Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il progetto dimenticato che resta attuale: le innovative tecniche di tunnel realizzate in Europa. A Loano senza binari in superficie, né passaggi a livello. Un asse di scorrimento alternativo all’Aurelia


E’ un errore di cui pagheranno le conseguenze le future generazioni. E’ rifiutare le più moderne tecniche innovative già realizzate, con indiscussi benefici, nel Nord Europa e in Italia. 2/Loano futura? Se ne parla, se ne discute, non si approfondisce. Chi ha governato e chi governa, le associazioni di categoria, hanno messo sotto il tappeto che non c’è futuro se non si investe su settori produttivi. Cancellata l’agricoltura, distrutta l’industria alberghiera, restano i servizi.

di Luciano Corrado

Parliamo di un progetto alternativo che, a Loano, era stato presentato nel 2014. Purtroppo è finito nel dimenticatoio come accade troppo spesso nel Bel Paese. Come accade con la ‘maledetta’ Autostrada dei Fiori. Pensiamo agli intasamenti che sono ormai a cadenze sempre più frequenti con gravi ripercussioni e le ‘urla’ di protesta -vedi archivio stampa- che si levano dai sindaci pro tempore, dalle maggiori associazioni di categoria, da esponenti politici. Zero risultati. I progetti alternativi di volta in vola tornano alla ribalta ma restano nei cassetti. La classe politica che governa la nostra regione, i parlamentari liguri,  le segreterie dei partiti di maggioranza e all’opposizione, come ha documentato l’ing. Paolo Faorzano si sono dimostrati incapaci nel concretizzare le priorità che maggiormente incidono sull’economia e su un futuro sviluppo sempre più miope e precario. Vedi l’articolo: Savona, provincia con lo strozzo la distruzione e la modesta rinascita. Genova ci strangola (con 3880 visualizzazioni).

E’ sempre meno di aiuto l’informazione che si da ai cittadini, ai lettori. I social, i giornali on line del territorio, gli stessi media cartacei – pur ridotti ai minimi termini in edicola- hanno perso quel ruolo propulsivo, quella forza d’urto, quella ‘autorità’ che faceva della ‘stampa il quarto potere‘. Un giornalismo che non contribuisce più a ‘faro dello sviluppo’ e assai superficiale. Informazione messa in crisi dal generale discredito che da troppo tempo oramai colpisce la classe politica che non è scelta per competenze ma formare ‘gruppi di potere che obbediscono al capo’. L’espansione prepotente dei sociali media sul web ha aiutato la diffusione del pregiudizio secondo cui “la mia ignoranza vale quanto la tua conoscenza”.

Per una serie di ragioni che non è il caso di approfondire (in primis il condizionamento degli editori sempre più interessati a non inimicarsi il potere di turno) alcune tematiche di maggiore impatto socio-economico non vengono più approfondite. L’informazione che si limita a riproporre pedissequamente le notizie della vita quotidiana (comunicati stampa, dichiarazioni, prese di posizione di esponenti politici  che badano soprattutto ai loro interessi di bottega e di clientele). Sembrano lontani i tempi che di fronte a tematiche importanti, strategiche, i quotidiani liguri e del Nord, ma persino a livello nazionale, si ricorreva all’inviato speciale. Un giornalista capace che si documentava a dovere, sapeva approfondire, analizzare, denunciare. Articoli che finivano in prima pagina con la loro forza di penetrazione nei gangli del potere, ma anche un impatto pervasivo per ‘cittadino informato’.

Colpiti dalle radicali trasformazioni tecnologiche e culturali che investono il sistema mediatico, senza che ci siano ancora risposte editoriali e politiche all’altezza della sfida. Mal tollerati da poteri politici ed economici che detestano le critiche e preferiscono coltivare fake news e post-verità. E considerati marginali da un’opinione pubblica diffusa che non ritiene l’informazione un patrimonio fondamentale della comunità e si affida ai fattoidi invece di fare i conti con i fatti, i dati, le verità, anche quando sono scomode e non convenienti per un gruppo sociale, una congrega di interessi, una corporazione.

Trucioli.it ripropone l’argomento tunnel affinché ci si possa rendere conto di quali siano (non opinioni pur sempre utili) i benefici a fronte della perdita della stazione di una città la cui unica economia è basata sul turismo e che verrebbe certamente penalizzato come documenta il trasferimento dei binari nell’imperiese.

