Sandro Pertini, La cooperazione. Tesi di laurea discussa nell’anno 1924 presso l’Istituto di Scienze sociali «Cesare Alfieri» di Firenze, a cura di S. Tringali, Introduzione di F. Fabbri, Ames, Genova 2012. Il 28 ottobre 1924, secondo anniversario della marcia su Roma e mentre in Parlamento si consumava la secessione dell’Aventino come protesta per l’omicidio di Giacomo Matteotti, Sandro Pertini depositava a Firenze la propria tesi di laurea in Scienze Sociali, dedicata alla cooperazione. La tesi si pensava fosse andata distrutta dall’alluvione del 1966, invece e affiorata dalla polvere nell’archivio universitario fiorentino.
Solo due mesi dopo (nel celebre discorso alla Camera del 3 gennaio 1925), Mussolini assumerà la responsabilità politica del delitto del deputato socialista, inaugurando così la prima ondata repressiva nei confronti degli oppositori del fascismo, di cui lo stesso Pertini sarà tra le più note e fiere vittime. La discussione della tesi può dirsi, dunque, il suo ultimo atto pubblico da uomo libero, iniziando già nel 1925 la lunga stagione di persecuzioni culminata nell’esilio, nell’arresto, nella detenzione e infine in un confino prolungato sino alla caduta del regime, il 25 luglio 1943.
Nel contesto temporale di un progressivo smantellamento delle libertà di associazione, opinione e espressione che caratterizza il passaggio del fascismo dall’affermazione al suo consolidamento, la scelta di dedicare i propri studi all’economia sociale assume quindi significati del tutto particolari. Pertini decideva infatti di trattare la storia, i caratteri distintivi, la pluralità delle tipologie e delle declinazioni nazionali della cooperazione quando l’intero movimento aveva da poco subito la decimazione per opera della prima offensiva squadrista, e stava ora affrontando la fase di normalizzazione che (seppur tra incertezze e improvvise virate di rotta) il nuovo regime iniziava ad applicare alla ragnatela sociale prosperata in età liberale.
Una sorta di testamento politico, quasi che l’autore, dietro la rigorosa sistematicità della trattazione, volesse in queste pagine fissare anche i cardini di una futura ricostruzione politica e morale del paese. La cooperazione assume quindi rilievo anche nell’ipotesi di una palingenesi che, informata sui principi di equità, solidarietà e partecipazione, rinnovasse finalmente la società italiana. Dotandola inoltre degli anticorpi necessari a prevenire derive dittatoriali, avviando un processo democratico in linea con i principi del socialismo graduale appresi dai suoi maestri: Adelchi Baratono, Claudio Treves, Filippo Turati.
La tesi di laurea, discussa da Pertini a Firenze il 2 dicembre 1924, è inedita: da parte della comunità scientifica ne era infatti noto solo il soggetto.
Si riteneva che il dattiloscritto, composto di 248 pagine su carta velina in copia carbone e privo di copertina, fosse stato distrutto dall’alluvione fiorentina del novembre 1966, che ne ha rovinato la copertina e alcune pagine. La copia dello studente, probabilmente, è invece andata perduta al pari di parte della sua biblioteca a seguito dell’irruzione fascista nella casa di Stella, quando Pertini era già in clandestinità.
Oltre alla pubblicazione dell’inedito, le ricerche hanno potuto anche evidenziare alcuni passaggi oscuri della biografia di Pertini. In particolare si è appurato che Pertini conseguì la sua prima laurea a Modena, e non a Genova (dalla cui Università si ritirò nel 1923 per motivi familiari). Inoltre Pertini, congedato dall’esercito nel 1920, si iscrisse quell’anno per la prima volta al Partito socialista (e non nel 1918). Di tali segnalazioni, che colmano alcune lacune e imprecisioni della sua biografia, si da conto anche nell’appendice fotografica.
Il volume è patrocinato dalle amministrazioni di Varazze (dove Pertini aveva studiato in gioventù, dai salesiani), Stella, Savona e della Regione Liguria. Le presentazioni si avvalgono invece dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
La ricerca e la pubblicazione sono stati possibili grazie a una pluralità di soggetti: Legacoop Liguria, Coop Liguria, Fondazione De Mari-Cassa di Risparmio di Savona, Fondazione Unipolis.
La pubblicazione costituisce il decimo volume della collana di Economia sociale di Ames.
