Mattarella al Parlamento tedesco, nel loro “giorno del lutto”: leale con gli impegni in Ucraina, ma decisamente contro le guerre. Le vittime a Gaza sono al 90% civili “ciò non può restare impunito”; “il volto della guerra è quello del bambino, della madre, dell’anziano”.

A Kiev, a Gaza”; “la sovranità è dei cittadini, non di un moloch impersonale che pretende di determinare i destini”; si torna a nominare il nucleare, “il vaso di Pandora… vedo troppi dottor Stranamore”; “la sovranità di un popolo non si esprime nel diritto di portare guerra al vicino. La volontà di avere successo non si traduce nel produrre ingiustizia… la guerra di aggressione è un crimine”.
E ha citato l’espressione del gudice Robert Jackson, procuratore a Norimberga “se riusciremo a imporre l’idea che la guerra di aggressione è la via più diretta per la cella di una prigione e non per la gloria, avremo fatto un passo per rendere la pace più sicura”. “Quanti morti ci vorranno per smettere di guardare ai conflitti per dirimere le controversie”. “la pace non è frutto di rassegnazione di fronte alle grandi tragedie. Ma di iniziative coraggiose”. Parlamento unanime: se non c’è consenso della partner, il rapporto sessuale forzato è stupro. Necessaria un’analisi politica della strategia femminile che, da destra a sinistra, governo e opposizione, ha trovato un’intesa per il bene del paese.
Negli anni Ottanta del secolo scorso sono stati necessari vent’anni per cambiare la definizione giuridica dello stupro da “reato contro la morale” a “reato contro la persona”. Progresso? La destra attacca il Presidente della Repubblica. Invece di ringraziare, è infastidita dal costante richiamo alla Costituzione. Non ha nessuna importanza la pretestuosità del pretesto, l’importante è che crescono le segnalazioni delle determinazione di questa signora che, per istinto, gestisce tutte le parti in commedia secondo il copione identitario che chiamiamo fascista e usa il potere democratico per comandare, non per governare. E ha bisogno di piegare la gente alla subalternità. Governo/Antidemocrazia: nel Parlamento europeo Popolari e destre hanno bloccato la missione (anche) in Italia sullo stato di diritto nell’Europarlamento, monitoraggio annuale che la Commissione “libertà civili” di Strasburgo effettua nei paesi dell’Unione e si conclude con un rapporto politico non vincolante. Come l’anno scorso e come l’Ungheria di Orban non sono stati mandati i ministri invitati e Nicola Procaccini, Fratelli d’Italia, vice presidente dei Conservatori a Strasburgo, ha rivendicato lo stop alla missione in Italia con un avvertimento: “Per le sinistre non è più facile come un tempo utilizzare le missioni parlamentari all’estero per fini politici”.
Italia/Garanzie: il “Garante della Privacy” si è dimesso: chiedeva di indagare i “dati” dei suoi funzionari. Governo/Ilva di Taranto, un tempo l’acciaieria più importante in Europa. Nata come gioiello nel secolo scorso ed entrata nella pratica democristiana dei carrozzoni, non vede sul banco degli accusati solo questo governo. a cui però tocca decidere e non lo sa fare. Deve fronteggiare uno sciopero duro da risolvere.
Il ministro Nordio. Inutile ricordare se da magistrato ha condotto bene qualche processo. Inutile pensare che con gli anni abbia perso colpi. Non si sbaglia quando dice – senza precisare il suo giudizio sui pericoli che ha corso il paese – che se Gelli ha detto una cosa giusta, a lui sta bene Gelli.
Anche il linguaggio di Trump è disinvolto. Critiche per la pompa magna dell’accoglienza a Mohammed bi Salman, principe ereditario dell’Arabia Saudita, iper-ricco. Qualcuno ricorda l’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi, fatto a pezzi nell’ambasciata e fatto sparire.
Due osservazioni di Trump: 1) “può succedere”. Ma scriveva sul Washington Post!? “Ma non piaceva a molta gente”. ArabiaS/Usa: risultati? Dice Domani: “il vero patto? Riad al posto di Israele”. Italiani a Sarajevo e dintorni. Pagando quote turistiche hanno potuto fare i “cecchini”. Confermato. Dall’ex-ambasciatore. La guerra è bella… Europa/Schengen Militare. Abbiamo eserciti professionali: se adottiamo un sistema di guerra, bisogna ricordare che hanno diritti.
