Valentino era il “Savona” e per un lungo periodo il “Savona” è stato Valentino. La scomparsa di Valentino Persenda, avvenuta sei anni fa, ha segnato davvero uno spartiacque nella storia del Savona FBC. Da: LA CITTÀ & IL CALCIO- Luoghi e memorie del calcio savonese.

Dal blog: LA CITTÀ & IL CALCIO- Luoghi e memorie del calcio savonese- Ne perpetuiamo il ricordo nella convinzione di non assolvere semplicemente ad un “dovere della memoria” ma di mostrare alle giovani generazioni un esempio di incancellabile realtà e attualità.
Valentino è stato il “Capitano per sempre”, l’uomo – simbolo della rinascita del nostro glorioso sodalizio dopo la caduta degli anni’50 con il ritorno in Serie C e l’ascesa in Serie B, durata soltanto dodici mesi fino alla “fatal Catania”.
Volontà di ferro, grinta, capacità di strettissime marcature, incredibile attaccamento alla maglia: queste caratteristiche si era compendiate nel nome di battaglia che i tifosi gli avevano assegnato d’imperio; Valentino era per tutti “Roccia”.
Lo ricordiamo protagonista di epiche battaglie: la marcatura di Gigi Riva, in quel momento giovanissimo protagonista nel Legnano, in una giornata davvero difficile. Era proprio complicato marcare il futuro “Rombo di Tuono”.
A Menichelli, ala sinistra della Nazionale e della Juventus, Roccia esclamò: “non passerai la riga”, tracciando una linea appena fuori dall’area. Menichelli girò al largo per 120’ perché il match Savona – Juventus di Coppa Italia arrivò ai tempi supplementari.
Il “Corvo” sampdoriano Francesconi arrivò a Savona capocannoniere del Torneo in lotta per il primato con i “nostri” Prati e Gilardoni: uscì dal “Bacigalupo” con la maglia strappata. Maglia che poi fu esposta come trofeo al Bar Riviera in ricordo di una straordinaria vittoria degli striscioni per 2-1.
Nel campionato di Serie B 66-67 gli capitò anche, in via straordinaria, di segnare un goal: al Padova in una gara pareggiata per 1-1 con i bianco scudati in vantaggio con rete di Bigon.
Valentino viveva le vicende sportive all’unisono con i tifosi: a Chiavari nella gloriosa giornata del campionato 65-66 quando la grande rivale Entella fu strapazzata per 4-0 da un Savona lanciatissimo verso la Serie B, Persenda non rientrò con il pullman della squadra ma con il treno speciale dei tifosi. Alla Stazione Letimbro scese per primo sventolando lo striscione del “Bar Corallo” di Santa Rita mentre la banda Sant’Ambrogio di Legino suonava la marcia trionfale dell’Aida.
Al termine di quel campionato vittorioso Valentino convocò i compagni di squadra per sciogliere un voto: recarsi in pellegrinaggio al Santuario. Tutti pensavano al Santuario della Nostra Signora della Misericordia, lui intendeva quello di Vicoforte. Così tutti si sorbirono 70 km di marcia, accompagnati dai tifosi che poi organizzarono sul sagrato della Chiesa sormontata dalla cupola dello Juvarra una grandissima festa.
Così come di grande intesa era stato il rapporto tra Valentino e il “presidentissimo” Stefano Del Buono e l’allenatore Felice Pelizzari: i tre protagonisti del grande ritorno del Savona nell’élite del calcio italiano.
Cresciuto assieme al fratello Mino nella Stella Rossa dei Vallarino, Fabbri, Borzone, Vadone, aveva esordito nella prima squadra bianco blu il 6 novembre 1955 sul terreno del Morteo di Pegli avversaria la Pegliese. Un momento molto basso nella storia del Savona FBC relegato in Promozione: gli striscioni subirono una sconfitta per 2-1. E’ il caso di ricordare la formazione di quel giorno che poi sarebbe rimasto memorabile nella nostra storia: Moscino, Persenda, Parodi, Giorgi, Cavanna, Ferrero, Rolando, Madini, Celani, Trevisan. Lunardi.
317 presenze con gli striscioni: carriera conclusa proprio con la sconfitta di Catania che segnava un davvero sfortunato ritorno in Serie C.
In seguito una lunga carriera da allenatore iniziata in Sardegna con la Tharros di Oristano, poi alla Nuorese facendo esordire addirittura Gianfranco Zola e tante altre squadre: Licata, Grosseto, Rieti, Derthona, Vogherese, tra le altre.
In panchina a Savona soltanto due stagioni: 77-78 promozione in Serie C2; 78 – 79 salvezza sofferta fino all’ultima giornata dopo aver ricostruito la squadra a novembre, in una situazione societariamente molto difficile, riportando in bianco blu Pierino Prati e Antonio Marcolini, altri due indimenticabili nella nostra memoria.
Soprattutto però la maglia degli striscioni come seconda pelle: testimonianza di un modo di intendere il calcio in maniera molto diversa da come accade oggi.
La bandiera si è definitivamente ammainata ma non nel nostro pensiero e nel nostro cuore: vive il ricordo di una stagione lontana, quella di una Città e di una Squadra che sapevano stare assieme in una simbiosi perfetta e Valentino ne è stato l’anima, il cuore, la bandiera
