Sono cinese. Si, oggi mi sento cinese. Non posso non essere solidale con coloro che a Loano sono stati vittima di un gesto inqualificabile: mi riferisco all’apposizione di manichini sulle serrande di negozianti cinesi con la scritta ping pong mi ha tolto il lavoro.
Non ci sono parole per esprimere lo sdegno più profondo di fronte ad atti disumani e razzisti.
Atti che ci degradano e ci fanno ripiombare verso tempi che sembrano lontani, ma che in realtà purtroppo non lo sono.
Evidentemente qualcuno ancora non ha imparato la lezione.
Ed allora è opportuno rispolverare la memoria a chi si è reso protagonista di simili atti e a coloro che, rispetto ad essi, si mantengono indifferenti.
Perché essere indifferenti significa essere complici.
Minimizzare significa commettere gli errori del passato.
Siamo in Germania e così nasce il processo di distruzione degli ebrei d’Europa: un processo graduale e inesorabile.
Gli ebrei erano considerati ricchi e influenti e quindi le prime misure che vennero adottate contro di loro furono di ordine economico.
Anche all’epoca la crisi che colpiva la Germania fu motivo di giustificazione di quelle misure.
Il messaggio era: gli ebrei guadagnano e occupano posti di rilievo nella società, mentre i tedeschi (quelli veri) soffrono la fame.
Essi quindi devono essere colpiti:
nella professione (limiti al loro esercizio e poi divieto);
nel commercio (subiscono una tassazione maggiore e sempre più penetrante);
non possono più esercitare determinati lavori e i loro stipendi diminuiscono;
non possono più frequentare scuole e università;
successivamente devono vivere in determinati quartieri (così nascono i moderni ghetti);
devono lavorare senza stipendio (lavori obbligatori);
quindi non hanno più bisogno di una casa e dunque vengono condotti in campi di lavoro, che diventano di concentramento perdendo le loro proprietà e i loro risparmi e tutto che ciò che appartiene loro viene confiscato.
Ma non basta: ad un certo punto devono essere cacciati dalla Germania e dopo, poiché sono troppi e dannosi, vengono assassinati.
Ne moriranno cinque milioni e forse più.
Tutto questo si chiama Olocausto.
E con loro verranno annientati oppositori politici e tutti quelli che per motivi di sesso o per altre maledette diavolerie sono considerati non graditi.
Andate a Varsavia nella piazza del monumento agli eroi del Ghetto: andate ad Auschwitz a vedere quanto è facile per l’uomo diventare una bestia.
Tutto può nascere da un gesto solo apparentemente goliardico, ma che di divertente proprio non ha nulla.
Anche all’epoca tutto nacque da un “manichino”.
Basta accendere la miccia e far insinuare nella testa delle persone il seme dell’intolleranza e della violenza e il gioco è fatto.
Se la società non è dotata di adeguate misure di protezione il rischio della deriva aumenta sempre di più e il passaggio da un regime democratico ad uno dittatoriale non è così difficile.
Chi ha compiuto quel gesto non ha le idee molto chiare o forse, al contrario, le ha troppo chiare.
Le dittature nascono così.
Poiché io non intendo vivere in una dittatura e mi batterò sempre per la Libertà dell’Uomo manifesto con questo mio intervento tutto lo sdegno più profondo.
Mi permetto di riportare qui di seguito l’ art. 3 della L. 654/ 75 Ratifica ed esecuzione della convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, aperta alla firma a New York il 7 marzo 1966, il cui articolo 3, comms 1, stabilisce che
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, anche ai fini dell’attuazione della disposizione dell’articolo 4 della convenzione, è punito:
a) con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi
b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi
Non posso che condividere le parole del Sindaco Luigi PIGNOCCA che restituiscono dignità alla comunità loanese.
Questa settimana però Loano sta peggio di Borghetto Santo Spirito.
Quanto al ping pong l’hanno inventato gli Inglesi.
Sono cinese.
Si, oggi mi sento cinese.
Giovanni Sanna
COMUNICATO STAMPA DELLA PRESIDENZA PROVINCIALE DELL’ANPI DÌ SAVONA ….
SABATO 9 FEBBRAIO ALLE 16 IN PIAZZA ROCCA PRESIDIO ANTIFASCISTA
… sull’ignobile e violenta provocazione ordita dal partito La Destra di Loano che deve essere immediatamente respinta da tutte le coscienze democratiche.
Da pochi giorni abbiamo ricordato con profonda commozione l’immane tragedia provocata dal nazismo e dal fascismo che fecero del razzismo la loro ideologia dominante.
Lo sterminio perpetrato lucidamente nei confronti di ebrei, zingari e di tutti coloro considerati razza inferiore, ebbe inizio anche con il sabotaggio delle attività commerciali degli ebrei. Sono quelle immagini, tante volte viste nei filmati della propaganda nazista, che ci sono venute alla mente di fronte alle fotografie di manichini impiccati davanti ai negozi dei commercianti cinesi che hanno le loro attività nella città di Loano. Non c’è giustificazione alcuna per azioni che seminano l’odio razziale, e così incitano alla violenza.
Su questo terreno anche la Destra di Savona con un manifesto, affisso negli spazi elettorali, carico di insulti e violenza verbale.
Le autorità preposte alla difesa dell’ordinamento democratico e della convivenza civile è bene si oppongano alla diffusione di un clima di odio foriero di sviluppi imprevedibili.
La risposta democratica e pacifica deve fare capire, agli autori di questi atti, che sono e rimarranno isolati nella loro ignominia.
L’ANPI PROVINCIALE DÌ SAVONA INDICE PER SABATO 9 FEBBRAIO ALLE ORE 16,00 IN PIAZZA ROCCA A LOANO UN PRESIDIO ANTIFASCISTA E ANTIRAZZISTA AL QUALE HANNO DATO LA LORO ADESIONE:
ARCI, CGIL, CISL, ANOLF CISL, DONNE IN NERO CONTRO LA GUERRA, UDI …..
altre adesioni sono in arrivo e saranno comunicate in giornata
COMITATO PROVINCIALE ANPI DÌ SAVONA.