LA TESI DI PERTINI: RITROVATA E RECUPERATA
Sinora questo scritto giovanile di Pertini era avvolto da una sorta di cono d’ombra: se ne conosceva il tema, erano stati anche avviati in precedenza tentativi di recupero, tuttavia rimasti senza esito.
Si pensava addirittura che non ne fosse sopravvissuto alcun esemplare, dato che la copia appartenuta a Pertini molto probabilmente venne distrutta in seguito all’irruzione fascista a Stella, poco dopo il suo ingresso nella Resistenza, e la copia fiorentina fu soggetta come altre all’alluvione del novembre 1966.
L’idea di questo lavoro nasce all’interno del movimento cooperativo, grazie a un paziente lavoro di ricerca e di contatti di un gruppo di cooperatori composto da Roberto La Marca, Alessandro Chiabra, Stefania Mazzucchelli. Il Consiglio di amministrazione di Ames ne ha poi affidato l’edizione critica al suo coordinatore scientifico, Sebastiano Tringali.
Grazie alla collaborazione della Biblioteca di Lettere della Biblioteca Umanistica dell’Università degli Studi di Firenze, è quindi andato in porto il progetto di recupero, digitalizzazione e infine pubblicazione. La Biblioteca di Lettere, con il suo ingente patrimonio bibliografico costituito da oltre un milione di volumi, migliaia di periodici e da numerosi e importanti documenti d’archivio, rappresenta la sede principale della Biblioteca Umanistica.
Il cosiddetto fondo delle tesi storiche della Biblioteca Umanistica, recentemente recuperato e restituito alla fruizione attraverso i dati presenti nell’apposito catalogo in linea (visibile all’indirizzo http://www.sba.unifi.it/CMpro-v-p-342.html), costituisce solo una parte di quello che fu l’effettivo deposito generale delle tesi discusse tra il 1877 e il 1963.
Nel 1966 la violenta alluvione che colpì Firenze non risparmiò infatti la biblioteca e il suo patrimonio bibliografico. In quel drammatico evento andarono disperse numerose raccolte, tra queste anche gran parte delle tesi fino a quel momento conservate nei magazzini, e tra le sopravvissute molte subirono gli inevitabili danni, in molti casi irreparabili, provocati dall’irrompere della acque fangose nei locali.
Ma nonostante il forte depauperamento e il deterioramento subito in molti casi dalla carta e dagli inchiostri si riuscì allora a salvarne oltre un migliaio, le stesse che sono rimaste fino al 2009 sepolte e dimenticate in una zona del magazzino.
Riportati alla luce con un paziente lavoro di recupero, questi 1200 documenti costituiscono oggi l’unico fondo superstite di quel deposito originario ben più consistente e rappresentano una testimonianza di particolare rilievo storico e biografico, per le indicazioni che forniscono sui percorsi di studio e gli interessi culturali di alcuni degli autori delle tesi, allora giovani studenti, divenuti poi illustri uomini della cultura o della vita politica e civile italiana del ‘900.
Per lo più essi erano già laureati presso altre università e giungevano a Firenze per perfezionarsi, richiamati dall’alto valore scientifico degli insegnamenti impartiti. Tra i molti nomi illustri documentati nel catalogo si segnalano, per gli anni di attività dell’Istituto di studi superiori, le tesi del poeta Mario Luzi (1914-2005), del latinista e politico comunista Concetto Marchesi (1878-1957), degli scrittori e irredentisti triestini Scipio Slataper (1888-1915) e Giani Stuparich (1891-1961). Per l’area giuridica, tra le tesi provenienti dall’Istituto di Scienze sociali Cesare Alfieri si segnala la tesi del futuro presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini.
Al recupero, alla digitalizzazione e alla futura fruizione del fondo tesi storiche, Legacoop Liguria ha ora destinato un importante sostegno finanziario, teso a colmare in parte la grave crisi economica che affligge in generale gli istituti culturali italiani, e universitari in particolare.
LA TESI DI PERTINI: I COMMENTI
Silvano Bozzo
Presidente Ames
Nella tesi molti sono i temi trattati da Pertini con un profilo e un linguaggio educativo, di stampo mazziniano. Attiro brevemente l’attenzione su due punti: la memoria e la conoscenza della storia, per la comprensione del presente; la specificità dell’impresa e della proprietà cooperativa, sociale, indivisibile, multigenerazionale. Una proprietà organicamente diversa da quella privata e pubblica.
