Un riconoscimento meritato ed applaudito dalla comunità di Pieve di Teco e della Valle Arroscia. Il comandante la stazione dei carabinieri è stato insignito Cavaliere al Merito della Repubblica. Un giorno da annotare sui libri di storia locale per il luogotenente Giulio Tortorolo, rimasto con la ‘stoffa’ dei mitici comandanti della Benemerita. Una condivisione, nei piccoli paesi, con il direttore dell’ufficio postale, il medico, il parroco.
E’ verissimo, i tempi sono cambiati anche per l’Arma fedele nei secoli. Basti pensare alla razionalizzazione dei servizi. Sono un ricordo per i più anziani le stazioni dei carabinieri, dalla città ai paesi di montagna, aperte 24 ore su 24, con un piantone, il maresciallo, da sempre figura di primo piano nel contesto sociale e civile. Oggi resta l’impronta morale e pratica del sottufficiale, ma ha dovuto adeguarsi.
Anche a Pieve di Teco può capitare di telefonare, citofonare e sentirsi rispondere ‘qui carabinieri di Imperia’, oggi la caserma è chiusa, apre domattina alle 8. L’Arma ha mantenuto molti presidi anche se ha dovuto fare i conti con l’espansione capillare di un paio di decenni or sono, oggi con gli organici, gli orari, i servizi sul territorio.
La caserma a Pieve di Teco è un’istituzione, come il Municipio, le scuole pubbliche, un tempo la pretura. Solo due anni fa pareva che andasse ad una fusione, accormpamento con la stazione di Nava; i quotidiani provinciali avevano rilanciato più volte l’ipotesi, date per scontata. Fino a quando è arrivata la presa di posizione del comandante provinciale. Nava non si tocca, è un baluardo per un territorio vasto che si estende fino al Redentore, a Monesi nella stagione sciistica, a Mendatica, Montegrosso, Cosio, Pornassio. Non importa se il maresciallo, come altri colleghi nelle stesse condizioni, deve farsi un quattro e i servizi restano sulle spalle di tre uomini, qui i militari in rosa non sono ancora arrivati.
Giulio Tartorolo, il maresciallo di buon senso prima di tutto, quello che quando è necessario preferisce farti la paternale, avvertirti, piuttosto che ‘scrivere sul groppone’. Un sottufficiale preparato, rigoroso, ma non fiscale, ricco di umanità. Con un vice comandante, Antonio Zappatore, già comandante della Stazione di Santo Stefano al Mare.
Pieve di Teco conserva anche la caratteristica di attrarre personaggi del folklore provinciale. E così durante i mercatini dell’antiquariato o della gastronomia è facile trovare il fisarmonicista che arriva da Dolceacqua e diletta i passanti sperando nella mancia. Da 22 anni abita a Dolceacqua proveniente da Milano dove ha fatto il camionista per 20 anni. Ha tre figli, non è ancora in pensione. “A volte – confessa – non racimolo neppure le spese della benzina, quando va bene metto assieme dopo un giorno di lavoro 160- 170 euro. C’è chi sta peggio e chi sta meglio, mi accontento. Anche a Pieve si sente un po’ la crisi, Ma per uno che arriva dal Sud e ha visto la miseria in faccia….coraggio e costanza non vengono, importante è saper divertire, anche se non canto”.