Nel primo editoriale di neo direttore responsabile Michele Brambilla titola: ‘Questi posti davanti al mare’. Nel corso del testo: ‘…Questi posti davanti al mare sono il cuore e l’anima del Secolo XIX…Per i liguri il mare non è mai stato una barriera….Il Secolo XIX vi guarderà con gli occhi di Genova, della Liguria e del mare…Sui grandi giornali italiani si parla poco del mare…’.Vedi articolo a fondo pagina. Leggi Lo Spiffero: “L’acquisto del Decimonono, da parte dell’armatore Aponte, avrebbe fruttato alla Gedi (John Elkann) 14 milioni di €.
di Luciano Corrado
E se ricordassimo che sui giornali si dimentica troppo spesso, parliamo di Liguria, che da anni assistiamo ad una insaziabile cementificazione? Il termometro immobiliare è solo sinonimo di ricchezza e sano sviluppo? Quante sono le città che hanno optato per il consumo zero di suolo? Alcune da oltre 20 anni attendono un nuovo Piano regolatore. Bisogna essere ottimisti per non apparire disfattisti? Il Mare Ligure non è forse ‘testimone’ di uno sviluppo edilizio che ha deturpato la costa; resa più fragile da frane, allagamenti, tombati e cementificati molti corsi d’acqua. Avanza implacabile l’erosione delle spiagge che ingoiano milioni per la loro protezione e ripascimento. Le seconde case hanno trasformato la ‘mitica’ Riviera, con rare eccezioni, a meta di un turismo di massa stretto tra spiaggia e monti. Tre mesi all’anno e qualche week end. Poi nove, dieci mesi di case vuote. ‘Alloggi al mare’ che non si affittano più per numero di locali, ma posti letto. Anche sei in un bilocale.
Quali le conseguenze nella qualità della vita di residenti e turisti ? Nel tessuto sociale? Nella mostruosa carenza di infrastrutture stradali. Raggiungere il mare (e il ritorno) continua ad essere un incubo. Ma un giorno sì e l’altro pure i ‘sindaci del mare‘, i politici di riferimento, promettono che ‘occorre puntare al turismo di qualità’. Che urge mettere mano al ‘sistema viario’. Si citano pedissequamente i numeri di arrivi e presenze, la media di pernottamenti e soggiorni, mai di quale sia la percentuale di spesa giornaliera per turista. Ovvio, è irrazionale sostenere che ‘tutto va male’o leggere certi commenti tipo ‘Cara Liguria sei troppo cara…’. ‘Ormai si paga anche l’aria che si respira…’
Il mare. L’IMU frutta ai Comuni la prima voce del bilancio. Ci sono gli ‘oneri di urbanizzazione primaria e secondaria’. La classifica degli incassi, sempre maggiori, del ‘posto auto‘ a pagamento; sui lungomare, vie interne, piazze. Si dimentica che vanno in spiaggia anche i turisti delle seconde case (e non sono poche) realizzate nei comuni interni più vicini alla costa. E non si è tenuto conto nelle previsioni. Brillano le sanzioni per trasgressione al Codice stradale (in primis divieti di sosta e tiket tassametri). Siamo alla più spettacolare occupazione di suolo pubblico con dehors, sedie, tavolini su passeggiate a mare, marciapiedi, vie, centri storici, aree demaniali.
E’ saltato, con costante incremento, ogni rapporto tra veicoli in circolazione e disponibilità di parcheggio, rete viaria. Per fortuna c’è l’invasione di moto e motorini. Il servizio autobus sull’Aurelia? Sai quando parti e non quando arrivi a causa del traffico ingolfato. E per non dimenticare: la Riviera che se si esclude il periodo balneare (giugno- settembre) non può esibire statistiche eclatanti per posti di lavoro. La percentuale di laureati che emigrano fuori regione o all’estero è all’apice. Agricoltura e floricoltura lungo la fascia costiera sono in picchiata; avanza l’abbondo di terreni fertili. Cemento e asfalto non danno tregua. Ci sono località di mare rimaste senza hotel che inneggiano alle manifestazioni per attrarre e far divertire ospiti. Non mancano concerti gratis, in piazza, da 38 mila € se cantante di fama.
E l’entroterra tanto glorificato, con assordanti dichiarazioni e promesse che si leggono sui media? C’è il tambureggiare di convegni con progetti di rilancio sempre in direzione d’arrivo. Dal dopoguerra vallate e paesi montani hanno vissuto sviluppo socio economico, turistico, picchi di residenti, apertura di attività ricettive e di ristorazione, artigianato. Una crescita che ha via via soppiantato la risorsa pastorizia, lo sfruttamento dei boschi, la raccolta delle castagne, il grano, il fieno.
