Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Monesi: due sorprese nell’uovo di Pasqua. La giunta Toti c’è. Il Pd ligure con due ministri e tre parlamentari ponentini resta assente


Sono trascorsi 5 mesi dal disastro alluvionale in quel di Monesi. Un bilancio pesantissimo e senza precedenti per l’abitato nel Comune di Mendatica; ferito e in agonia da parziale isolamento anche  l’area turistica e della seggiovia di Monesi di Triora. Monesino evacuato, pur senza residenti ed interdetto agli abitanti, visite autorizzate sotto scorta. Stessa sorte per la dirimpettaia Piaggia (Briga Alta di Cuneo). In attesa che l’autorità giudiziaria accerti cause, danni ed eventuali responsabilità per gli edifici scivolati a valle e una cinquantina di abitazioni lesionate. Poi c’è la strada provinciale cancellata proprio nel tratto dov’era stata rafforzata pochi anni fa. A Monesi, Piaggia, Valcona, Salse ora si arriva solo da Upega dove un cartello (incredibile ma vero) indica ancora l’ordinanza di divieto di transito per ‘ lastroni di ghiaccio e neve’.  Eppure siamo in primavera, il pericolo fortunatamente è passato. Chi legge resta disorientato, chiede informazioni nell’osteria. A Pasqua e Pasquetta, oltre Upega, il deserto e desolazione. I clienti al ristorante La Vecchia Partenza di Monesi si contavano sulla dita di una mano. A chi dire grazie se non alla negligenza ?  

Le sconvolgenti immagini della frana che sta demolendo il Bed and Breakfast: Il Ramingo inaugurato lo scorso anno con un investimento notevole di Cinzia e Giuseppe Lanteri di Imperia

In un recente incontro tra rappresentanti della Liguria e del Piemonte, dell’imperiese e del cuneese, è emerso un mosaico di cui non si è parlato. Di fronte alla richiesta di sistemazione del nuovo ponte sul Bevera, realizzato in compartecipazione tra le due amministrazioni provinciali (l’appalto fu pure al centro di un’inchiesta giudiziaria poi archiviata dopo l’iscrizione sul registro degli indagati dell’allora sottosegretario Manfredo Manfredi), dove tuttora esiste un limite di ‘peso’ per il transito, i cuneesi hanno rivelato che tutta la strada di collegamento tra Upega al ponte di Monesi, attraverso Salse, Valcona e Piaggia, ha bisogno di interventi. Non solo per avvallamenti, frane, tratti con strettoie, ma occorre un’opera di messa in sicurezza totale, in modo da scongiurare rischi e pericoli incombenti.

Il semaforo strozzatura sulla statale di Colle di Nava nel territorio di Pieve di Teco

Come se non bastasse ci sono già due semafori, causa frane, sulla trafficata statale del Colle di Nava. Lavori sospesi subito dopo l’abitato di Pieve di Teco. Con sempre più frequenza ed è già stato segnalato invano, la strozzatura crea grossi intralci, incolonnamenti di auto che interessa persino il tratto di galleria. Una situazione paradossale e resta incomprensibile il blocco dei lavori. Altro semaforo e intralcio poco prima dell’abitato di Ponte di Nava, tra le due province, Imperia e Cuneo. La frana interessa il territorio imperiese. Non è pensabile che si affronti la stagione estiva, con week da bollino rosso, con due sensi alternati di questa rilevanza. Da ultimo pare superfluo rimarcare l’urgenza della bretella a Monesi di Mendatica. Perchè attendere l’esito dei sondaggi in corso quando non pare sia ostativo la realizzazione della ‘variante’ che comunque sarebbe sorvegliata da un sistema di allerta in grado di monitorare eventuali ‘scivolamenti’ ? Il percorso è in piano e alle spalle dell’area più esposta al movimento franoso che, va detto, non si è ancora arrestato. C’è un problema di assoluta urgenza. I proprietari dei terreni non hanno opposto dinieghi.