Non corrisponde dunque a verità che non ci siano alternative praticabili e meno costose.

Non dimentichiamo che Loano ha già rinunciato all’Aurelia bis (e c’è lo specchio di cosa significa oggi l’attraversamento della statale in termini di tempi per chi lavora e inquinamento). Loano che ha rinunciato ad un Piano regolatore capace di tutelare e non sconvolgere l’ambiente e non distruggere una sana economia turistica. Che significava tutela e sviluppo dell’economia alberghiera tradizionale (turismo di qualità e posti di lavoro, traino del commercio). Quel tessuto alberghiero rimasto unico investimento produttivo non saltuario, non da mordi e fuggi del ‘partito del cemento‘ e l’indotto limitato in un breve lasso di tempo. Investimento produttivo significa posti di lavoro per i giovani, per le famiglie, che a loro volta generano potenzialità di spesa. Sta di fatto che si è generato uno sviluppo effimero e diffuso precariato.  E con queste credenziali i giovani laureati e diplomati continueranno sempre più ad emigrare. Fino ad oggi il ‘sistema perverso’ è rimasto in piedi grazie alla generazione che ha vissuto gli anni d’oro del boom di cui hanno beneficiato figli e nipoti. Quando terminerà, per saturazione del territorio peraltro già superata, non ci sono alternative. Nelle nostre famiglie contadine del dopo guerra si commentava la fuga verso le città, il benessere da ‘bolla gonfiata’, col presagio che un domani si sarebbe tornati a lavorare la terra. E dalla storia dei popoli ci sono conferme.  Succede però che le terre coltivate dai avi sono state inghiottite soprattutto dalla speculazione. Asfalto e cemento. . Ovvero bisognerebbe tornare alla coltivazione dei terrazzamenti non solo appare inverosimile, non sarebbe fonte di reddito per fabbisogno e sviluppo.

Ha rinunciato al fascino sempre più apprezzato di città turistica modello. Invece pare non abbia insegnato nulla l’esempio di rapalizzazione e inflazione di secondo case (bilocali soprattutto). Seda una parte ‘ingrassano’ gli speculatori e una minoranza ne beneficia, dall’altra si è distrutto lo sviluppo a misura d’uomo. Un turismo sempre più di massa, sempre più ristretto a pochi mesi e che un evidente risultato l’ha già prodotto e non è finita. La perdita del turista che va in vacanza con una certa capacità di spesa. Che non ordini una pizza da dividere in due; non si porti lo spuntino di mezzogiorno nello stabilimento balneare, non si rifornisca di bottiglie d’acqua minerale con la provvista fatta a casa, non vada al ristorante accontentandosi del menu meno caro: un piatto di spaghetti, un dolce, un caffè, mezza minerale.

Ci sarò una ragione per cui si divulgano i dati e le statistiche degli arrivi e delle presenze (italiani e stranieri), ma non si confronta mai, si ignora, a quanto ammonti mediamente la capacità di spesa giornaliera dell’ospite. E ancora, non si da l’importanza che merita e che dovrebbe rappresentare un altro punto di forza (con il monte spesa del turista) la durata del soggiorno.

Per chi conserva la memoria e per chi vuole tenersi aggiornato e se il politico non fa l’imbonitore, si vadano a rileggere i giorni di permanenza media degli anni ’70 e ’80.  Tra i 7 e 14 giorni con punte mensili per famiglie.

Ora i dati ufficiali si attestano intorno ai 2,5 – 3,6 notti a seconda del periodo e del settore (alberghiero o extra-alberghiero), tende 4 giorni a Savona, mentre la media regionale rimane stabile intorno ai 3 giorni, con leggeri cali o aumenti a seconda dell’anno. Il risultato? Rispetto ad altre Regioni turistiche, di montagna e di mare, il ponente ligure, soprattutto, con un record savonese, ha perso l’80 percento del tessuto alberghiero tradizionale a vantaggio delle seconde case dove ormai i prezzi del soggiorno si basano sul numero dei posti letto. Una media di 4-6 per bilocali. Altro che politiche e programmi di manifestazioni, con relativi stanziamenti, per un turismo di qualità, altro che eccellenze del territorio, di sognatori di nuovi hotel a 4-5 stelle da annunciare sui media per poi dimenticare come è finita.

