Lettera di un medico/ Corte Penale Internazionale: mandato di arresto per Netanyahu. Salvini: Invito il Premier israeliano in Italia e sarà il benvenuto
Alla Redazione di Trucioli.it, l’antropologa e scrittrice Catherine Hass in una intervista di Joseph Confavreux pubblicata sul FQ del 25/3/ 2024, così rispondeva ad una domanda su quanto stava accadendo a Gaza.
” A cinque mesi dalla strage dei Kibbutz, visto l’andamento che ha preso la guerra, Hamas, a mio parere, é solo un pretesto. Siamo di fronte alla guerra di uno Stato contro un popolo ed il suo Paese, la Palestina. L’obiettivo é di annientare il suo passato – i siti storici, gli archivi, i cimiteri, i musei – ma anche il suo presente e il suo futuro : i porti, le infrastrutture, le università.”
Che cos’è questo se non un tentativo di genocidio del Popolo palestinese, considerato che i massacri della popolazione e la distruzione del territorio continuano tuttora, dopo l’uccisione di 20.000 bambini, la distruzione della Striscia di Gaza e la morte stimata da uno studio di Lancet di circa 200.000 persone per mancanza d’acqua, cibo, medicine, energia elettrica, combustibile, ospedali, medici e infermieri ?
La Corte Internazionale di Giustizia indaga Israele per il crimine di genocidio, il peggiore dei crimini, avendo riscontrato elementi probanti però occorrerà tempo anche perché il governo Netanyahu ostacola le indagini ma già oggi parlano chiaramente di genocidio Alti funzionari dell’Onu come Kraig Mokhiber e Francesca Albanese, un Comitato speciale delle N.U. istituito nel 1968 per monitorare l’occupazione israeliana, diversi storici e giuristi ebrei esperti studiosi di genocidi fra i quali Ilan Pappé, Jhon Maerscheimer, William Schabàs, Amos Goldberg, Raz Segal e si può trovare in internet anche un Appello internazionale di personalità ebraiche, con oltre tremila firme, contro il genocidio palestinese e per sanzioni contro il governo Netanyahu.
La sospensione delle trattative con Hamas che avevano portato alla liberazione di oltre 100 ostaggi ebrei israeliani e l’uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, da parte del governo israeliano, dimostrano la volontà del governo Netanyahu di distruggere la Resistenza palestinese e Gaza per appropriarsi del territorio, senza alcuna preoccupazione per la vita degli ebrei israeliani ancora prigionieri e ostaggi.
Con questa situazione, la risposta dell’Ambasciatore di Israele a Papa Bergoglio che giustamente chiedeva di indagare sull’esistenza di un genocidio: “Il vero genocidio é stato il 7 ottobre. Non neghi il diritto alla difesa” mi appare emblematica del razzismo e del suprematismo, nei confronti del Popolo palestinese, di Israele e di tanti governi occidentali che da sempre hanno fatto propria la narrazione di Israele, garantendone l’impunità con lo slogan “Israele ha il diritto di difendersi” e nulla hanno fatto per fermare un massacro che va avanti da oltre un anno, attuato da uno Stato con uno degli eserciti più tecnologici del mondo, dotato di droni elicotteri, droni, cacciabombardieri, navi, carri armati e delle bombe più distruttive, fino a quella nucleare, contro una popolazione sotto occupazione e colonizzazione d’insediamento dal 1948.
I numeri dei morti non sono un’opinione e se l’Ambasciatore israeliano definisce un genocidio l’uccisione di 1200 ebrei israeliani, fra i quali un numero imprecisato di uccisi dal esercito israeliano secondo la direttiva Hannibal, con 250 tra militari prigionieri e civili in ostaggio, come vanno considerati i 1366 palestinesi uccisi, in gran parte civili con oltre 300 minori, nell’Operazione militare ‘Piombo fuso‘ ,nel 2008-2009, contro 13 ebrei israeliani uccisi, i 2220 palestinesi, fra i quali 1492 civili e 547 bambini, uccisi nell’Operazione ‘Margine Protettivo‘ nel 2014, contro 67 militari e 5 civili ebrei israeliani, i 6-7000 prigionieri politici palestinesi, molti senza processo, tenuti nelle carceri israeliane, ed i 45.000 morti di ‘Spade di ferro’ ?
E’ evidente che per i governi israeliani e quelli occidentali la vita dei Palestinesi non vale nulla e se per terrorismo si intende l’uccisione di civili per incutere terrore a fini politici, Israele e gli Stati Uniti sono responsabili di un terrorismo di Stato ben più grave di quello di Hamas.
Per quanto riguarda lo slogan “Israele ha diritto a difendersi” occorre chiarire, una volta per tutte, che Israele non si difende ma occupa, colonizza, fa pulizia etnica e massacra perseguendo il progetto sionista di uno Stato ebraico dal Mediterraneo al Giordano, come minimo, e, se guardiamo una carta geografica israeliana possiamo constatare che lo sta realizzando, grazie all’impunità ed al sostegno del governo statunitense e di quelli europei. Ma perché i governi occidentali non parlano mai del diritto dei Palestinesi a difendersi ? Eppure i Palestinesi da 76 anni sono sotto un’occupazione coloniale e proprio pochi mesi prima dell’attacco palestinese del 7 ottobre Amira Hass aveva scritto un articolo su Haaretzin cui denunciava gli attacchi dei coloni, spalleggiati dalle forze militari, contro i contadini disarmati palestinesi.
In quanto alle parole del ministro Salvini: “Non vedo l’ora di invitare il Premier israeliano in Italia dove sarà il benvenuto” le trovo vergognose, le ritengo un’offesa al comune sentimento umanitario, un atteggiamento razzista, purtroppo comune a molti politici europei, nei confronti dei Palestinesi e ignorante dell’illegalità dell’apartheid, dell’occupazione e della colonizzazione israeliana della Palestina e del diritto alla libertà e all’autodeterminazione del Popolo palestinese. Ma contribuiscono anche alla delegittimazione della Corte Penale Internazionale e dell’Onu.
L’attacco della resistenza palestinese del 7 ottobre, con il massacro dei civili nella festa e nei kibbutz, non sarebbe avvenuto se Israele avesse rispettato i diritti umani ed il diritto internazionale perché, come denuncia la giurista Silvana Arbia ex-procuratrice della CPI, la situazione attuale é frutto di decenni di impunità e di silenzio internazionale, di 49 veti degli Usa all’Onu per l’impunità di Israele, che invece andrebbe sanzionato come la Russia, secondo la Relatrice per i diritti umani dell’Onu, Francesca Albanese, una voce autorevole purtroppo assente nell’informazione mainstream.
I governi europei e quello statunitense, alleati di Israele, non stanno facendo nulla per fermare il genocidio del Popolo palestinese attuato dal governo Netanyahu, rendendosi corresponsabili, ed i leader non si salvano lo coscienza dichiarandosi favorevoli alla vuota formula dei due Stati ormai impossibile. Non può esserci pace in M.O. senza la partecipazione della Resistenza e dei Rappresentanti del Popolo palestinese alle trattative e senza il rispetto del diritto internazionale ed il riconoscimento del diritto alla libertà e dei diritti umani a questo popolo sfortunato che difende le sue terre da oltre 75 anni.