Due ville sulle alture della città, con panorama da paradiso, costruite dall’imprenditore architetto più famoso del savonese, Andrea Nucera, già miliardario, libero cittadino a Dubay. Una l’ha acquistata un bancario, in pensione. L’altra un nome di spicco nel mondo imprenditoriale e sportivo del ponente ligure, Bettino Piro, ex presidente del Savona Calcio, con condanne ed assoluzioni del tribunale di Savona e all’epoca di Sanremo. Due dimore nel verde molto particolari almeno dopo che un nonno agricoltore di Voghera si è aggiudicato come unico acquirente due lotti con tanto di decreto esecutivo di trasferimento di proprietà. Trucioli.it ha scorsa settimana ha riportato alla ribalta la scandalosa commedia di via Privata Grotta. Nulla invece era trapelato sulla ‘guerra’ che si sta combattendo in via San Francesco. Un altro spaccato paradossale.
Francesco Galinetto, 83 anni, diventato imbianchino per rivendicare due proprietà acquisite in tribunale. Quanto accade da due anni nella centrale via Privata Grotta ha avuto testimonianza dai media, con sceneggiature in strada seguite da centinaia di cittadini. Il vecchietto con la bomboletta spray che scrive sull’asfalto “proprietà privata“, gli operai del Comune che cancellano, i vigili urbani che presidiano tra discussioni, spinte e spintoni. In totale, salvo errori, siamo arrivati alla nona tappa di chi scrive, chi cancella e chi riscrive. L’ultima risale solo a 48 ore fa.
Sulla collina che sovrasta e domina il centro città va in scena la battaglia di Galinetto più silenziosa, ma non meno spettacolare e determinata. Incredibile nei retroscena finora noti. Con sequela di denunce, atti di vandalismo e danneggiamento, catene tranciate, cancello forzatamente aperto, azioni da commando e da presidio. Il tutto lontano da occhi indiscreti e dalla cronaca.
Accade a Pietra Ligure, la città del Santa Corona, degli ex cantieri navali, delle colonie estive ed invernali, dello svincolo autostradale, nel più rispettoso silenzio stampa. Malafede ? No, forse orfani del giornalismo d’inchiesta, deciso però dai vertici dei giornali. A parte la presenza di Ivg.it che combatte la sua avanzata editoriale pubblicando numeri da record in quanto a lettori giornalieri, 50 mila, con punte persino oltre i 200 mila. Insomma, una provincia che ha abbandonato la lettura dei due quotidiani più prestigiosi (oggi in fotocopia, La Stampa e Il Secolo XIX) per cliccare dai cellulari e dai computer le notizie notarili del web pietrese più seguito.
Per il vecchio cronista, abituato ad altre epoche, significherebbe aspettarsi la presenza, l’approfondimento, le capacità di un inviato speciale. Non c’entra il giustiziere, lo scoop mediatico, semmai raccontare, descrivere, ascoltare, fotografare, rendersi conto di dove siamo arrivati e perché. E chi dobbiamo ringraziare. I giornalisti che hanno smesso di fare i cani da guardia? Gli editori, i direttori, la catena di comando che si volta dall’altra parte ? O piuttosto diffusa indifferenza all’illegalità ? Parole tante, coerenza poca.
Dopo il servizio (il secondo in ordine di tempo) che trucioli.it ha scritto la scorsa settimana (vedi….) e finora letto solo da 536 persone, il sindaco Dario Valeriani, a capo di una giunta di centro sinistra, con vice sindaco leghista, ha voluto precisare: “Nell’articolo di trucioli il signor Galinetto mi ha attribuito dichiarazioni che io non ho mai fatto, né a lui, né ad altri, in particolare laddove avrei detto ‘…Se lei l’ha comprato in tribunale se lo tenga è suo, vuol dire che pagherà le tasse...’. Non mi sono mai sognato di dire queste cose e sarebbe stato corretto, prima di riportarle, essere interpellato, cosa che invece non è avvenuta e spero accada in futuro”. Ha ragione il sindaco, se le parole non sono infamanti, tenendo conto che siamo un blog alla buona, di volontari, di umili pretese, cerchiamo quantomeno di risparmiare spese dove è possibile.