La Commissione pensa un pacchetto per “pronti interventi”, emergenze. Per tagliare la burocrazia, accordare regole diverse, provvedere a spostamenti di mezzi e truppe, per giunta in scarsità di personale e nuovi compiti (nuova formazione) chi paga? La Patria? anche Meloni e Ursula sanno che non la armi più gratis.
Le riserve auree, patrimonio dello Stato, ma FdI (con sostegno Lega) chiede di vendere qualcosa per aiutare il bilancio in crisi. Ci aveva provato il Conte 1, di destra, ma non si poteva nemmeno allora. Credo che non sia disinformazione: ci provano e per i cittadini dovrebbe essere un segnale per non fidarsi del governo.
Il N.121 si apre con il Sole24Ore del 15 novembre scorso per meriti informativi: dopo il titolo con cui annuncia l’indagine di un anno: “dai campi da rugbi alle fontane, la mappa delle mance di Stato”, poi prosegue a pag 4 e 5 complete e fitte fitte di finanziamenti di opere buone clientelari.
Ucraina: la Russia va avanti: missili su Kiev e combattimenti feroci al fronte. E l’inverno. Kaia Kallas e l’Alto Commissario per la Politica Estera dell’Ue, “Prepariamoci alla guerra”. Se non siamo difendibili non possiamo finanziare scuole e sanità.
Gaza: sembra che le donne si tirino su le maniche e comincino a piantare i radicchi anche se non hanno più la casa. Ma ci sono state piogge a diluvio: fa freddo e non c’è riparo. Hamas cerca di recuperare potere tra i nazionalisti e perfino nella trattativa in cui l’autorità è quella di Abu Mazen. Che si sappia gli aiuti sono solo del UNRWA. Del progetto Trump/Putin al prossimo numero.
Il Kosovo tornerà alle urne il 28 dicembre. Vjosa Osmani ha sciolto il parlamento dopo due tentativi di formare un nuovo governo Lo stallo istituzionale si protrae dalle elezioni del 9 febbraio, vinte dal partito Autodeterminazione, di sinistra nazionalista, senza i voti necessari.
La Corea del Sud – governa Lee Jae-myung con i democratici, dopo le gravi turbolenze in Parlamento e l’enpeachment del presidente – ha contestato i dazi al 50% perché gli Stati Uniti non possono accusarla di essersi arricchita “a spese degli Stati Uniti” e che debba restituire il favore. Trump voleva che compersse gas americano per 100mld, creasse un fondo d’investimento da 350 miliardi di dollari per la cantieristica navale, l’energia nucleare e altri settori manifatturieri, con la pretesa che il settore pubblico statunitense riceva il 90% del ritorno sugli investimenti. Un duro negoziato di Seul ha portato a un risultato relativamente equo a dimostrazione che gli Stati Uniti non possono imporre unilateralmente le loro condizioni.
Il contesto si è aperto anche – oltre ai rapporti con Usa e, in particolare con l’ex-occupante storico Giappone – alla gestione delle complesse dinamiche tra Cina, Russia e Corea del Nord. Gli interessi Est/Ovest non hanno mai permesso di affrontare i problemi veri del 35° parallelo che concluse la guerra infelice degli anni Cinquanta.
La designazione da parte degli Stati Uniti di gruppi antifascisti europei, fra cui un’organizzazione italiana, come foreign terrorist organisations apre un doppio fronte: politico-diplomatico e di sicurezza interna. Per Roma e Bruxelles si profila una ridefinizione del confine fra protesta radicale e terrorismo.
Tanzania. Il presidente della Conferenza episcopale, mons.Wolfgang Pisa, “trova il coraggio” (così l’Osservatore Romano) di denunciare sia le imponenti manifestazioni del popolo democratico, poi la determinazione delle forze dell’ordine “di uccidere non di fermare pacificamente le proteste, non mi sorprende che abbiano preferito vederli morti piuttosto che vivi e in cerca di assistenza medica (agli ospedali era vietato prestare le cure). Un nuovo modo di governare intimidire la popolazione mettendola a tacere?…. Questo atteggiamento di limitazione, compreso il divieto al partito Chadema di partecipare alla consultazione elettorale, dimostra chiaramente che il partito al potere non è aperto alla democrazia e alle elezioni multipartitiche. Le ultime consultazioni eque? Quelle del 2015″.
