Era il 25 giugno scorso quando i media imperiesi pubblicavano: “I carabinieri, chiamati dal sindaco, impediscono l’accesso del Municipio ai cittadini. Esplode la protesta per il salasso delle bollette inviate di recente da Rivieracqua. Il palazzo municipale di Pieve di Teco blindato. Sotto i portici quasi 200 manifestanti.” Ora c’è un Comitato e un duro documento che chiama in causa (con interrogativi in attesa di risposta) lo stesso sindaco e i suoi consiglieri comunali eletti in una lista unica.
Sono i giorni dell’Expo di cui Pieve va fiero. Ma c’è una comunità (residenti e seconde case), un tessuto commerciale, che democraticamente invoca il rispetto delle normative fissate da Arera (autorità nazionale di regolazione). Le bollette dell’acqua non sono più a tariffa differenziata e ciò comporta aumenti, da oggi al 2028, fino al 210%. Una vera mazzata!
A sindaco e consiglieri comunali si chiede, tra l’altro, per quale ragione non ritengono valide le motivazione di Arera per l’applicazione della tariffa differenziata. Perchè il primo cittadino ripete che la ‘tariffa unica è giusta e adeguata’? Perchè gli eletti non trovano il coraggio di confrontarsi? Il Comitato invita la popolazione ad inviare a Rivieracqua un reclamo.
E’ probabile che l’appello del Comitato non trovi spazio che merita in alcuni organi di informazione. Non siamo di fronte a ‘sfasciasti‘, non siamo nell’Eldorado della ricchezza, di un’economia in salute, che non conosce crisi, non c’è la manna dell’IMU della Riviera cementificata all’inverosimile di seconde case, non c’è la corsa ad aprire negozi ed attività ricettive, non c’è chi campa di munifiche rendite. C’è un entroterra in costante decrescita e che deve avere tutte le priorità possibili (detassazione inclusa) di cui spesso si legge nelle promesse della politica e da chi detiene il potere, meglio all’insegna dell’alternanza. E’ verissimo che la ragione non sta sempre solo da una parte, ci sono tuttavia motivazioni lampanti, affatto pretestuose, nella civile contestazione pievese.
La stangata bollette di Rivieracqua (e di chi non vede, non sente, non si confronta, allergico al costruttivo dibattito) è un ulteriore sfregio al buon senso verso una popolazione che non invoca privilegi, ma giustizia sociale. Rispetto delle regole del buon padre di famiglia. Anche l’Expo deve essere lo specchio che non riflette illusionismo di maniera. E si confronti con la realtà quotidiana della Valle Arroscia e di chi la abita, la vive magari con nostalgia del suo glorioso passato, di ciò che rimane del patrimonio storico, etico e culturale. (L.Cor.)
PS. I cittadini Pievesi considerato che la propria amministrazione non intende tutelarli, agiranno in prima persona ricorrendo contro Rivieracqua, perché come ammesso dall’amministratore Torno, le tariffe non sono definitive e portano, come stabilito da ARERA, si possono solo inviare acconti e non conguagli. Invitiamo tutti gli utenti dell’ambito imperiese che si sentono danneggiati a fare come noi.
IL SECOLO XIX DEL 31 AGOSTO 2024
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