Trucioli

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Ortovero, lupo travolto sulla statale. Il pastore: “Non mi diano la colpa, è accaduto vicino a una mia proprietà”


Accade alla periferia di Ortovero, sulla statale Albenga-Pieve di Teco. Non è stato ucciso da un bracconiere. Non ha avuto scampo dopo essere stato travolto e mutilato da un automezzo in transito. L’animale, di primo mattino, era a caccia di una possibile preda.

Il lupo travolto da un automezzo e rinvenuto sulla statale Albenga-Pieve di Teco alla periferia di Ortovero, Dall’immagine sembra sia rimasto senza una zampa

La segnalazione a Trucioli.it arriva da Aldo Lomanto, il pastore che pochi giorni fa è stato al centro della cronaca dei media locali. Nel suo ovile, a Bastia d’Albenga, un branco di lupi ha dilaniato 12 pecore che avevano partorito gli agnellini.

Questa volta Aldo si stava recando in un terreno di sua proprietà che confina con la statale, in un tratto rettilineo. ‘Erano le nove del mattino. C’erano auto ferme e gente sulla strada. Ho pensato ad un incidente stradale. Mi sono fermato per rendermi conto. Sull’asfalto un lupo morto,  con evidenti tracce dell’investimento e mutilazioni. Non so chi abbia avvertito chi di dovere. Per fortuna non possono dubitare di una mia vendetta. Sono arrivato dopo anche se il caso vuole che sia successo proprio sul confine di una mia proprietà….”.

Non è una novità che ormai i lupi (spesso solitari o in coppia e c’è una motivazione) scendono sempre più a valle, raggiungono i centri abitati. Non c’è dunque da stupirsi se, come accade per altri animali selvatici, possano essere travolti da automezzi in transito. Con potenziali pericoli per gli stessi automobilisti.

I rischi maggiori, almeno nella vallata dell’albenganese, li subiscono i proprietari di animali da cortile. Non parliamo quelli da ‘compagnia’. Nel caso di un pastore le conseguenze, per il  bestiame, non sono sono briscoline. Si aggiungano le spese per lo smaltimento degli animali. Il risarcimento della Regione varia da caso a caso.

Con Aldo Lomando quando si commenta la sua notorietà  per gli articoli sulla strage delle pecore e una conseguente promozione del suo caseificio artigianale sbotta: “Non scherziamo, non sono alla ricerca di popolarità. La promozione, per me, è la qualità del prodotto che vendo. Nella notte, appena sento abbaiare i cani maremmani di guardia, faccio un sobbalzo nel letto.  Mi sveglio con l’incubo dei lupi nell’ovile. I cani sono utili, ma non mi riaddormento senza essermi prima reso conto che non è successo nulla, un falso allarme che si ripeto purtroppo. Questa  non è una vita, già dura, durissima di per se stessa. Fa piacere ascoltare i nostri ammiratori, peccato che non si vive di elogi e di ‘forza Aldo‘. A volte la vita grama e le difficoltà ti fanno perdere la voglia. Ho 64 anni, ho tirato il carro dell’antico mestiere da ragazzino. Il giorno che mio figlio dice ‘papà io smetto, non me la sento più di fare questa vitaccia‘, mollo tutto e addio pastorizia”.

Lomanto: “Non possiamo vivere a suon di colpi di gloria e di belle parole. La ‘vocazione’ si paga a caro prezzo e nessuno può rendersi veramente conto. Le bestie hanno bisogno  di essere accudite tutti i giorni, non ci sono feste, non c’è Natale o Pasqua, non c’è compleanno.  Di recente un Comune montano dove in estate mi reco per la transumanza e pago una cifra non indifferente per pascolare in un’area di proprietà comunale, mi ha fatto telefonare da un loro geometra di fiducia. Vogliono costruire, ottima idea, una piccola baita per il pastore. Il motivo della telefonata è che sono disponibili a realizzare il rifugio se io collabora nella spesa. Ho risposto: no grazie. E non credo di essere stato irrispettoso. Si parla e si scrive, si ascoltano dichiarazioni di politici regionali circa il sostegno della Regione alla pastorizia e poi non si mettono in condizioni i Comuni di realizzare un decente riparo delle loro proprietà interessate al pascolo. Non mi vergogno, io mio figlio, facciamo uso di una roulotte come i zingari. Senza acqua, ne servizi igienici e tanto altro. E’ vero che nessuno mi obbliga, almeno si sia coerenti quando si promette e si annunciano provvedimenti, finanziamenti a favore della pastorizia. Sia chiaro non sono un martire, né un’eccezione, parlo per me”.

Aldo è un fiume in piena. Chiediamo come è finito il progetto di realizzare un punto vendita-caseificio proprio nelle campagne di Ortovero. Argomento ripetutamente affrontato da Trucioli.it in seguito ai dinieghi ripetuti del permesso a costruire. A vani ricorsi al Tar, a spese su spese. “E tutto fermo, sono trascorsi parecchi anni, neppure un sindaco della sinistra ha sbloccato il rifiuto del Comune”.

