A maggio, Sonia Viale, leghista, assessore regionale alla Sanità, era stata categorica: ” Chirurgia della mano, una delle eccellenze della Sanità Ligure, non smantella, semmai la valorizzeremo… A Savona inutile allarmismo”. E ora che si da per scontata la fusione con Ortopedia e Traumatologia cosa accadrà ? Che resterà della Scuola Savonese di Chirurgia della Mano e del Centro Regionale di Chirurgia della Mano dell’ospedale San Paolo ? E della Fondazione Savonese per gli Studi sulla mano ? C’è chi ripete: “Non è più una scienza per pochi, talmente studiata che è facile trovare chirurghi validissimi. Una volta c’era una ragione…”. Oppure: ” La discesa era iniziata quando l’equipe creata da Mantero si è praticamente dissolta”.
Era il 1972, nel vecchio San Paolo nacque la ‘sezione di chirurgia della mano’ con 6 posti letto, aggregata alla Chirurgia generale che letti ne contava 74. Dopo il 1991 trasferimento nel nuovo ospedale di Valloria. I posti letto salirono a 62 per chirurgia della mano e solo 20 alla chirurgia. Una cambio di rotta a 360 gradi. I critici sostenevano che si trattasse di una scelta assurda, esagerata. Non solo, per un intervento al tunnel carpale il ricovero poteva protrarsi una settimana. E letti sistemati nei corridoi. Con la continua rincorsa alle urgenze.
Il prof. Renzo Mantero nel 1970 aveva ‘ereditato’ la Divisione di Chirurgia Generale dal prof. Aldo Scalfi. Tra i collaboratori della prima ora Bertolotti, Badoino, Ferrari, Vitali, Priano (defunto), Novara, Moretti, Ghigliazza, Margherita Costa, umanamente la ‘prediletta’, mentre Ghigliazza curava i rapporti con il potere e fu scelto quale direttore sanitario. Era considerato il gruppo della ‘vecchia scuola’ che si è esaurito tra pensionamenti più o meno accelerati e volontari. Un clima di malessere, si diceva, proseguito con i primi due concorsi per sostituire il ‘pioniere’. Un’eredità difficile, complessa, tormentata. La promozione a primario di Bertolotti che è stato sindaco socialista di Spotorno, era naufragata per limite d’età; quella di Badoino per ‘mancanza di requisiti’. Fu quindi la volta di Mario Igor Rossello, l’allievo più gettonato. Le cronache raccontano della ‘ guerra a suon di ricorsi’ con il collega Carlo Grandis. L’esposto per presunti illeciti su chi fosse o meno titolato al primariato da parte di altri medici del reparto che nel periodo di massimo splendore raggiungeva i 3 mila interventi all’anno.
Non era un mistero che Alberto Teardo fosse in buona sintonia con Mantero. Accomunati nella militanza massonica, in ‘Propaganda 2‘ allora considerata una superloggia, per alcuni (Mantero escluso) fu l’anticamera della P 2 di Licio Gelli. Mantero e Teardo con ruoli e carature molto diverse. Teardo, da presidente della Regione e papabile al Parlamento, precipitato nell’inferno di tangentopoli, il carcere, la condanna. Il chirurgo fu sfiorato da un indagine che agli inizi fece clamore per via della collaborazione con la clinica Rossello e si concluse in un nulla di fatto. Mantero libero pensatore, combattente, coraggioso, un carattere aspro e duro, ma capace di grandi slanci e di grande generosità, ha scritto di lui Igor Rossello. Un uomo fuori dal comune e del quale ogni società civile avrebbe bisogno. Quando Mantero creò a San Paolo la prima sezione di chirurgia della mano alle Università si studiava ancora l’arto superiore non dettagliatamente la mano. In Italia esisteva un centro a Modena (prof. Bonora),a Roma (prof. Manetta), a Pavia la Clinica Universitaria.
Uno stretto collaboratore di Mantero (“Per favore niente nomi….”) non ha dubbi: ” E’ stato definito a torto o ragione uno scienziato, ottimo manager di se stesso, capace di abbracci e di imporsi, dalla sua parte la buona stampa”. Era proprio così ? Ancora il coadiutore a rivelare qualche particolare inedito. Il collega Mantero ha ‘imparato’ in Francia, stage a Parigi, a scuola del mitico prof. Marc Iselin. Tra i primi in Europa a codificare la chirurgia della mano, la ricostruzione dell’arto. Una scelta conseguente alla Grande Guerra del 1915- ’18, alle miglia di soldati rimasti feriti e straziati alle mani. Anche Mantero, laureato a 24 anni, docente universitario a 34, primario al San Paolo dal 1970 al 1994, ha fatto gavetta, iniziando dal pronto soccorso. Ha presto intuito quanto fosse importante migliorare le tecniche, valorizzare la pazienza e la manualità del chirurgo. Non esistono interventi facili e difficili. Infatti non sempre gli interventi sono coronati da successo.Ogni paziente fa storia a se. I giornalisti seguivano quanto accadeva con ‘operati’ famosi, facevano notizia, però nessuno si interessava più dell’esito finale. Cosa accadeva dopo. Anche se nulla può scalfire il prestigio di un chirurgo che può vantare 15 tecniche operatorie, 18 strumenti chirurgici, oltre 200 pubblicazioni scientifiche che portano il suo nome. Come pare non sia stato corretto attribuirgli tutti i meriti di 30 mila mani operate. Perché ?Il successo non può essere attribuito solo al chirurgo, c’è l’equipe, l’aiuto, il o la ferrista molto importante. Le urgenze nel cuore della notte, quando bisognava correre in sala operatoria. Mantero ‘pretendeva’ che fossero rigorosamente rispettate, non accettava ‘urgenze differite’. E con tutti, nessuno escluso, era una persona franca, non le mandava a dire.
