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Liguria e Basso Piemonte

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Ex segretario Fiom Savona: “Il partito della fiamma tricolore? Inquisiti e condannati per corruzione, frode, abuso d’ufficio, peculato”


Scrive Andrea Mandraccia: già Segretario Generale FIOM CGIL Savona: “Paghiamo deputati e senatori per lavorare due giorni alla settimana, mentre si lamentano perché manca il gelato alla buvette”.

Il grafico è stato mandato in onda nella trasmissione de La 7 ilMartedì di Giovanni Floris
La proposta di una tassa patrimoniale del segretario generale CGIL, Landini, ma respinta dai partiti e dal governo di centro destra, non solo anche il Pd resta in disparte, come Azione e Italia Viva (Grafico de La 7)

“Nel partito che ancora espone la fiamma del Movimento Sociale Italiano, simbolo di un passato che si finge sepolto, siedono

Andrea Mandraccia: “Giorgia Melono ha un reddito di 440 mila € l’anno e ha sempre vissuto di politica”

candidamente inquisiti, pregiudicati e condannati per i reati più vari: corruzione, frode, abuso d’ufficio, peculato. Eppure è lo stesso partito che pretende di dare lezioni di moralità e disciplina agli altri, mentre l’etica pubblica sembra diventata un optional.

Il problema sarebbero gli italiani che scioperano, rinunciando a una giornata di paga, il venerdì?  Si abolisca pure il diritto di sciopero. Sarebbe perfettamente in linea con il profilo di questo governo.
A Otto e Mezzo Tomaso Montanari ha detto una verità che smaschera la distanza abissale tra chi governa e chi lavora, tra chi vive di rendita politica e chi ogni mese lotta per arrivare alla fine.
Giorgia Meloni, l’anno scorso, ha dichiarato entrate per 460mila euro: le donne del popolo in questo Paese guadagnano un po’ meno. Non ha mai fatto uno sciopero vero, perché non ha mai fatto un lavoro vero, ha sempre vissuto di politica, non si è mai trovata in condizioni di dover scioperare, di perdere il proprio reddito di quella giornata per scioperare.
Un metalmeccanico di terzo livello, facciamo questo esempio, che guadagna 1440 euro netti al mese, ne perde 66 per scioperare.
Se volesse fare vacanza venerdì, gli converrebbe prendere le ferie e non scioperare.
In questo disprezzo di Giorgia Meloni per il diritto di sciopero, direi che sotto c’è qualcos’altro: cioè c’è una cultura, che è quella di estrema destra di ascendenza fascista, che non accetta il conflitto sociale, naturalmente pacifico e non violento.
Non accetta l’idea che ci siano interessi diversi fra classi sociali diverse. Per loro c’è solo la nazione e gli interessi della nazione li interpreta il governo, chi si oppone è un nemico della nazione e in questa cultura l’uguaglianza non è un valore, la lotta per raggiungerla non è legittima, è proprio il contrario dell’articolo 3 della Costituzione della Repubblica.
Questo credo sia importante capirlo perché questo attacco ai sindacati va insieme all’attacco ai magistrati, all’università, cioè a tutto quello che non è riconducibile al governo come unico interprete degli interessi di tutti.
E questo è un progetto autoritario, è un progetto che ribalta la Costituzione. Anche da queste piccole battute così irrispettose, così indecenti, secondo me lo si capisce.”
Montanari non ha fatto altro che ricordarci una cosa elementare: chi ride di chi sciopera, non ha mai avuto paura di non farcela.E in quella risata c’è tutto: il disprezzo di classe, il fastidio per chi si ribella, la convinzione che “ordine” significhi obbedienza.
Questa destra ha paura del conflitto perché il conflitto è libertà. Ha paura dei sindacati degni di chiamarsi tali, dei magistrati, dell’università, perché rappresentano voci che non si inchinano.E quando un governo pretende di essere l’unico interprete della “nazione”, allora la democrazia è già in pericolo.
Perché la libertà non è silenzio, è rumore. E chi prova a spegnere quel rumore, con l’arroganza o con una risata, ci sta dicendo che sogna un Paese muto (cit. Olimpia Troli)
Lorenzo Spotorno nel 2018

COMMENTO SOCIAL – Lorenzo Spotorno (Scrittore di romanzi e pensionato da luglio 2019)- Queste basiche leggi democratiche dovrebbero capirle anche quei 10 milioni che li hanno votati che purtroppo non sono solo ricchi ma anche gente che ha redditi medio bassi e che non conosce la storia e i danni che il fascismo ha fatto. Voglio dire che c’è certamente uno zoccolo duro di Fdi ma anche persone che col fascismo non hanno nulla a che spartire. Quelli sono voti da recuperare facendogli capire i rischi a cui va incontro il paese.

NOTA DI TRUCIOLI- Non mancano le voci dissonanti. Tipo, Marco Stamamiglio: “Sfanculato pure dai compagni gli restano le zecche pro-pal e l’imbarco per Gaza”. Marco utilizza questo fotomontaggio.

 

E’ il quotidiano on line della destra italiana: fondato a Roma nel 1952, nel 1963 divenne l’organo di partito del Movimento Sociale Italiano – Destra Direttore. Antonio Rapisarda, giornalista politico e autore televisivo, con un passato di collaborazione con testate come Il Tempo e Panorama. Vicedirettrice: Annalisa Terranova, definita una “colonna portante” del giornale

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