Frana e senso unico sempre sulla statale del Colle di Nava nel territorio di Pornassio poco prima dell’abitato di Ponte di Nava

Fortunatamente c’è la buona notizia della task force: arriva dall’attivissima giunta regionale del presidente Giovanni Toti, ex alter ego del presidentissimo Silvio Berlusconi. Toti punto di riferimento di quanti nel Paese ‘lavorano’ affinchè il futuro governo nazionale e le alleanze possano contare su un patto di ferro tra Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Area Popolare. Fotocopia della giunta regionale vittoriosa alle elezioni e al governo della Liguria, strappati dopo due mandati del presidente rosso Claudio Burlando. E proprio quando l’entroterra, in particolare la Valle Arroscia, aveva in gran parte ‘abbracciato’ le anime che avrebbero dovuto portare la candidata  Raffaella Paita alla presidenza della Regione. Quella Raffaella che articoli di stampa, trasmissioni Tv (Imperia Tv, Rai 3 ed altre emittenti locali) ci mostravano sorridente e fiduciosa in visita a Monesi, all’inaugurazione della nuova seggiovia, della nuova centralina idroelettrica (la seconda per il Comune di Mendatica, ora andata distrutta), dei primi passi per la sistemazione dell’ex strada militare Monesi – Limone di Piemonte poi ultimata.

La stampa cartacea e l’informazione web avevano persino fatto la conta dei sindaci e degli esponenti del mondo politico e della società civile che si erano schierati per la vittoria dell’erede di Claudio Burlando. Invece è stata una rovinosa sconfitta che non sarà recuperata neppure nel prossima tornata elettorale regionale, salvo terremoti tipo ascesa dei M5S in tandem col Pd. O una maggioranza assoluta.

Cosa è successo con il disastro alluvionale e le frane ? Oltre a Monesi l’area più colpita (è pure emerso ciò che molti ignoravano, ovvero la presenza di una paleofrana dove di fatto si è costruito e ricostruito nell’area dei vecchi tecci) è stato il territorio di Rezzo, con la sua frazione Lavina.  Seguiti da Pornassio e le sue frazioni. Si sono susseguite ripetute ‘visite’, come era doveroso, di esponenti della giunta Toti, con il presidente in testa. Con l’assessore all’Urbanistica, l’imperiese doc Marco Scajola.

L’onorevole Franco Vazio  sorridente con il vescovo di Albenga monsignor Borghetti

Non riusciamo invece a ricordare, né leggere sulla rassegna stampa o web, della presenza di esponenti della opposizione in Regione. Non sappiamo se Raffaella Paita che pure rappresenta il Pd  nella sua interezza, abbia visitato o incontrato le comunità locali, con i loro sindaci. Ciò che sicuramente non è accaduto è la presenza, la vicinanza, la solidarietà da parte dei due ministri liguri: la Pinotti genovese e lo spezzino Orlando. Due personalità con dicasteri chiave nel governo Renzi prima e ora con il presidente Gentiloni.  Sarebbe stato saggio, opportuno che la Pinotti ed Orlando  si ricordassero dell’esistenza di Monesi e del ruolo che potrebbe ricoprire – come accadeva in passato – nell’economia ponentina, di una valle, dell’unica stazione sciistica sulle Alpi Liguri. Ad Albenga vive ed è stato eletto un deputato del Pd, l’avv. Franco Vazio, parecchi proprietari di seconde case della montagna alluvionata vivono e votano in Riviera. Non abbiamo avuto notizie di Vazio presente in Alta Valle Arroscia; di sue iniziative. Se lo ha fatto ce ne scusiamo in anticipo, ma lo ignoriamo. Perchè lasciare alla maggioranza che governa la Regione il ruolo di mattatori unici  nella ricostruzione post alluvione che pure deve ancora arrivare, dovrà confrontarsi con le promesse fatte, con i tempi di intervento e soluzione ? L’esempio citato di cosa succede per chi deve raggiungere Monesi di Triora e di Mendatica, le sue frazioni, Piaggia, dimostra che serve anche la diligenza ed il buon senso. A volte basta un cartello per arrecare danni e non solo.

Qualcuno scherzando ha consigliato ai proprietari degli stabili di Monesi si iscriversi al sindacato degli Stabilimenti balneari, l’unica lobby che in Liguria e forse in Italia funziona davvero. Basti pensare che il solerte assessore Scajola dal giorno del suo insediamento, quale responsabile anche del demanio, si è occupato con estrema diligenza e determinazione delle problematiche dei ‘balneari’. L’ufficio stampa della Regione, con cadenza quasi settimanale, ricorda le mosse e l’impegno dell’assessore in aiuto e sostegno al tema ormai noto a tutti della Bolkestein. Se analogo impegno si concretizzerà per Monesi, c’è da proporre una sottoscrizione popolare affinchè a Marco Scajola psilologo e politico sia eretto un ‘monumento’.

LA POGGIA DI CONTRIBUTI REGIONALI – Il 16 aprile i media liguri hanno annunciato “una montagna di contributi regionali europei per la Valle Arroscia”.  Merito, spiegavano, del  recente decreto  ‘Aree interne’ emanato proprio dalla Regione Liguria. Si è spiegato che l’Unione dei Comuni avrà la possibilità di definire progetti per l’attività socio sanitaria per 3 milioni e 700 mila euro. Ed altrettanti sono destinati alla sviluppo economico.

