Lettera / Liguria: record di indagati per corruzione. Il rimedio? Il governo della legalità ha abolito l’abuso d’ufficio. Il difensore civico: “protezione fondamentale per gli onesti”
Riceviamo e volentieri ospitiamo- L’agenzia ANSA riporta un dato allarmante: nel 2025 la Liguria risulta essere la prima regione del Nord Italia per numero di indagati per corruzione, secondo il dossier “Corruzione, Italia sotto mazzetta” elaborato dall’associazione antimafia Libera.
Rinucci, il giornalista Rai che non teme i corrotti, le minacce, le querele e persino gli attentati. In passato contro di lui c’era la sinistra al potere, oggi l’estrema destra e la destra (vedi le inchieste messe in onda) che si guarda bene da prendere le sue difese. Peccato che non abbia il tempo per dedicarsi ed approfondire la fogna che contamina quasi indisturbata anche il savonese. I ‘teardini’ si moltiplicano e sono sempre più diffusi
Un primato che non può essere ignorato e che, più che un semplice indicatore statistico, somiglia alla certificazione di un malessere strutturale. Da anni, infatti, nella nostra regione si registrano e si segnalano, da cittadini, comitati, osservatori civici e organi di stampa, episodi ricorrenti di opacità amministrativa, conflitti d’interesse, gestione disinvolta dei procedimenti, indebolimento dei controlli, difficoltà di accesso agli atti e prassi poco trasparenti.
Vicende che si manifestano a tutti i livelli: da quelle più eclatanti, come quelle che hanno portato l’anno scorso alle dimissioni del presidente della regione, fino alla miriade di casi locali che spesso solo piccole realtà come Trucioli.it hanno la costanza e il coraggio di raccontare. E’ un dato di fatto, non un’opinione.
Un mosaico di segnali che lascia intravedere una cultura distorta del potere pubblico, una pratica amministrativa che in più occasioni tende a piegare le regole invece di applicarle con imparzialità e rigore. Il dato riportato da Libera, dunque, non sorprende chi da tempo osserva con inquietudine l’evolversi del quadro ligure: esso non appare come un evento isolato, ma come il risultato di una deriva diffusa e malsana nella gestione della cosa pubblica. Un terreno fertile su cui prosperano irregolarità, omissioni e zone d’ombra che erodono, giorno dopo giorno, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nel principio, fondamentale, che l’amministrazione debba operare nell’interesse generale e non in quello di pochi.
La situazione attuale ha radici profonde in quelle condizioni tipiche del contesto italiano, che oggi sembrano essere particolarmente accentuate in Liguria, più che nel resto del Nord Italia. Queste condizioni alimentano una spirale di rassegnazione e disinteresse tra i cittadini, che si traduce in un astensionismo sempre crescente. Oggi, più della metà degli aventi diritto si astiene dal voto. Questo fenomeno non fa che rafforzare il potere delle clientele, che si avvantaggiano di pacchetti di voti sempre più ampi che possono portare vantaggi a gruppi ristretti e a discapito della collettività, contribuendo ulteriormente al circolo vizioso dell’astensionismo.
Né, del resto, gli eletti si impegnano per stimolare la partecipazione popolare. Al contrario, da circa venti anni, con un’accelerazione sempre più evidente, vengono introdotte riforme che riducono progressivamente l’influenza del giudizio dei cittadini e degli organi di controllo, garantendo agli eletti margini di discrezionalità sempre più ampi nella gestione della cosa pubblica.
Un esempio emblematico di questo processo è l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, una decisione che preoccupa chi si trova a dover rispondere alle richieste di aiuto da parte dei cittadini. Un caso concreto di queste dinamiche è stato sollevato durante la riunione del Coordinamento Nazionale dei Difensori Civici, tenutasi ad Alghero, in cui è stata discussa l’abrogazione dell’art. 323 del Codice Penale, che disciplinava il reato di abuso d’ufficio. Francesco Cozzi, Difensore Civico della Regione Liguria, ha proprio messo in evidenza le potenziali ricadute negative di questa abrogazione, sottolineando come possa venire a mancare una protezione fondamentale per i cittadini, soprattutto nei confronti di atti amministrativi ingiusti o arbitrari che, da ora in poi, non saranno più perseguibili penalmente.
Una situazione che si declina in mille rivoli locali, dove la funzione di controllo della stampa, quella libera da ogni vincolo, e che in una democrazia agisce come “cane da guardia” del potere, diventa sempre più un baluardo. Il ruolo dell’informazione è cruciale: vigilare sull’operato delle istituzioni, denunciare abusi e disfunzioni, informare i cittadini affinché possano formarsi opinioni consapevoli e partecipare attivamente alla vita pubblica. Tuttavia, le testate nazionali, focalizzate su temi generali, faticano a seguire l’intreccio degli eventi locali, soprattutto quando questi sono numerosi e avvengono in un contesto di opacità, conflitti d’interesse e mancanza di trasparenza. Ed è proprio in questo scenario che l’informazione locale e libera, come quella fornita da Trucioli.it, diventa fondamentale, anticipando e descrivendo con precisione situazioni che successivamente vengono ufficialmente confermate da statistiche apposite.
A livello locale, è altrettanto importante l’attività dei cittadini, che, in un contesto di crescente disinteresse, reagiscono attivamente. Non solo segnalano e inviano documentazione ai media locali come il nostro, ma anche espongono situazioni opache agli organi di controllo. Numerosi sono i casi trattati da Trucioli.it. In un quadro tutt’altro che positivo, mantenere alta l’attenzione è un obbligo morale e civile, e in mezzo a tutto ciò, qualche esempio di buon senso civico, anche in comuni relativamente piccoli, emerge con chiarezza.