Signor sindaco, ciò non toglie che siamo di fronte ad un caso, una situazione mostruosa. L’assessore (o consigliere delegato, Fontana) che si era occupato della vicenda di via Privata Grotta, dopo il primo articolo, ci aveva contattato, ma non voleva apparire con dichiarazioni. Sta di fatto che non molto tempo dopo si è dimesso ‘per ragioni di lavoro e personali’. Forse 50 anni di attività giornalistica e di cronaca giudiziaria non sono sufficienti a fare il callo, voltarsi dall’altra parte di fronte a due storie grottesche. Ci saranno forse precedenti a noi sconosciuti, intanto qui siamo al top dell’assurdo. C’è un cittadino che compra in tribunale e a tutti gli effetti diventa proprietario di beni. Ha in mano dal 12 novembre 2014, un provvedimento del tribunale stesso, controfirmato dal cancelliere Giorgio Saccone, che recita tra l’altro: ” .…Repubblica italiana, in nome della legge comandiamo a tutti gli uffici giudiziari che ne siano richiesti e a chiunque spetti, di mettere in esecuzione il presente titolo (decreto di trasferimento di proprietà ndr), al pubblico ministero di darvi assistenza, e a tutti gli ufficiali della forza pubblica di concorrervi, quando ne siano legalmente richiesti”.
Il sindaco Valeriani ancora al telefono: “ Il problema non è nostro, come ho spiegato a Galinetto, è del tribunale. Se il Comune ha fatto degli errori risalgono a 40 anni fa. L’area che rivendica di via Privata Grotta non è sua, è pubblica ed il Comune ha pure realizzato i sottoservizi “. Galinetto controbatte: “Una delibera di giunta firmata dal dirigente dell’area tecnica, ing. Vincenzo Gatto, attribuisce all’area in questione unicamente la servitù di pubblico passaggio, non della proprietà, 895 mq. parcheggi inclusi, che è mia e che ho acquistato in tribunale”. Il sindaco: “Galinetto può rivendicare ciò che ritiene, ma ci passano anni luce tra quanto lui sostiene e la realtà dei fatti. Anche il Tar, proprio di recente, ci ha data ragione ed ha respinto le sue istanze”. E le ville di via San Francesco ? Signor sindaco si è mai recato in loco per rendersi conto di cosa sta succedendo ? Valeriani: “ Non mi interessa, non ci vado, non me ne frega più di tanto. Io rispondo di ciò che fa la mia giunta, non del passato. A me non può essere attribuita, nelle due vicende di via Privata Grotta e via San Francesco, alcuna corresponsabilità. Ognuno che ha interesse può fare ricerche negli uffici e rendersi conto dell’iter delle pratiche, delle concessioni edilizie e di come stanno le cose”.
Galinetto imperterrito: ” Non sono un affarista, uno speculatore, a volte ho fortuna. Le prime due volte che sono andato al Bingo di Loano e non avevo mai giocato, ho vinto 1500 euro. Forse pochi sanno che una delle due ville di via San Francesco, da un giorno all’altro, ha chiuso con tanto di parete l’accesso al garage. Perchè ? Mi si dice che le costruzioni potrebbero finire tra le proprietà comunali. Io so soltanto che in tribunale ho acquistato anche una proprietà in via San Francesco e successivamente ho scoperto che le due ville di fatto sono prive del passaggio, avranno una servitù, ma tutta l’area prospiciente e una sottostante striscia di terreno con secolari uliveti fa parte della mia proprietà trasferita dal tribunale fallimentare nella procedura contro Andrea Nucera. Anzi vorrei tanto incontrare questo professionista perchè da quello che ho letto, anche lui si ritrova vittima della giustizia. Mi si dice che c’è stato uno scambio di aree edificabili, lo dico in parole povere, tra Via Privata Grotta e via San Francesco. E’ colpa mia se mi sono aggiudicato all’asta i beni ? Nei mappali originari risultano aree censite a frutteto irriguo in un caso, boschetto alberato nell’altro, ma nella perizia del tribunale si da atto che si tratta di zona residenziale satura ed in assenza di indice edificatorio. E di oliveto. E’ per questo che, consigliato da legali, è pacifico sussista il diritto di passaggio, ma le aree sono mie, ripeto lo dice il decreto di trasferimento del tribunale che ha più valore di un atto notarile che in teoria potrebbe essere inficiato di nullità“.
IL PROVVEDIMENTO DEL TAR LIGURIA
In data 24 febbraio 2017, la prima sezione del Tar ha pronunciato la sentenza sul ricorso presentato da Francesco Galinetto, assistito e difeso dall’avv. Alessandro Vignola (amministratore delegato della Servizi Ambientali Spa di cui il Comune di Pietra Ligure è socio con altri sei comuni), contro il Comune di Pietra Ligure, rappresentato e difeso dall’avv. Paola Devincenzi, consigliere comunale di opposizione. Il ricorso è stato dichiarato in parte irricevibile (per decorrenza dei termini) ed in parte respinto. Il Tar ha dichiarato “ fondata l’eccezione inerente la tardiva impugnazione del provvedimento con cui il Comune ha esercitato il potere inibitorio nei confronti della Scia presentata dal ricorrente (Galinetto)“.