Chirurgia della mano a Savona che appariva una fortezza inattaccabile, oggi vacilla. Pur negli anni anni di Mantero ancora in vita, direttore scientifico del Centro regionale, Rossello direttore, si contava un’equipe con sei dirigenti medici: Bertolotti, Machi, Novara, Pamlein, Spingardi, Zoccolan, caposala Briozzo, segreteria Sguerso e Rossi. Una dotazione di 24 posti letto tra ordinari e day surgey, garantendo il trattamento delle urgenze chirurgiche. Dall’avambraccio alla mano, reimpianti di arto e parti di esso. Utilizzando le più moderne tecniche microchirurgiche ed endoprotesiche. L’attività medico chirurgica fa parte del Centro di Coordinamento delle Urgenze Mano in Italia (Cumi) che garantisce la disponibilità di un’equipe soprattutto per ciò che riguarda i reimpianti di arti o di segmenti di essi, amputati e le urgenze di maggiore gravità.
In una relazione dell’Asl 2 si dava atto che si era arrivati ad una media di pazienti trattati pressochè costante nell’ultimo decennio. 2500 prestazioni chirurgiche, di cui 500 urgenti; 20 mila prestazioni ambulatoriali, I ricoveri superavano quota 1800. Si distinguevano le malformazioni congenite, oltre 150 pazienti operati dei quali più di 50 al di sotto dell’anno di età. E ancora il trattamento dei tumori della mano con un riscontro di livello internazionale, dell’artrite reumatoide e di tutta la patologia osteoartrosica che comporta l’impiego di endoprotesi e una di queste protesi è stata ideata da Centro del San Paolo e prodotta in collaborazione con l’Università di Innsbruck. La chirurgia dei reimpianti – oltre 100 negli ultimi anni – ha valso premi e riconoscimenti scientifici importanti. Si aggiunga il capitolo dell’attività della ricerca scientifica, ai convegni, ai congressi. Ai problemi della mano del paziente cieco, dei musicisti (Mantero ha conosciuto e curato, come scrisse su un articolo a sua firma pubblicato da A Campanassa, Leonid Kogan, Ruggero Ricci, Renato De Barieri e molti altri), degli sportivi.
Si dava atto, nella stessa relazione, che dall’ottobre 2010 la chirurgia della mano diretta dal prof: Rossello è stata trasferita al 2° piano Monoblocco (lato Albissola) e i nuovi locali sono stati completamente ristrutturati, resi più moderni e funzionali.
Non meno importante l’attività della Fondazione Savonese per gli studi sulla mano voluta dalla storica “A Campanassa” . La Fondazione è nata nel luglio 1982 e si occupa prevalentemente dell’attività editoriale del Centro Regionale di Chirurgia della Mano e dell’organizzazione del Corso propedeutico di Chirurgia della mano. In primo piano la pubblicazione della rivista ‘Manovre’, espressione dell’interesse anche umanistico per l’organo della mano in senso antropologico, artistico e culturale. Presidente della Fondazione il rag. Carlo Cerva, vice presidente Rossello, tesoriere rag. Giuseppe Testa. Consiglieri i medici: Salvatore Annitto, Ruggero Basso, Fulvio Borghini, G.B. Ghigliazza, Nazzario Fancello, Vincenzo Pizzorno e la signora Nadia Sguerso.
Il prof. Rossello è dal 2001 alla guida del Centro regionale intitolato alla memoria del prof. Mantero in considerazione del considerevole apporto per lo sviluppo delle progettualità della Chirurgia della mano, nonchè del patrimonio culturale creato grazie alla sua proficua attività scientifica e clinica. Il 15 maggio scorso ha inaugurato il 35° Corso propedeutico di Chirurgia e Riabilitazione della mano facendo confluire a Savona specialisti e studiosi da tutto il mondo. Il Centro del San Paolo è tra i pochi ad attrarre studenti e studiosi, Da Milano arrivano ogni anno – pagati dalla Regione Lombardia – studenti del corso di fisioterapia, mentre provengono da Padova, Genova e altre università italiane e europee gli specializzandi in chirurgia.