Il post del pietrese Gianni Cenere. “Divertente notizia storica! Accadeva a “La Pietra” il 6 dicembre 1834, festa di San Nicolò”.

Alla “Messa prima” delle sei del mattino, tutto procedeva come sempre… finché i fabbricieri, svuotando la sacchetta delle offerte, non sobbalzarono: tra i soliti spiccioli spuntava infatti un “Luigi d’oro doppio”! Una moneta grande quanto un 5 centesimi, ma con un valore di oltre 300 lire, quando la paga giornaliera di un muratore era di appena due lire. Potete immaginare la scena: occhi sgranati, sospiri, e la domanda fatidica… “Chi mai avrà fatto un’offerta così principesca?”
La notizia vola subito per tutto il paese, e ogni pietrese prova a indovinare chi sia il misterioso benefattore.
Verso le undici e mezza, proprio mentre in chiesa si canta il Gloria della Messa grande, ecco presentarsi ai fabbricieri una certa Maddalena Fazio, intenzionata a “rimediare a un madornale errore”. Secondo lei, il Luigi d’oro le era finito nella sacchetta per sbaglio.
Peccato che i fabbricieri, dopo un rapido sguardo, non le credessero neppure un po’. Perché?
Beh, Maddalena non aveva un’attività commerciale, aveva figli e nipoti da mantenere, spesso si lamentava di far fatica a tirare avanti, e, dettaglio non trascurabile, nessuno l’aveva vista alla Messa dell’alba! Messa alle strette, Maddalena cambiò versione: non era stata lei… ma sua figlia Chiara, presente alla funzione mattutina, a confondersi. A quel punto la situazione diventò un piccolo giallo. Dubbi su dubbi… e i fabbricieri decisero di non restituire la moneta. Maddalena allora si rivolse al Vescovo di Albenga, mons. Vincenzo Tommaso Pirattoni, che il 19 dicembre con una lettera, ordinò di consegnare il Luigi d’oro alle Fazio, “con promessa, sotto giuramento e con testimoni, di restituirlo qualora fosse risultato non loro”. Ma la fabbriceria non si arrese: riuscì a far annullare il decreto e ottenne che, se le Fazio volevano davvero la moneta, avrebbero dovuto intentare una causa. A quel punto, madre e figlia preferirono … lasciar perdere.
E così, di questo Luigi d’oro non si parlò più.
Una chicca riportata in un quaderno da don Guaraglia ripreso da vecchi verbali della Basilica … che oggi strappa più di un sorriso e, immagino, anche ai fabbricieri di allora.