Il Tar da atto che “come si evince dalla documentazione depositata dall’Amministrazione comunale, tale provvedimento (rigetto Scia ndr) è stato comunicato mediante lettera raccomandata ricevuta dal destinatario il data 31 marzo 2016”. Il ricorso legale portata la data del “24 giugno 2016, ben oltre – è scritto in sentenza – la scadenza del termine di 60 giorni dalla conoscenza del provvedimento impugnato…“. E ancora il Tar, presidente Daniele, giudice relatore Goso: “ La parte ricorrente non ha chiesto la remissione in termini ai fini dell’impugnazione e non ha indicato alcuna circostanza eventualmente idonea a generare una situazione di incertezza in ordine al termine e all’autorità dinanzi alla quale impugnare il provvedimento inibitorio della Scia. Ne consegue la declaratoria di irricevibilità del ricorso.” Altro passaggio della sentenza: ” L’Amministrazione comunale ha puntualmente individuato con riferimento alla segnaletica verticale ed orizzontale abusivamente apposta (dal Galinetto ndr) l’oggetto della misura ripristinatoria. Le opere da rimuovere, peraltro, coincidono con quelle previste dalla Scia inibita dal Comune”. Dunbque il Comune bene ha fatto ad ordinare la rimozione dei cartelli installati da Galinetto in via Privata Grotta. Il tribunale amministrativo ha da ultimo compensato le spese di lite.
C’è da aggiungere che ad un esposto querela denuncia la Procura della Repubblica che aveva iscritto nel registro degli indagati il sindaco Valeriani per atto dovuto, ha chiesto l’archiviazione e l’avvocato Vignola pare abbia ritenuto che non era il caso di opporsi. Quindi fascicolo archiviato. Galinetto, attraverso un legale di Voghera, faceva osservare che alla Conservatoria dei registri “non risulta trascritto alcun titolo, vincolo o servitù a favore di chicchessia, come attestato dalla perizia del consulente tecnico del tribunale arch. Tullio Ghiglione” di Albenga, ex assessore comunale della giunta del sindaco avv. Giorgio Cangiano. Dunque non risultano trascritte servitù in via Privata Grotta, la storia di ripete in via San Francesco. Per il legale di Voghera si “impedisce al proprietario di utilizzare un proprio bene….”. Sono indicati quali corresponsabili il sindaco, i funzionari preposti (vigili ed urbanistica) e si chiede di accertare la sussistenza di : omissione d’atti d’ufficio, mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, invasione di terreni, danneggiamento, depauperamento ed imbrattamento cose altrui, violenza privata. Da ultimo: “Si oppone sin d’ora all’emissione di decreto penale di condanna…“. Il Pm, Piscetola, ha chiesto al Gip l’archiviazione motivandola punto per punto in fatto e diritto.
Manco a dirlo la telenovela non finisce. Galinetto, tramite legale, ha presentato un secondo esposto denuncia querela anche sugli episodi che abbiamo descritto la scorsa settimana. E’ tornato in via Privata Grotta e per altre due volte ha riscritto sull’asfalto “proprietà privata’. Per via San Francesco invece c’è un terza denuncia ai carabinieri in quanto sarebbe stata ripetutamente tranciata la catena posta per delimitare la ‘proprietà privata’ e l’area di parcheggio interessata dal trasferimento di proprietà sancita dal tribunale. Fino ad oggi Galinetto ha parlato di braccio di ferro con la famiglia di Giovanni Maglio, impiegato di banca in pensione, con un figlio. Nulla pare sia emerso per il titolo di proprietà della strada che conduce all’attigua seconda villa abitata da Benedetto Piro, un personaggio per anni alla ribalta della cronaca sportiva prima e giudiziaria poi, in quel di Savona e a Sanremo. L’imprenditore – appaltatore di opere pubbliche figurava tra i primissimi creditori di Andrea Nucera nel cantiere della T 1 a Ceriale. Tra i primi a chiedere i pagamenti con decreti ingiuntivi e successivamente inserirsi nella lista dei creditori del mega fallimento che è sempre in attesa delle richieste della Procura e della pronuncia del giudice delle indagini preliminari. Mentre avanza per parecchi reati lo spettro della prescrizione.
E ora altra carne al fuoco. Le due ville di via San Francesco gelosamente avvolte da riservatezza e risparmiate dall’interesse mediatico. Fino a quando ?
Luciano Corrado