Ora siamo finiti ‘dalle stelle alle stalle‘. Il patrimonio immobiliare è disabitato per almeno 80%. Crollo della popolazione residente. La fuga delle nuove generazioni verso le città. Edifici residenziali sempre più fatiscenti. Alcuni borghi montani hanno sperimentato: “Case a un euro per chi si trasferisce con la famiglia e prende la residenza”. Pochissime quelle vendute. In alcune vallate, e sono eccezioni, hanno comprato e sapientemente ristrutturato ruderi, turisti del centro e Nord Europa, tedeschi in particolare. Ci sono ‘campanili’ che potevano fregiarsi di 10-15 attività commerciali, ricettive, bar, persino le pizzerie ultime arrivate. Non c’è più nulla, restituite le licenze ai Comuni che possono ancora esibire la ‘sagra’, la solennità della Festa patronale, la ‘festa delle castagne-caldarroste’ (oggi in buona parte provenienti dall’estero). Encomiabile l’abnegazione dei volontari delle Pro Loco laddove sono attive. C’è stato un caso clamoroso, a Bardineto, ignorato dai media, dove una famiglia di albergatori dopo aver costruito un hotel-ristorante-bar negli anni ’80, ristrutturandolo negli negli anni 2000, ha invano cercato un acquirente. Ha finito per donare la struttura ad una onlus di Sanremo (vedi trucioli 23 giugno 2022…).
Oppure c’è chi ha regalato (a Mendatica) la casa. Non c’erano acquirenti. (vedi trucioli.it….)
La Liguria del mare e dei monti è pur sempre affascinante. Ha il patrimonio dei porticcioli turistici. Primeggia esibendo il suo pesto e la produzione di olio extravergine pregiato. Incrementa la viticoltura e le cantine affinano vini che non temono più la concorrenza: il mercato italiano ed estero è fiorente. Nonostante tutto il ‘prezzo del mattone’ ha ripreso a ‘correre’ e il numero delle agenzie immobiliari è già inflazionato.
Concludiamo con una testimonianza. Il prof. Alfonso Bellini, già docente di Geologia all’Università di Genova, consulente a livello nazionale sui problemi del dissesto geologico: “Sono sempre più frequenti svariati “accidenti” idrogeologici che hanno come protagonista la
Natura. Alluvioni e frane che colpiscono il nostro territorio, causando notevoli danni e vittime. Nello studio e nella trattazione dei singoli casi si è potuto appurare che, per quei fenomeni dannosi, aveva sempre un ruolo importante se non esclusivo l’azione dell’uomo, oppure la sua inazione davanti a situazioni che stavano evolvendo in eventi nocivi. Tale ruolo negativo l’uomo lo ha sviluppato soprattutto (ma non solo) nella seconda metà del Novecento, quando le esigenze del cosiddetto sviluppo erano dominanti nei riguardi di qualsiasi aspetto di natura ambientale. Il territorio è stato assaltato dall’uomo solo seguendo il proprio tornaconto, in un sistema generalizzato che spesso comprendeva anche le diverse amministrazioni, in veste di complici di quei delitti ambientali. In tale modo le attività disordinate dell’uomo sono diventate dopo le causali di parecchi accidenti dannosi, quando la Natura ha cercato di recuperare i propri equilibri, sconnessi da dette azioni sconsiderate”.
Il ‘debito ambientale’. Quanti esempi recenti in Liguria!
Luciano Corrado
IL SECOLO XIX DEL 29 SETTEMBRE 2024- ULTIMO EDITORIALE DI STEFANIA ALOIA
IL SECOLO XIX DEL 30 SETTEMBRE 2024- PRIMO EDITORIALE DEL NEO DIRETTORE RESPONSABILE MICHELE BRAMBILLA
ARTICOLO DE Lo Spiffero del 29 settembre 2024
……L’acquisto del giornale che da tempo ha ormai archiviato i fasti che ne hanno segnato la vita per oltre un secolo, con una vendita di copie che arriva a fatica alle 17mila (ultimo dato di luglio) e una perdita prevista per il 2024 di 4 milioni di euro, è nota da parecchi mesi. Ancor prima che su Genova e la Liguria si abbattesse la tempesta giudiziaria e mediatica che ha portato all’arresto del governatore Giovanni Toti (e dell’imprenditore amico-concorrente di Aponte, Aldo Spinelli) e al ritorno anticipato al voto per la Regione…..
…..Aponte che appena la scorsa estate ha firmato una commessa da 5 miliardi per l’acquisto di 22 porta-container…..
…..“Il comandante” come viene chiamato l’armatore sorrentino di nascita, ma ormai elvetico di residenza dov’è il secondo uomo più ricco della Confederazione, con una flotta che conta il triplo di unità rispetto alla Marina Militare italiana, non pare abbia dovuto corteggiare più di tanto, anzi per nulla, John Elkann per acquistare il Decimonono. La cifra di cui si parla è attorno ai 14 milioni…..