Alessandro Alessandri sindaco di Pieve di Teco è stato il più combattivo ad un’assmblea di alluvionati di Monesi: dobbiamo muoverci come una falange per non essere dimenticati anche dagli organi di informazione

Esulta il sindaco dei comuni capofila di Pieve di Teco, il geom. Alessandro Alessandri, al suo secondo ed ultimo mandato e che un uccellino autorevole della politica imperiese vuole destinato ad una brillante carriera. Per lui, per un gioco di tasselli, è destinato un ruolo nel futuro parlamentino regionale. Alessandri  annuncia ” una grande inversione della tendenza demografica, tornando alla crescita economica e di posti di lavoro”. Come ? Attraverso  una serie di progetti da elaborare con i Comuni della valle, al punto da ” creare le condizioni e qualità di vita  paragonabili a quelle dei grandi centri abitati”. Parole e previsioni da supervotato sindaco di Pieve di Teco.  “Una grandissima opportunità per tutta la valle, con la rinascita  della scuola, ma anche all’assistenza socio – sanitaria da portare  su più alti livelli con l’assistenza domiciliare, ad esempio ” ha proseguito Alessandri nelle dichiarazioni stampa. E ancora: “Migliorare la qualità di vita  degli anziani  (un errore definirli ‘vecchi’ ndr) ed attirare nei nostri paesi  anche famiglie giovani, con scuole e servizi pubblici moderni”.

Possiamo parlare di miracolo, se sarà così. Visto che alcuni studi affidati ad Università proiettano che tra mezzo secolo la Valle Arroscia potrà fare affidamento all’insediamento di migranti, la popolazione indigena si ridurrà al lumicino. Solo con la presenza in massa di ‘stranieri’ sarà possibile tornare alla coltivazione delle terre, allo sfruttamento della risorsa dei boschi. Oggi lo scenario proposto dalla Regione e dal sindaco Alessandri è ben diverso. La valle ha bisogno come il pane di risollevarsi dai danni alluvionali, deve mettere mano, con priorità, ad investimenti in opere pubbliche, a partire dalla sua rete stradale. Oggi sulla strada provinciale che dalla statale di Colle di Nava attraversa gli abitati di Acquetico, Ponti di Pornassio, Montegrosso Pian Latte, Mendatica, è impossibile far transitare un pullman turistico per strettoie e curve a gomito a loro volta strette, le frane sono sempre in agguato e il rischio isolamento rimane dietro l’angolo. La larghezza dell’arteria è quella di due secoli fa quando veniva percorsa dai carri trainati dai muli, asini, buoi, cavalli.

Non può essere solo l’industria stagionale del turismo, dei fine settimana, degli week end, delle feste e delle sagre, delle pensioni di vecchia, l’unica fonte che tiene in piedi gran parte dell’economia locale. Il progetto ‘filiera del legno‘ e dell’Università, di cui parliamo in un altro servizio da Ormea, era una delle tappe sul cammino della crescita e dei posti di lavoro. In simbiosi col turismo ambientale, outdoor, le risorse della ‘cucina’, del vino, dell’olio, la riscoperta dei mestieri.

Si riuscirà non solo a mantenere in attività quelli che vengono definiti gli ultimi ‘eroi’ della montagna (esercizi commerciali, bar, ristoranti, pochi alberghi), semmai creare le condizioni perchè si torni almeno ai bei tempi degli anni sessanta, settanta.

C’è da sperare se una giornalista di spicco quale Milena Arnaldi può già esultare all’inaugurazione del sentiero che da Mendatica centro porta alle ‘cascate’. Il segno, a suo avviso, è che ormai “l’entroterra dopo l’alluvione  sta rialzando la testa”.  “Ci sono voluti fondi – scrive l’analista più accredita nel mondo economico ed imprenditoriale imperiese –  e tanto impegno, voglia di rialzare la testa, la determinazione di Comune, Pro Loco e della cooperativa  di giovani Brigi che si occupa di promuovere il turismo sostenibile, riaprire ai camminatori, agli amanti delle escursioni.”.

