Attività sportive e benessere: sviluppo di programmi per migliorare la concentrazione e ridurre lo stress.
  • Percorsi interdisciplinari: progetti di ricerca e presentazioni che integrano più materie per sviluppare il pensiero critico.

Un arricchimento globale per gli studenti

La riduzione dell’unità oraria apre la strada a una scuola più dinamica, capace di proporre attività pomeridiane mirate allo sviluppo di competenze trasversali e soft skill, fondamentali per il futuro lavorativo e personale degli studenti.

In conclusione, la riduzione dell’unità oraria a 54 minuti non solo ottimizza il tempo scuola, ma rappresenta un’opportunità per ridefinire l’apprendimento in modo più efficace, coinvolgente e innovativo. Un cambiamento che valorizza studenti e docenti, rendendo la scuola un ambiente più inclusivo, stimolante e al passo con le esigenze del mondo contemporaneo.

Inoltre con un’ ottica maggiormente amministrativa/normativa possiamo dire che la gestione del recupero del tempo scuola quando le ore di lezione sono minori dell’unità oraria, in base all’autonomia (L. n. 59/97 e successivo Regolamento D.P.R. n. 275/99) e alla flessibilità che trova il suo fondamento giuridico sia nel D.P.R. n. 275/99 art. 4 che nella Legge n. 107/2015 art. 1 c. 3 è possibile pianificarla per le ore di lezione con una durata minore rispetto ai canonici sessanta minuti. I tempi dedicati all’insegnamento delle discipline e alle attività curricolari possono essere adeguate alle esigenze sia del curricolo stesso che degli studenti. La decisione della riduzione dell’unità oraria rientra tra le competenze del Collegio Docenti per quanto attende alle motivazioni didattiche, e del Consiglio d’Istituto se ciò determina modifiche organizzative.

La progettazione oraria, adeguatamente motivata, deve essere inserita nel PTOF e il monte ore che viene accumulato da tale riduzione deve essere recuperato: è un dovere dei docenti ai sensi del CCNL in vigore, e un diritto riconosciuto agli studenti nell’ambito del diritto allo studio e all’apprendimento. Il Dirigente Scolastico, responsabile della gestione unitaria dell’istituzione scolastica e della qualità dei percorsi formativi proposti (D.Lgs. n. 165/2001 art. 25), deve garantire che la progettazione, comprensiva della riduzione oraria e delle modalità di recupero, si basi su criteri didattici specifici, funzionali agli scopi da perseguire e condivisi in sede collegiale. Le ore da recuperare devono essere restituite dai docenti nelle classi esclusivamente nelle diverse discipline previste dal curricolo: non è possibile ridurre l’orario obbligatorio annuo delle discipline. Ciò comporta che il Dirigente Scolastico non possa utilizzare il monte ore per supplire docenti assenti o per attivare progetti di ampliamento dell’offerta formativa.  Da “100 riflessioni sulla Scuola” Calcagno-Baruffaldi pag. 57- Team Service Asti.

Franco Calcagno

 


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