Trucioli.it il 21 settembre 2017 scriveva, tra l’altro. “Una stagione con l’amarezza di combattere col diniego del Comune di Ortovero dove, dopo aver comprato 5 mila mq di terreno, si è visto bocciare due volte il progetto: un laboratorio di latticini e punto vendita. Il Tar, dice Lomanto, non mi da ragione, né torto. In realtà il tribunale amministrativo è stato categorico. Ha accolto le tesi del Comune e spese compensate. L’assessore all’urbanistica, Simone Plumeri, architetto, è un libro aperto: “Nessuna persecuzione o preclusione a priori, semmai il dovere di rispettare le norme urbanistiche che sono uguali per tutti, porte aperte ad ogni iniziativa commerciale e di sviluppo economico nel rispetto delle norme di legge”.

Lomanto, nel frattempo, ha comprato, a Ortovero, altri due terreni attigui alla sua proprietà – dove si trova una vecchio magazzino che può fare cubatura-  di mille e due mila metri. In totale sono ora sono otto mila mq.

2/INTERNO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DEL SAVONESE ON.FRANCESCO BRUZZONE

(VEDI E ASCOLTA IL VIDEO…….)

Commenti social- Federico M L Mettus/ Onorevole mi spiace dirlo ma non c’è nel suo discorso un fondamento etologico, ecologico e zoologico che è uno, manco a cercarlo con il lanternino , siamo più nel campo dell’ideologia e del folklore a mio avviso. Aree vocate ? Un lupo si è fatto 1947 km di dispersione in 9 mesi , in una notte percorrono 60/80 km di cui i primi 20 a velocità di crociera con punte massime di 55/60 km/h aivoglia a vocare aree…😂😂😂 È una sottospecie geneticamente e tassonomicamente unica al Mondo minacciata da introgressione con i cani gravemente minacciata e con scarsa variabilità genetica non ne va toccato neppure più uno.

Marino Ferraro- Francesco buongiorno rispondo solo ora al tuo intervento che ripropone per l’ennesima volta il problema lupo. Che nulla c’entra con la caccia. E’un problema reale in tutta la penisola,un progetto sfuggito di mano,mal gestito come spesso accade nel nostro paese.

Il mondo rurale è fortemente preoccupato chi vive in grandi città non conosce la vera presenza di questo grande carnivoro che il mondo venatorio ha sempre rispettato sul territorio vista la sproporzionata presenza. Certo i danni che crea ,le paure che trasmette non sono più tollerabili.La popolazione di caprioli presente in modo spettacolare fino a due anni fa’ e’ quasi scomparsa e mi domando ,ora dove sono finiti quelli che avevano paura dei selecontrollori che distruggessero questo splendido ungulato. Lo hanno gestito e la presenza era evidente . Oggi il lupo l’ha praticamente distrutta. Vedere un piccolo “bambi” come dicevano quelle persone è impossibile.Solo per presa di posizione essere ottusi e cocciuti non serve a nulla si diventa solo asini che ragliano.
Pasquale Angarano- Onorevole, da uomo di destra – di destra vera, quella che difende la natura invece di usarla come slogan – le dico con estrema chiarezza che questo voto non è un “grande risultato”, ma un capolavoro di miopia politica travestito da atto di coraggio.

Complimenti davvero: siete riusciti a trasformare la tutela delle montagne in una sorta di via libera allo sterminio dei grandi carnivori. Lupi, orsi, linci… tanto vale aggiungere anche le marmotte, già che ci siete. Magari disturbano qualche passeggiata. La narrazione che fate è quasi brillante, se non fosse tragica:la sinistra voleva “intoccabili” i carnivori, voi avete salvato la popolazione da questa minaccia. Certo. Perché evidentemente il vero pericolo per la sicurezza dell’Italia non sono criminalità, infrastrutture che cadono a pezzi o sanità allo sbando… no, sono i lupi.
Meno male che ci siete voi a proteggerci dal terrore dei boschi.
Essere di destra, per me, significa rispetto del territorio, non giocare a fare gli sceriffi della montagna abbattendo ciò che non si sa gestire. Ma si vede che qualcuno preferisce la scorciatoia dell’abbattimento alla fatica di investire in prevenzione, rimborsi, ricerca e gestione seria della fauna.
E poi l’orgoglio… “Orgoglioso di questo voto!”. Davvero? Io invece mi vergogno di una destra che confonde la difesa delle comunità con la politica dei fucili facili. Una destra che perde di vista la realtà, la scienza e soprattutto il buon senso.
In sintesi: questo voto non è un successo. È una figuraccia ecologica e politica. E no, non c’è proprio nulla di cui andare fieri.

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