Io temo nuove tasse regionali che graverebbero sulla mia pensione. Una certezza. 220 persone in barella in Pronto soccorso, in attesa di pietose cure.
di Gianfranco Barcella
Le dichiarazioni del Presidente della Regione Liguria mi hanno rasserenato. Avevo paura di nuove tasse regionali per ripianare il buco della Sanitaà Pubblica in Liguria. Da vecchio pensionato ho bisogno di tutto meno che di nuove balzelli… In una dichiarazione a Primocanale il neo governatore ha affermato: “ I famosi 258 milioni di buco della Sanità non esistono più, come sapete il buco è molto più piccolo ; esiste <il buchettino> come l’ho chiamato io.
Ora come ora non posso dare i numeri precisi, ma certamente è doppio <digit>; quindi ci siamo e poi sarà zero a fine anno”. Sotto l’albero i Liguri troveranno così un bel regalo e la promessa di riportare a zero il deficit della Sanità Pubblica entro la fine dell’anno. “Non sono il tipo -ha soggiunto il governatore- che si porta dietro i buchi di bilancio; in qualunque azienda un amministratore delegato che porta i buchi di bilancio c’è la scatola di cartone con le sue cose; quindi lo abbatteremo. Sulle liste di attesa, i primi risultati si vedranno tra circa due mesi. Molte cose verranno gestite in modo diverso. Si vedranno parecchi cambiamenti è soprattutto già si vedono parecchie cose che verranno gestite in modo diverso”.
Il capogruppo Armando Sanna del Partito Democratico ha così commentato: “Saremo dei guardiani perché vogliamo capire questo buco che Bucci chiama buchetto, a quanto ammonti e soprattutto ho chiesto che entro tre mesi ci sia una reale azione, ovvero una riduzione del 15% delle liste d’attesa e soprattutto un quarto delle assunzioni del comparto sanitario, perché se il buco è stato azzerato questo dovrebbe avvenire senza problemi. Noi non vediamo i dati che lui continua ad enunciare ma è un grosso problema perché noi non li conosciamo e quindi se è vero che questo buco non esiste, in tre mesi è possibile abbattere ed iniziare ad azzerare le liste d’attesa. I dati che a noi arrivano sono differenti. La mostra opposizione sarà dura e propositiva, porterà avanti i temi di governo e soprattutto cercherà di fare un focus per fare in modo che la sanità resti pubblica. Intanto la situazione delle liste d’attesa è sempre allo sbando: gli annunci e le promesse, come avevamo tristemente previsto, in mancanza di un piano organici, sono rimasti tali.
Nel frattempo i cittadini liguri aspettano per Tac, risonanze magnetiche o ecografie anche più di un anno, sempre se non trovano le agende chiuse, e quindi sono costretti, se possono permetterselo, a rivolgersi al privato o diversamente, rinunciare a curarsi”. Selena Candia, capogruppo di Avs ha rilevato ancora: “Bucci ne ha dette tante di frasi forti, ma fra il dire ed il fare c’è una bella differenza perché la sanità ligure è al collasso anche del personale, e le persone non sanno più come curarsi con liste d’attesa lunghissime che in verità non per mettono di curarsi, se non mettendo mano al portafoglio. Quello che ci preoccupa è che possa decidere di prendere i soldi dal budget successivo e di metterli su quest’anno. E quindi il problema strutturale si rupercuote nel tempo. Il buco c’è, è staro ridotto leggermente in autunno ed ora siamo comunque nell’ordine di un centinaio di milioni di euro su Su sanità e trasporti, in paticolar modo su ferr, siamo pronti a chiedere consigli straordinari perché la situazione non è più sostemibile”.
