Nessuno a Ronco Giurato accettava la nostra imperizia nel sondare
Solo un pensiero superficiale poteva credere che nessun mistero fosse nella pura normalità di una tarda sera nei pressi di Ronco Giurato, alcun fatto, in cui il sonno non arriva recondito, immaginare che si trattasse alla base di questo caso insolubile.
Sì che chiunque poteva credere che l’uomo fosse a piedi scalzi e mani nude nella notte scura, poteva concludere che la nostra storia fosse molto complicata più che altro mentre i pensieri ruotavano tranquillamente nel nostro perimetro abituale.
Il fatto più grave era che nessuno a Ronco Giurato accettava la nostra imperizia nel sondare: ogni risposta era senza valutazione, almeno bilanciarla con qualche ragionamento che accompagnasse il senso di quanto emergeva nella biblioteca antica.
La nostra storia non era già finita prima di nascere, ma un approfondimento accurato sarebbe stato finalmente compiuto, obiettivamente non si poteva attardarci a Ronco Giurato: ci perdevamo attorno alle difficoltà, caricarle di risposte fantasiose quasi per inerzia, andava…
Capivamo che era diventata una storia letteraria su Ronco Giurato ma il fatto avrebbe permesso che i suoi pensieri e le sue risorse si potessero percepire o immaginare: faceva parte del linguaggio la sua spiegazione.
Bruno Chiarlone Debenedetti