Milena Arnaldi ha raccolto le dichiarazioni di fiducia e ottimsmo  dell’ing. Maria Ramella della cooperativa Brigì che dice: “ Ci sono tante storie positive, per il territorio di cui stiamo parlando; sicuramente lo sono di controtendenza, di autoimpiego, il ritorno in un’area estrema come la nostra attraverso il costante presidio del territorio”. L’augurio è che la Arnaldi, unitamente al marito giornalista Marcello Gattai, pensionato e consulente storico della Camera di Commercio di Imperia, si uniscano a quanti hanno scelto Mendatica o l’Alta Valle Arroscia per comprare la seconda casa, magari dare vita ad un’attività. A Mendatica è già presente Lorella Zunino direttore responsabile di Imperia Tv, figlia dell’editore comm. Francesco. Sarebbe un segno di inversione di tendenza rispetto a quei politici e pubblici amministratori  provinciali e regionali che hanno venduto la seconda casa a Monesi, a San Bernardo di Mendatica, a Nava.  Oltre alla buona stampa, il buon esempio della coerenza può essere di grande aiuto per la valle e le sue attività. L’incentivo ai giovani. Ovvero il messaggio di ‘non solo fate, ma facciamo’.

Ed ecco che quasi a tamburo battente, dalla Regione Liguria, altre buone novelle, con un comunicato stampa  che riportiamo integralmente. Questo il testo.

“Un tavolo tecnico, sotto il coordinamento della Regione Liguria, per affrontare le emergenze e per trovare soluzioni, in tempi rapidi, in attesa dei risultati dei sondaggi geologici, propedeutici all’avvio dei lavori per la messa in sicurezza della viabilità per Monesi e delle frazioni. È quanto emerso al termine dell’incontro che si è svolto oggi in Regione Liguria per la messa in sicurezza delle frazioni Monesi di Mendatica e Monesi di Triora, in provincia di Imperia, gravemente danneggiate, a seguito delle frane causate dall’alluvione dello scorso 24 novembre. All’incontro hanno partecipato gli assessori regionali allo Sviluppo economico Edoardo Rixi, all’Urbanistica Marco Scajola e al Turismo Gianni Berrino, il consigliere regionale Alessandro Piana, gli uffici dell’assessorato alla Protezione Civile e Infrastrutture, i rappresentanti dei Comuni di Triora e di Mendatica, delle Province di Imperia e di Cuneo, della Regione Piemonte.

Durante l’incontro, gli assessori regionali Berrino, Rixi e Scajola hanno manifestato piena disponibilità a individuare percorsi e risorse per la realizzazione delle opere necessarie alla messa in sicurezza del territorio e al ripristino di collegamenti, indispensabili anche per l’esecuzione dei lavori. Gli assessori Berrino, Rixi e Scajola hanno ribadito ‘l’importanza di fare uscire dall’isolamento e far ripartire Monesi, come stazione sciistica, meta turistica dell’entroterra imperiese e importante centro per l’economia agropastorale del Ponente ligure”.

L’IMPEGNO TANACE DI SCAJOLA PER I TITOLARI DI STABILIMENTI BALNEARI –Domani, mercoledì 19, e giovedì 20 l’assessore regionale all’Urbanistica e al

Marco Scajola assessore regionale imperiese

Demanio Marco Scajola sarà a Roma per una serie di impegni relativi al disegno di legge del Governo sulle concessioni demaniali marittime e quindi sulla direttiva Bolkestein. Il primo incontro si svolgerà domani, mercoledì 19 aprile, alle ore 15.30 tra il tavolo interregionale sul demanio marittimo e quello sul turismo.

Giovedì mattina alle ore 10.00 insieme al collega della Regione Abruzzo, coordinatore del tavolo sul turismo, l’assessore Scajola interverrà presso la Conferenza delle Regioni per aggiornare i presidenti su quanto emerso nella riunione della giornata precedente. Infine, nel pomeriggio di giovedì 20 aprile, i due rappresentanti regionali verranno auditi alla Camera dei Deputati presso la Commissione Finanze per relazionare sulla posizione delle Regioni riguardo al ddl in oggetto.

“Saranno due giorni molto delicati – afferma Scajola – in cui ci confronteremo tra Regioni: per quanto ci riguarda, la posizione della Liguria non è cambiata: riteniamo sbagliato e privo di ogni garanzia per le nostre imprese questo disegno di legge, un testo incerto e poco chiaro che porterebbe le nostre aziende verso quelle aste che noi giudichiamo ingiuste e pericolose. Andrò a ribadire questa nostra posizione, sperando di ottenere la collaborazione massima dei miei colleghi e auspicando che, dopo l’audizione alla Camera dei Deputati, i parlamentari, ascoltate le nostre ragioni, possano agire di conseguenza, nell’esclusivo interesse dei balneari e delle tante famiglie italiane preoccupate, che da troppo tempo vivono nell’incertezza”.

 


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