Ceriale come Rimini: non si dorme mai. Per sfatare un luogo comune secondo il quale un’estate sfrenata, senza regole e senza riposo la si può vivere soltanto nella rinomata costa adriatica.
A Ceriale ci si sveglia presto, intorno alle 4,30, in concomitanza con il primo giro della raccolta rifiuti; oltre al fatto che gli addetti facciano di tutto per far notare la solerzia nello svuotare i bidoni, succede spesso che, incrociandosi tra loro, raccontini a voce alta il modo in cui gli stessi hanno trascorso la giornata passata oppure come intendano occupare l’attuale.
Questo è molto bello, perchè, coinvolgendo anche coloro che pigramente si rigirano tra le lenzuola, dà proprio un senso di comunità: condividere le proprie esperienze con residenti e turisti.
L’unico neo, forse, è dato dal fatto che alcune volte si esprimono in dialetto e questo potrebbe limitare qualcuno in questo senso di comunanza.
Tornando a noi, se dopo il primo passaggio della raccolta rifiuti c’è ancora qualche impenitente dormiglione, ecco che ci pensa l’ineffabile idropulitrice la quale, non si limita ad un solo passaggio lungo la via, ma ripete più volte l’operazione, in modo che nessuno (ma proprio nessuno) possa poltrire a letto.
Essendo quindi Ceriale un luogo in cui la vita spericolata la fa da padrona, è normale che durante la giornata le ambulanze scorrano tra le vie cittadine con le sirene al massimo dei decibel, il che dà vita ad un bel duello con un andirivieni di mezzi della raccolta rifiuti che scorrazzano in Paese lasciando dietro sè un nauseabondo olezzo.
La sera ci pensa poi il trenino turistico a far sì che “cada la palpebra”: sirena a tutto volume ad ogni curva.
Vabbè, ma a Rimini il mare fa schifo. A Ceriale è un cesso. E non in modo eufemistico. Ma la colpa è sempre di altri. Un giorno è il famigerato depuratore (costato più del valore del platino) che si blocca, un altro giorno è il sistema fognario di Albenga riversa liquami in mare.
E speriamo che le Amministrazioni Comunali della baia si accordino per far sì che il mare faccia schifo tutti i giorni e non soltanto a giorni alterni, almeno i bagnanti hanno una sicurezza.
E giammai imitare quelle Amministrazioni di pseudo località turistiche (Paesi senza storia e senza tradizioni) che a fronte di liquami in mare immediatamente ordinano il divieto di balneazione: neofiti dilettanti. Poi succede che l’estate finisce e i foresti tornano alle loro città, dove trovano silenzio, cortesia, depuratori funzionanti, ma si struggono di malinconia per un’estate senza chiudere occhio.
Cordiali saluti e buon lavoro.
Alberto Rossetto
Direzione Ricerca e Terza Missione / Area servizi Bibliotecari di Ateneo
POST SCRIPTUM –Sono arrivato a Ceriale a metà anni Sessanta (non esisteva ancora la fontana di S.Rocco, Piazza Lombardia e via Pontetto erano un grande frutteto, Peagna la raggiungevo lungo la mulattiera dove andavo a raccogliere fossili. Dopo i bagni Martini le canne la facevano da padrone lungo la spiaggia, ecc. ecc. tanto per intenderci…), per lungo tempo è stata una cittadina piacevole, ricca di offerte e di cose da fare.
Altri tempi, ma anche altra gente, turisti compresi, altri modi di fare, altra sensibilità e rispetto. Non è nostalgia, la mia, per i tempi che furono, semmai è disprezzo per quelli attuali e le persone (molte, non tutte per carità) che li popolano, i giochini di bassa politica, il mancato rispetto delle regole, ecc.
Ricordo il caruggio ricco di negozi e botteghe, proprio accanto a Palazzo Pesce c’era un’ottima gastronomia, la profumeria; in Piazza una sola agenzia immobiliare con il telefono pubblico, c’era Emanuelli (bar Napoleon), il bar Noemi era la sede della bocciofila con la tv pubblica dove al giovedì sera ci si radunava per vedere “Giochi senza frontiere”, al cinema Flora (all’aperto) oppure Odeon (al chiuso) non era ancora un parcheggio e si potevano vedere i film che non si erano riusciti a vedere durante l’inverno.
Poi cemento, cemento, cemento. E’ stata trasformata in un dormitorio e adesso “tirarla su” è dura. Bravo, bravissimo Luigi Giordano, ma ha il difetto di avere solo due mani…Sento, vedo, che in paese c’è tanta buona volontà, c’è la voglia di ripartire, speriamo…
Altri tempi, ma anche altra gente, turisti compresi, altri modi di fare, altra sensibilità e rispetto. Non è nostalgia, la mia, per i tempi che furono, semmai è disprezzo per quelli attuali e le persone (molte, non tutte per carità) che li popolano, i giochini di bassa politica, il mancato rispetto delle regole, ecc.
Ricordo il caruggio ricco di negozi e botteghe, proprio accanto a Palazzo Pesce c’era un’ottima gastronomia, la profumeria; in Piazza una sola agenzia immobiliare con il telefono pubblico, c’era Emanuelli (bar Napoleon), il bar Noemi era la sede della bocciofila con la tv pubblica dove al giovedì sera ci si radunava per vedere “Giochi senza frontiere”, al cinema Flora (all’aperto) oppure Odeon (al chiuso) non era ancora un parcheggio e si potevano vedere i film che non si erano riusciti a vedere durante l’inverno.
Poi cemento, cemento, cemento. E’ stata trasformata in un dormitorio e adesso “tirarla su” è dura. Bravo, bravissimo Luigi Giordano, ma ha il difetto di avere solo due mani…Sento, vedo, che in paese c’è tanta buona volontà, c’è la voglia di ripartire, speriamo…
Alberto Rossetto