Gianni Pastorino, capogruppo della lista civica Orlando Presidente ha messo in rilievo le <doti nascoste> di Bucci <che sta diventando come il mago di Oz. Non dice mai la quantità del buco che ha lasciato il centrodestra, quindi la sua maggioranza e che dovrà essere colmato. A noi risulta che nonostante i fondi, provenienti da Roma esista un buco di oltre 100 milioni di euro, ed è una cifra enorme. Io dissi per primo che difficilmente sarebbe stato di 257 milioni perché c’era il fondo sanitario nazionale e quindi non era quello l’ammontare. Però si parla di oltre cento milioni e Bucci farebbe bene, in una operazione trasparenza, a dire di quanto è. Così capiremo bene se si dovrà aumentare l’Irpef, e lo faranno loro, e si potrà anche capire se si potrà sviluppare l’occupazione nella sanità. Se persiste un deficit così grosso sarà difficile assumere nuovo personale. Bisogna far funzionare bene il pubblico, ma bisogna capire bene come farlo e farlo con le organizzazioni sindacali”.
Stefano Giordano del Movimento 5 Stelle afferma: “Rispondiamo con quello che dicono i primari che operano nella sanità. Bucci chiede di risparmiare e di azzerare le liste d’attesa, e dimostra di avere una cura autoritaria senza progettualità. Nei pronto soccorso l’altro giorno c’erano 220 persone in barella; questa è la realtà e si deve rimboccare le maniche e sistemare le fandonie create dal suo predecessore. Il buco esiste ed esistono le frottole che sta raccontando Bucci. Basta fare un giro nei pronto soccorso e nei reparti di degenza”.
Bucci ha detto che avrebbe portato a compimento il suo mandato di sindaco ed invece…. Che il rigassificatore a Vado avrebbe potuto essere utile e di recente ha espresso il suo dissenso sull’arrivo della nave Italis di Snam, ora posizionata a Piombino, da collocare di fronte a Vado Ligure. Mio nonno diceva che con le parole si può mentire ma con i numeri, no! Va riconosciuto che al neo governatore non è certo imputabile lo sfascio del SSN, ma i responsabili di questo degrado, a mio avviso, dovrebbero essere portati a giudizio, per il reato, di Alto Tradimento della Costituzione Italiana, reato confiigurato a carico del Presidente della Repubblica (art.90).
Questa disquisizione in punta di diritto vale poco ma la constatazione che la sanità pubblica, in Italia, sia già differenziata per regioni, ed il risultato sia stato fallimentare, dovrebbe farci riflettere maggiormente. Perdipiù è in corso una riforma istituzionale che prevede un trasferimento di poteri dal govero centrale alle Regioni. Esiste una crescente preoccupazione per l’impatto di questa riforma sulla parità dei diritti individuali e lo sviluppo equilibrato del Paese nel suo complesso. In questa situazione si è ritenuto che il sistema sanitario potesse esemplificare gli effetti dell’autonomia regionale, dal momento che l’assistenza è stata in gran parte regionalizzata nel 2001, attraverso una modifica della Costituzione. Vent’anni dopo, secondo i risultati di questo studio, emergono notevoli differenze tra le Regioni in termini di spesa sanitaria pro capite, fino ad un divario del 40% tra la Regione con la spesa più elevata (Emilia Romagna) e la più bassa(Calabria). Inoltre le spese sanitarie regionali sono legate al prodotto regionale lordo e non allo stato di salute della popolazione.
Lo stato di salute è generalmente migliore nelle Regioni con la spesa più elevata, con un tasso di mortalità standardizzato in Emilia Romagna che è inferiore al 15% rispetto alla Calabria; sette delle dieci Regioni con la spesa più alta mostrano però il più alto indice di diseguaglianza sanitaria. La regionalizzazione dell’assistenza sanitaria è apparentemente associata a grandi differenze di spesa tra le Regioni, a uno stato di salute ampiamente diverso e a marcate diseguaglianze all’interno delle Regioni stesse, in particolare in quelle ad alta spesa. Un’ulteriore devoluzione di poteri alle Regioni difficilmente cambierà questa situazione.
Gianfranco Barcella