Luciano L.Corrado

2/Riceviamo e pubblichiamo- Buongiorno egregio Presidente Taboga, le confermo la disponibilità ad: elaborare uno studio di fattibilità, elaborare un progetto, e costruire tutta l’infrastruttura. Ricordo che in data 3 agosto 1994, su invito (scritto in norvegese) alla Fortifikasjon Consulting di Oslo (fa parte del gruppo Norconsult), dal Vice Sindaco di Loano dott. Oliva, intervenni ad un convegno aperto ai cittadini ed agli amministratori locali, per illustrare le più moderne tecniche utilizzate nella costruzione di tunnel  ferroviari ed automobilistici.

Assieme ad i tecnici venuti appositamente dalla Norvegia, spiegai dettagliatamente la possibilità di applicare tali tecniche, per un raddoppio in tunnel della linea da Finale Ligure a Loano. Dopo oltre 30 anni, visti gli enormi progressi nel settore delle costruzioni ipogee, ritengo che la realizzazione in sotterranea del tratto Finale/Loano, sarebbe non solo più funzionale e meno impattante sul territorio, ma anche più economica .

In Norvegia, stanno costruendo il tunnel automobilistico sottomarino più lungo e più profondo del mondo, il Rogfast tunnel. Esso sarà lungo circa 26,7 chilometri, a due canne, e raggiungerà i –390 metri nel punto più profondo sotto il mare. Entrerà in esercizio nel 2033.

Il progetto è della la mia rappresentata norvegese Norconsult (www.norconsult.com), che ha realizzato decine di tunnel automobilistici e ferroviari in tutto il mondo. Essa in Italia ha co-proggettato un’isola artificiale, collocata a circa 15 chilometri al largo di Porto Levante, in provincia di Rovigo,utilizzata come rigassificatore di gas naturale liquido (GNL). Con il gruppo norvegese Nocon ho elaborato lo studio di fattibilità per l’interramento della ferrovia a Castellanza, sotto il fiume Olona (Malpensa Express). Con la Norconsult ho anche co-progettato, l’impianto di potabilizzazione sotterraneo, per l’acqua del lago di Como.  Nella classifica delle cento migliori società di ingegneria in Europa, stilata da “Il Sole 24 Ore”, Norconsult occupa il 12° posto. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti Distinti saluti. Fernando De Simone

Il rendering del progetto dei tunnel nell’abitato di Loano. L’obiettivo era di realizzare una ‘fermata’ anche davanti al porto turistico e un’altra al Santa Corona, mantenendo le stazioni di Loano, Pietra e Borgio Verezzi. Destinare l’area di risulta, dalla liberazione dei binari, ad un asse di scorrimento alternativo alla via Aurelia, sempre ingolfata dal traffico. Oltre alla pista ciclabile e spazi di verde 

2/Articolo di Trucioli.it di Gian luigi Taboga del 21 aprile 2022

La testimonianza. Sono trascorsi 30 anni, da Loano a Finale progetto norvegese di tunnel ferroviario. Benefici, opportunità e consensi ad Albenga. Più stazioni e alternativa Aurelia caos.

Ferdinando De Simone membro SIA – Società svizzera degli Ingegneri e degli Architetti
De Simone è specializzato in: trasporti, tunnels, costruzioni sotterranee e sottomarine, ingegneria sismica

Sembra ieri, ma sono trascorsi quasi 30 anni  (3 agosto 1994 ) da quando presi contatto con l’architetto Ferdinando De Simone delegato in Italia della FORTIFIKASJON  Cosulting Engineers di Oslo in Norvegia. Dopo aver letto un suo  articolo sulle costruzioni di tunnel ferroviari sotterranei costruiti  in Norvegia, scrissi una semplice lettera autografa recapitata per posta chiedendogli consigli e collaborazione per un’adeguata soluzione riguardo lo spinoso caso di un eventuale trasferimento della linea ferroviaria Finale Ligure /Andora.

Da profano quale ero  pensai anche di rivolgermi a qualificati esperti del settore dell’Università Genovese che si dichiararono gentilmente disponibili a dare suggerimenti e consigli.

Dopo aver avuto sufficienti rassicurazioni informai l’Amministrazione Comunale di Loano che per mano dell’allora vice sindaco prof. Pietro Oliva invitò l’architetto De Simone, con lettera scritta in norvegese, alla FORTIFIKATJON Consulting per chiederne ufficialmente la consulenza.

