Quando noi tre eravamo entrati nella vecchia abitazione padronale di Altare, il parroco era di là che aspettava per praticare l’estrema unzione; la signora ci chiamò e ci fece promettere che avremmo cercato il “libro della verga vitrea” nella biblioteca segreta.
Ci consegnò una cartellina di pelle nella quale erano conservate le mappe e i fogli scritti che erano stati di suo padre assieme ad alcune parole particolari che ci fece imparare a memoria.
Ero un po’ scettico su tutta la faccenda ma non volevo deludere la vecchia signora la quale si era dimostrata più sollevata una volta che ci aveva confidato le sue ultime volontà…
In mezzo alle spiegazioni della veggente, un po’ innaturali, in quella seduta particolare tenuta al capezzale della morente, al momento ci era sfuggito un accenno della signora Claudia..
Quando ci aveva detto, a voce bassa, che il vero tesoro della biblioteca era la verga vitrea di Tabriz , non avevamo colto il fatto che era stata nascosta nel recinto di Altare da un navigatore savonese, un tal Persegotu Canarén, quando era tornato dalla Persia.
Ecco dove bisognava cercare la biblioteca segreta: nell’antico recinto, la più grande forza che la proteggeva da centinaia di anni… ma nessuno sapeva bene dove si trovasse…
Pensammo che forse bisognava partire dal centro del paese e considerare un perimetro non molto ampio in cui si poteva trovare questo sotterraneo pieno di libri antichi.
In alcuni dei fogli che ci aveva consegnato la veggente Claudia, vi era un elenco di vecchi libri che avremmo trovato in questa biblioteca sotterranea.
Vi era l’elenco dettagliato di queste rare pubblicazioni, che per scrupolo riporto qui: “Storia antica del Messico cavata da’ migliori storici spagnuoli, e da’ manoscritti, e dalle pitture antiche degl’indiani: divisa in dieci libri, e corredata di carte geografiche, e di varie figure: e dissertazioni sulla terra, sugli animali, e sugli abitatori del Messico.” Opera dell’abate d. Francesco Saverio Clavigero pubblicato in Cesena per Gregorio Biasini all’insegna di Pallade, 1780-1781”;“Giornale bibliografico universale” stampato a Milano dalla Tipografia di Francesco Sonzogno, 1807;“De’ dittici degli antichi profani, e sacri, libri” di Sebastiano Donati, stampato in Lucca per Filippo Maria Benedini, 1753;“Osservazioni sopra alcuni frammenti di vasi antichi di vetro ornati di figure trovati ne’ cimiteri di Roma“ di Filippo Buonarroti, stampato in Firenze nella Stamperia di S.A.R: per Jacopo Guiducci, e Santi Franchi, 1716;
Sulla base delle informazioni raccolte tra gli anziani di Altare, tracciai uno schizzo della biblioteca: su tre lati vi erano scaffali di libri e al centro una specie di sarcofago con la mummia turca che teneva tra le mani la verga vitrea babilonese.
Indicai con una freccia il nord e mi preparai spiritualmente alla ricerca sotterranea. Questo con i libri era il famoso recinto di Altare che proteggeva in qualche modo il tesoro della mummia.
Come prima dovevo partire dallo strappo di Alzano Lombardo del 1981 tenendo a mente (3) come dicevano i professori di una volta, che la pratica artistica entra nel consueto e lo stravolge… allo stesso modo sono entrato più volte nell’habitus del fare arte con l’intima convinzione del distruttore di forme consuete…
Pronto a stravolgere, a buttare tutto all’aria, a rompere, strappare, disperdere… con la convinzione che ci voglia forza e impeto per creare, per far volare le carte nere e modificarle prima che tocchino terra.
Perché volevo cogliere quell’attimo di sradicamento dal reale e dal quotidiano per tentare aggregazioni inedite in quella materia oscura che ponevo ai confini del tempo.
Ero convinto che da quella matrice senza dimensione e senza forma potevano nascere molte forme con la vocazione della precisione e dell’aderenza fattuale ad una geometria di base, rivoluzionaria nella sua elementare collocazione.
Bruno Chiarlone