Non è solo un grido d’allarme, né un’opposizione ambientalista preconcetta. E’ un problema di sostanza prima ancora che di metodo. Ad essere chiamato in causa è l’assessore alle Infrastrutture, Giacomo Giampetrone, dopo che il Via ha approvato a maggioranza la variante – tunnel sull’Aurelia, a Capo Noli. Dove, tra l’altro, si da per scontato il finanziamento che invece non c’è. Dove l’Anas ha un ruolo primario e in Regione ai tempi di Burlando si ascoltava: ‘Non possiamo essere contro un progetto che ci è costato 600 mila €”.
La lettera (vedi….) del primo cittadino, Giuseppe Niccoli, porta la data di lunedì 14 novembre. Indirizzata all’assessore competente, all’architetto Carla Roncallo, a Nicola Poggi ( Dipartimento ambientale settore Via), alla direzione regionale dell’Anas. Porta alla ribalta il fatto che “il progetto di variante all’Aurelia di Capo Noli non sia affatto già finanziato, come spesso detto e scritto molto impropriamente, anche nell’ultimo Via del 12 luglio 2016, con prassi professionalmente molto dubbia”. E si chiarisce perchè: ” Non esiste alcun progetto di finanziamento specificatamente dedicato alla Variante – ad es. project financing, fondi Europei, ecc. – bensì esiste solo la ‘normale’ disponibilità di Anas ad inserirlo, eventualmente, nel proprio piano di investimenti dopo essere stato debitamente valutato e approvato anche dal Ministero delle Infrastrutture”.
Come se non bastasse l’aspetto finanziario – pur sempre denaro della comunità -, il sindaco mette nero su bianco che siamo di fronte “a impatti devastanti sotto il profilo paesaggistico, ambientale, logistico, economico, conseguenti ad un progetto che riteniamo mal progettato, sostanzialmente inutile ed impropriamente condotto nelle procedure seguite”. E ancora: “ Non si rispetta in alcun modo alle esigenze di messa in sicurezza immediata del tratto di Capo Noli dell’Aurelia da noi più volte richiesta (‘opzione zero’) che renderebbe inutile il tunnel con enormi risparmi finanziari di risorse pubbliche….che dovrebbero essere destinate ad altre migliori iniziative per migliorare la viabilità del nostro comprensorio rispetto all’inutilità di questo progetto di Variante”.
L’INTERPELLANZA SUL VIDEO HARD DEL E BATTIBECCHI IN STRADA DEL SINDACO RIMASTI ATTI RISERVATI
Finalmente i cittadini di Noli possono leggere dopo che solo trucioli.it aveva messo in rete l’interpellanza sul video hard del sindaco, quale sia stata la sorte finale della scabrosa vicenda senza precedenti nella storia cittadina. In ballo non solo un problema di corretta trasparenza e di libera informazione, il rispetto o meno del regolamento comunale. Il ruolo del parlamentino locale. Nei giorni successivi il ‘caso Niccoli‘ è stato ripreso anche in cronaca nazionale che l’ha definito ” Lo scandalo a sfondo erotico che divide Noli” (IL Secolo XIX del 10 novembre). Con l’invito dell’ex sindaco Ambrogio Repetto, capogruppo dell’opposizione: “Niccoli si dimetta“. E Niccoli: “Non ci penso neppure, sono stato sposato tre volte, sono vedovo, la mia vita privata non riguarda nessuno. Semmai Repetto è uno che “ha lasciato moglie e figlio per mettersi con una dipendente comunale”.
La novità è che seppure, con ritardo di una decina di giorni e dopo lo stesso consiglio comunale del 10 novembre, il sito ‘Semplicemente Noli‘ (voce della minoranza del gruppo Repetto- Fossati – Manzino ) sono state rese di pubblico dominio due lettere. Nella prima il neo segretario comunale Luigi Guerrera (dimissionato dal Comune di Loano) al quesito posto dal sindaco sull’iter procedurale dell’interpellanza ‘video hard‘ e battibecchi in strada con due cittadini nolesi, nella sua veste super partes, ha scritto il 24 ottobre che “esula dalle competenze del consiglio comunale in quanto afferente la sfera personale, in riferimento a condotte prive di rilievo penale o di rilevanza amministrativa in senso lato, ovvero sotto il profilo del danno erariale e di immagine…“. A sua volta lo stesso Niccoli il 4 novembre ha indirizzato ai tre interpellanti la risposta scritta: “...Non ritengo di aver abusato del mio ufficio, di aver favorito con azioni o omissioni o altra opera alcun cittadino elettore, né di aver agito in forma illecita diretta o indiretta, ovvero di aver causato danni economici alla collettività....”.
Caso chiuso ? Tanto chiasso per nulla ? Ognuno ha la sua idea, si sarà fatto un’opinione se ha avuto modo di leggere le sequenze della vicenda. Chiedersi per quale ragione non si è avuta la sensibilità durante il consiglio comunale di dare conto delle ragioni che imponevano il ‘silenzio assoluto’ sull’interpellanza di Repetto e C. Se fosse legittimo o meno discuterla quantomeno a porte chiuse. Oggi sappiano che è rimasta fuori dagli atti del ‘parlamentino’ per il parere del segretario comunale. C’è un piccolo particolare, non si è tenuto conto di quanto prevede l’articolo 7 (non c’entra l’art. 22 del regolamento sulle adunanze segrete del consiglio comunale) al comma 3 che prevede espressamente che il presidente del consiglio tratti interrogazioni o interpellanze “circa la sussistenza o la verità di un fatto determinato”. Una questione di morale pubblica nel momento in cui chiama in causa un pubblico amministratore e la stessa cosa accadrebbe per un dipendente comunale. Si è scelto il silenzio, o meglio la materia è stata sottratta al consesso democratico, seppure a porte chiuse, competente a trattare le questione con rilevanza pubblica. Come era appunto l’interrogazione ed il suo contenuto, la richiesta di chiarimenti.
Dopo quello che si è letto ed è finito in pasto alla stampa viene da pensare che abbia finito per prevalere quel detto: ” Chi ha la coda di paglia ha sempre paura che gli pigli fuoco”.
LA LETTERA DEL SEGRETARIO COMUNALE AL SINDACO
LETTERA DEL SINDACO AI TRE CONSIGLIERI DI MINORANZA CHE HANNO PRESENTATO L’INTERPELLANZA SUL VIDEO HARD