In un memorabile conferenza nella sala del Consiglio Comunale di Loano, De Simone illustrò le innovative tecniche di costruzioni sotterranee già realizzate in Europa e adatte a risolvere il raddoppio del tratto di ferrovia da Finale Ligure a Loano con un passaggio in sotterranea; sarebbe stata la soluzione più idonea per eliminare la servitù dei binari in superficie e i passaggi a livello, mantenendo in loco le stazioni di Borgio Verezzi, Pietra Ligure e Loano. La possibilità, inoltre, di una fermata davanti al Santa Corona ed al porto turistico di Loano e quella di destinare l’area di risulta dalla liberazione dei binari ad un asse di scorrimento alternativo alla via Aurelia, a pista ciclabile e spazi di verde in una invidiabile posizione sul mare. La proposta progettuale  suscitò unanimi consensi anche in altre occasioni di incontri, allargati a Borghetto Santo Spirito ed Albenga.

Naturalmente il tratto Loano/Albenga, già a doppio binario, avrebbe dovuto essere conservato tale e quale così come la stazione e lo scalo merci di Albenga e  Ceriale.

Il mancato spostamento del tratto Loano/Albenga e il relativo risparmio  avrebbe  finanziariamente contribuito alla costruzione del tunnel Finale Ligure/Loano mantenendo il migliore servizio per gli utenti senza sottrarre un solo  metro di terra all’agricoltura e preservando l’ambiente. Mentre da parte nostra  si mirava ad una soluzione  soddisfacente nelle “Alte Sfere”  si procedeva in maniera  diametralmente opposta, provocando una presa di posizione netta e decisa in tutto il territorio albenganese.

Su proposta di ASSOUTENTI e per iniziativa locale nascevano ad Albenga, nelle varie frazioni, i Comitati territoriali organizzati (con la disponibilità logistica delle varie Parrocchie), per contestare e contrastare il progetto di spostamento a monte della linea ferroviaria. A Leca, Bastia, Campochiesa, San Fedele, Lusignano  la mobilitazione portò all’elaborazione di un documento unitario nel quale erano esposte  tutte le ragioni di un’opposizione ben motivata e documentata.

In seguito in data 13. 10. 95  i Comitati delle frazioni di Albenga, la Coldiretti sezione di Albenga, il Comitato intercomunale, la Confederazione Italiana Agricoltori – zona di Albenga, l’Unione Provinciale AgricoltoriASSOUTENTI di Loano e quella Circondariale , la Lista civica “Proposta per Albenga” , il WWF di Albenga, Lega Ambiente di Albenga, i Verdi di Albenga, Italia Nostra di Albenga, il Movimento Giovanile Coldiretti di Albenga , il Partito Popolare Italiano di Albenga, Lega Nord di Albenga, Lega Italiana Federalista, lista Civica ” Uniti per la Città” scrivevano al Presidente del Consiglio Dott. Lamberto Dini,  ai Ministri dei Trasporti e dell’Ambiente e ai Presidenti di Regione e Provincia specificando i motivi del proprio dissenso allo spostamento a monte perché, si specificava :    “ non esiste motivo valido per questa scelta, infatti la stazione di Albenga  è adeguata nelle strutture e nelle attrezzature, con doppio binario, posizione centrale e comoda per gli utenti”. Nella lettera furono elencate tutte  le altre ragioni a giustificazione del dissenso all’epoca espresso, ma senza ricevere risposta alcuna.

In data 3/02 / 20 presso la IV Commissione Territorio e Ambiente della Regione Liguria ASSOUTENTI Savona, unendosi alle prese di posizione dei vari Comitati Territoriali degli Utenti e di WWF Regionale Liguria, tornava a ribadire i motivi di dissenso allo “spostamento a monte” depositando una lettera memorandum, per la quale non ha ricevuto alcuna risposta.

Ad oggi è mancata da parte dei responsabili ogni preventiva consultazione degli utenti (come invece sarebbe  previsto dalle norme esistenti) di un servizio essenziale,  con un progetto  che ipoteca negativamente il futuro di un intero territorio.

Per ASSOUTENTI Savona, Gian Luigi Taboga

3/L’ARCHITETTO DE SIMONE CONTATTATO DA TRUCIOLI.IT: “La nostra proposta, compresa Loano, resta sempre valida. Se i sindaci dei comuni interessati ci interpellano, possiamo elaborare un aggiornamento della vecchia proposta”.

4/POST SOCIAL DI FILIPPO MAFFEO a commento di quanto scritto da un lettore-navigatore.


L.Corrado

L.Corrado

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