Approfondimento- PRESTARE ATTENZIONE ALL’INFORMAZIONE (non ai social), E TENERE LA SCHIENA DRITTA Vi siete accorti che le reti Rai sono diventate stravaganti? La casalinga che tiene accesa la tv al mattino, se sta sulla Uno, impara che il problema principale dell’Italia, forse del mondo è Garlasco.
D’altra parte nessuno si accorge – non è che sia sempre citato – che quasi ogni giorno il Presidente della Repubblica va in giro e non manca mai di rimandare alla Costituzione, alla democrazia sostanziale, ai diritti e, qualche volta, indirettamente, a interventi del governo bisognosi di una regolatina (la Meloni manco ringrazia). Ha aperto l’assemblea dei Comuni italiani con l’espressione “non possiamo accontentarci di una democrazia a bassa intensità” e, alludendo a meccanismi che limitano la partecipazione come “la rappresentatività è un’altra cosa”. Difficile non pensare alla ventilata abolizione del ballottaggio per i Comuni sopra i 15mila abitanti, se un candidato raggiunge il 40% dei voti: “una sfida per chi crede nel valore della partecipazione”.
Che cosa succede? Staremo mica diventando meno liberi? veramente da quando il cartaceo ha ceduto all’online, al cittadino che non cerca di informarsi dalla messaggistica social passa di tutto, fake news comprese.
Lo sciopero dei giornalisti ha denunciato chiaramente al paese le ragioni della crisi dell’informazione democratica: problemi di bilancio e di tenuta dell’occupazione, ma preoccupazioni anche per la qualità dell’informazione a cui il cittadino ha diritto. Anche la tv deve mantenere le sue funzioni di sistema pubblico senza intromissioni improprie. Perché la situazione in realtà non è più quella di una volta: ormai i precari sono tanti, diventano ricattabili e il Consiglio di Amministrazione deve garantire la loro professionalità libera. Se si facesse strada la preoccupazione che meglio cauti senza rischiare il posto di lavoro, si configurerebbe un regime.
Intanto ogni giorno molti quotidiani, nazionali e locali, democratici o denunciano quasi ogni giorno dei casi di cronaca o mantengono nel menabò un trafiletto quotidiano su bravate di nostalgici fascisti espresse con canti, divise, minacce, scritte oltraggiose contro istituti democratici, ma anche violenze che non riescono mai a trovare l’intervento generalizzato del ministero degli Interni sul territorio e ancor meno la riprovazione del Governo e le misure specifiche di sicurezza per garantire l’ordine pubblico democratico, costituzionalmente antifascista.
Episodi irrilevanti? Esistevano anche trenta, quaranta anni fa, ma il Msi era al 4% e agli americani non piaceva avere un despota al comando. Giorgia Meloni presiede oggi un governo di coalizione rappresentato da pochi uomini di partito che stanno insieme perché alla fine di ogni Consiglio dei Ministri la presidente tira il guinzaglio. Nazionalista, capace di opporsi all’immigrazione con il progetto Albania, incapace di selezionare i paesi in regola con lo stato di diritto, ignara della parola antifascismo perché usa toni reazionari e va sempre per le spicce. Adesso sta diventando nervosa: i sindacati hanno deciso lo sciopero per il 12 dicembre, anniversario della strage di piazza Fontana.
Si spera che l’opposizione approfitti della situazione per piazzare le proprie cartucce senza curarsi di nessun campo largo. Siamo il fanalino di coda in Europa in troppi campi, dai salari alle liberà di stampa e anche se i 27 hanno il freno a mano tirato sul futuro dell’Ue e troppi giovani non hanno più affetto per le istituzioni, il Parlamento, i partiti e il voto liberale, la destra estrema attrae.
La propaganda e la disinformazione populista vanno a danno dei diritti e prima uccidono la politica, poi le istituzioni. Franzk Walier Steinmeier, presidente della repubblica tedesca, ha ricordato nel giorno in cui – il 9 novembre – la Germania evoca un dato simbolico che lega la fine della prima guerra mondiale, la notte nazista dei cristalli e la caduta del “muro” per ricordare la pericolosità del momento presente. Mai nella storia “la democrazia e la libertà sono state così sotto attacco, minacciate da forze di estrema destra… Lo stato di diritto è fondamentale, non è un caso che gli attacchi alla democrazia spesso inizi con attacchi alla magistratura”. E aveva già detto: “Non si può aspettare che la tempesta passi: dobbiamo agire”. (G.C)