E’ questa una questione fondamentale, per molti versi ancora aperta nella coscienza di molti cooperatori e in parecchie sedi scientifiche, egemonizzate dalle teorie economiche liberiste.
Gianluigi Granero
Presidente Legacoop Liguria
L’Europa è la prospettiva cui dobbiamo e possiamo tendere, per costruire un nuovo sistema istituzionale e della rappresentanza democratica che, avendo la dimensione per contribuire al governo dei processi economici, possa ridare ai cittadini speranza e fiducia nel futuro.
Una sfida che richiama anche i cooperatori a una maggiore collaborazione per il rafforzamento del tessuto imprenditoriale e la costruzione di una più forte e consapevole coscienza europea.
Legacoop Liguria – nel promuovere, con iniziative come questa, cultura cooperativa, ma anche progetti di rete tra giovani cooperatori europei – ha l’ambizione di contribuire e partecipare a questo processo.
Anche in questo la passione, il rigore morale e intellettuale di chi, come Pertini, ha ricostruito l’Italia dopo il disastro fascista sono un esempio ed una guida sempre attuali.
Mauro Bruzzone
Vice presidente Coop Liguria
In un frangente finanziario, economico e sociale così difficile e dagli esiti incerti, come quello che stiamo attraversando, ritengo di straordinaria attualità quei valori e quegli obiettivi che u Sciandro ci ha trasmesso con grande lucidità, efficacia e lungimiranza nella sua tesi, una delle tante tappe di una vita ed un’opera esemplarmente coerente.
Si tratta di quelle finalità mutualistiche e solidaristiche, di quegli obiettivi di cambiamento sociale e culturale, dell’impegno al fianco delle categorie e delle popolazioni più deboli, siano essi i precari del lavoro, i giovani in affannosa ricerca di un primo lavoro, i migranti piuttosto che i miei coetanei espulsi dal processo produttivo e dimenticati dalla furia risanatrice di governi forse inevitabili.
Grazie, Sandro!
TUTTI I NUMERI DELLA TESI DI PERTINI
TRA VOTI, ESAMI ED EVENTI STORICI
ESAMI
DIRITTO COSTITUZIONALE 28/30
ECONOMIA POLITICA 27
POLITICA E LEGISLAZIONE ECONOMICA 27
DIRITTO INTERNAZIONALE PRIVATO 28
LEGISLAZIONE SOCIALE COMPARATA 24
STORIA CIVILE 24
DIRITTO INTERNAZIONALE PUBBLICO 20
GEOGRAFIA 18 ( già rimandato nella sessione estiva)
VOTO TESI : 84/110 cioè di otto punti inferiore alla media ( 25/30, pari a 91,6/110)
EVENTI
Fine 1920: nomina a Consigliere Comunale a Stella
Luglio 1922: Le squadre di Italo Balbo attaccano e distruggono la sede della Federazione delle cooperative di Ravenna
4 agosto 1922 : i fascisti armati assaltano il Comune di Savona e costringono la Giunta rossa alle dimissioni. Saccheggiano la tipografia operaia, dove si stampano i settimanali socialisti e la cooperativa “Alba proletaria”, incendiano la Camera del Lavoro e il Circolo repubblicano. A Genova gli squadristi devastano la sede de “Il Lavoro”.
1-4 ottobre 1922: al XIX Congresso del PSI viene votata a maggioranza la mozione dei delegati massimalisti che chiedono l’espulsione della frazione collaborazionista.
All’indomani, quando Turati, Treves e altri danno vita al nuovo Psu nominandone segretario Giacomo Matteotti, Pertini, pur non presente, è d’accordo con quella scelta e si schiera con il nuovo partito al quale aderirà ufficialmente nel giugno del 1924.
1924: Nei primi mesi solo 2000 erano le cooperative superstiti aderenti alla Lega.
27 giugno 1924: Il Comitato delle opposizioni parlamentari decide di non partecipare ai lavori della Camera eleggendo come proprio luogo di riunione il colle dell’Aventino.
16 agosto 1924: Ritrovamento del cadavere di Giacomo Matteotti rapito il 10 giugno
5 settembre 1924: A Torino le camicie nere picchiano Piero Gobetti
Maggio 1925: Sandro Pertini viene arrestato per aver diffuso il volantino “Sotto il barbaro dominio fascista”
Altre notizie storiche nell’Introduzione, all’interno del volume,
del Prof. Fabio Fabbri dell’Università Roma Tre.