Guido Zunino ci informa ( secondo anche un detto popolare “Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”): che l’alimentazione (come lo scambio genetico – esogamia – con tribù o razze) plasma l’evoluzione degli esseri di un ambiente geografico o morfologico.Pubblichiamo inoltre un articolo del Sole 24 di domenica 8 novembre dello scrittore e studioso Arnaldo Benini. Chi erano i Neandertaliani che a partire da un periodo non chiarito parlassero e abilissimi cacciatori. Risalgono a 350-400 mila anni or sono. E la loro estinzione a 40 mila anni fa. Studi sulla scatola cranica indicano inizialmente emettessero solo suoni simili ai nostri linguaggi.
LA LETTERA – I dati paleontologici, escludendo pitecantropi e sinantropi, ci inducono ad affermare che gli eredi di Heidelberg sono ominidi e gli Swanscombe e Neanderthal sono Homo.
Perciò la somiglianza di caratteri somatici e psichici, secondo la classificazione di MONTADON e la catalogazione dei gruppi europei nel Mesolitico (Grotta di Ofnet – Baviera) e più numerosi nel Neolitico (Palafitticoli svizzeri) ed età del bronzo e del ferro, si possono distinguere i proto nordici (estinti) – dolicocefalo dal brachicefalo, e, nel Mesolitico “Cranio della Maiella”, trovando infine – nel sottogruppo Ibero – i Liguri-dolicocefalo.
Gli antropologi hanno accertato che le popolazioni indigene di precedenti origine Homo sapiens erano presenti quando sopraggiunsero le migrazioni degli indoeuropei in Europa.
Le popolazioni, non stanziate precedentemente nella penisola, erano provenienti sia da territori centro-europei sia da alcune zone limitrofe.
I Liguri erano presenti alla fine della glaciazione di WURM e cacciavano orsi, renne e cervi che migravano verso nord alla ricerca di pascoli più freddi.
Dobbiamo tener presente il sopraggiungere di nuove genti provenienti da località più distanti, come l’Asia Minore o il Nord Africa, in questi territori che, dopo la fine della glaciazione, diventavano più temperati e per questo più popolabili.
I Liguri (carattere fisico: dolicocefalo = cranio lungo e basso) furono costretti, quindi, a spostarsi a loro volta verso le pianure piemontesi e padane, sino all’arrivo dei Celti, degli Etruschi e dei Romani.
Le popolazioni precedenti (pochissime famiglie sparse ed isolate) sul territorio con una cultura molto primitiva ed eterogenea di tipo ancora litico (Mustero- Grimaldino-Capsiano), prima furono costrette ad insediarsi all’interno delle Pre Alpi e delle valli dell’Appennino settentrionale e poi ad integrarsi fondendosi con l’etnia dei Liguri, chiamati in seguito anche Ambrones (Ambroni) perché commerciavano l’ambra. (Michele Di Giuseppe)
DAL SOLE 24 ORE DI DOMENICA 8 NOVEMBRE 2011 A FIRMA DI ARNALDO BENINI
NON SCIMMIE MA UOMINI – Nealdetartaliani. Dalla studio della loro civiltà emerge quanto fossero abili cacciatori con un senso religioso della vita e con la capacità di emettere suoni simili al nostro linguaggio.
Fai un click sull’immagine per ingrandire la lettura
LE GROTTE DI TOIRANO E L’HOMO NEANDERTHALENENSIS
DAL SITO UFFICIALE SI LEGGE-
EPOCA: Paleolitico inferiore, paleolitico superiore. CIVILTA’: Homo Heidelbergensis (homo sapiens arcaico), Homo Neanderthalensis, Homo Sapiens.
Le Grotte di Toirano sono un complesso di grotte straordinarie sia dal punto di vista naturalistico che storico. Le grotte sono infatti ricche di stalattiti e stalagmiti che creano spettacolari decorazioni nella roccia e custodiscono tra le più antiche tracce di insediamenti preistorici (a partire da 300.000 anni fa) umani e non solo. Le grotte, infatti, sono famose per essere il più grande cimitero di orsi delle caverne d’Europa ed essere uno dei pochi siti dove si ritrovano tracce di un parente arcaico dell’homo sapiens, l’homo heidelbergensis, oltre che dell’uomo di Neanderthal.
La storia delle Grotte di Toirano
Le grotte di Toirano offrivano per la loro conformazione naturale un ottimo riparo invernale, utilizzato per millenni dagli orsi delle caverne, prima dell’arrivo dell’uomo. Questo fatto si traduce nella particolarità che rende note queste grotte come il cimitero degli orsi: qui infatti sono state ritrovate innumerevoli ossa appartenenti a questa specie. A 300.000 anni fa, risalgono invece le tracce dell’Homo heidelbergensis, detto anche homo sapiens arcaico. Questa specie di ominidi, vissuta tra i 600.000 e i 100.000 anni fa, si caratterizzava per le ampie dimensioni del cranio e l’elevata statura rispetto ad altri antichi parenti dell’uomo, oltre i 170 cm. Aveva, inoltre, una struttura corporea piuttosto massiccia e simile alla nostra. A renderlo ancora più vicino all’homo sapiens, c’è anche la capacità di sviluppo del linguaggio e della formazione, anche se ancora molto primitiva, di culture più elaborate rispetto a tutte quelle precedenti.
Le grotte furono poi abitate anche dell’homo di Neanderthal tra gli 80.000 e i 40.000 anni fa, mentre l’homo sapiens invece, arrivò molto dopo in queste grotte, circa 12.000 anni fa, e probabilmente ne faceva un uso rituale e non abitativo.
Quest’uso delle grotte come area sacra fu ripreso successivamente nel tempo, dal XV secolo d.C., quando in una delle grotte, detta poi di Santa Lucia, fu ospitato un santuario.