Fu un sogno di uomini e di strade nuove, nato dal desiderio di unire Genova con le cittadine della costa di Ponente, fino a Ventimiglia e al confine con la Francia.
di Vincenzo Bolia


Una terra lunga e sottile, solcata fin dai tempi antichi dalla Via Iulia Augusta, la via romana che correva tra mare e colline, portando merci, legioni e parole.
Costruita intorno al 13 a.C. per volontà dell’imperatore Ottaviano Augusto, la Iulia Augusta prolungava verso la Gallia la più antica Via Aurelia. Attraversava Vada Sabatia (Vado Ligure), Albingaunum (Albenga) e Albintimilium (Ventimiglia), toccando borghi, porti e ville romane. Un segno che ancora oggi vive nei resti di ponti, cippi miliari e tratti di basolato sulle colline ingaune.
Con il passare dei secoli quel tracciato antico divenne la base della moderna Via Aurelia, oggi Strada Statale 1 (SS1). In più punti ricalca il percorso romano della Iulia Augusta lungo la Riviera di Ponente: un filo d’asfalto che tenne unita la Liguria, accompagnando la vita quotidiana dei borghi e delle città di mare.
A metà dell’Ottocento la Liguria cercava un nuovo filo che tenesse insieme porti, borghi e valli. La Via Aurelia non bastava più: il mare, per secoli via di scambio e di speranza, cominciava a cedere il passo alla nuova idea di viaggio. Serviva un cammino comune che seguisse la costa e portasse con sé la voce degli uomini e del mare.
Il sogno di Cavour- La visione di una ferrovia costiera fu tra le grandi intuizioni di Camillo Benso di Cavour, che nel 1857 sostenne la nascita della Ferrovia delle Riviere Liguri. L’opera, avviata nel marzo di quell’anno, doveva correre lungo il mare dal fiume Varo, allora confine con la Francia, fino al Magra, limite del Ducato di Modena. Era un progetto di unificazione prima ancora che di comunicazione: un filo d’acciaio per collegare popoli, dialetti e destini.
Il primo tratto, tra Principe e Sampierdarena, entrò in servizio il 18 dicembre 1853; seguirono Sampierdarena–Voltri (1856), Voltri–Savona (1868) e infine Savona–Ventimiglia, completata il 25 gennaio 1872. Da quel giorno la Riviera di Ponente poté dirsi unita da un solo respiro di ferro e di vento.
1872: il treno arriva ad Albenga- Era giovedì 25 gennaio 1872, giornata limpida e fredda. Un vento di tramontana scendeva dai monti, muovendo le bandiere. Il mare, calmo come in attesa, rifletteva la luce d’inverno. Albenga era radunata lungo i binari. Il sindaco Francesco Durante attendeva accanto al vescovo Pietro Anacleto Siboni, giunto a benedire la nuova stazione. Quando la locomotiva apparve, annerita dal fumo, la città si fermò. Era una macchina a vapore, alimentata a carbone, con i pistoni lucenti e le ruote rosse di ferro. L’odore acre del metallo caldo si mescolava all’aria salmastra.
Le carrozze passeggeri- Erano divise in tre classi: velluto e silenzio per pochi, legno e vento per molti. La prima, riservata a nobili e ufficiali, aveva tende alle finestre e sedili imbottiti; la seconda, in legno lucidato, accoglieva commercianti e impiegati; la terza, fatta di panche e correnti d’aria, era la più viva: viaggiatori comuni, contadini, soldati, donne con cesti e valigie.
Le tariffe di viaggio- Le tariffe riflettevano le distanze sociali: circa 11 centesimi di lira al chilometro in prima classe, 8,8 in seconda e 6,6 in terza. Da Genova ad Albenga, il viaggio costava poco meno di dieci lire in prima classe — circa sessanta euro di oggi — e sei lire in terza, il prezzo di un giorno di lavoro. Ma quel giorno ad Albenga le classi non contavano: tutti guardavano lo stesso treno, simbolo di un’Italia che si scopriva unita. Il fischio si confuse con le campane e con le voci della folla: un applauso, un grido, un respiro collettivo. Albenga, da città agricola e marinara, entrava nel tempo della modernità.
Le distanze ferroviarie da Albenga- Dal 1872 Albenga si trovò al centro di un collegamento costiero che univa il Ponente alla capitale ligure. Le principali distanze ferroviarie erano (e restano quasi identiche ancora oggi):
Albenga – Genova Piazza Principe: 91 km
Albenga – Varazze: 63 km
Albenga – Savona: 44 km
Albenga – Finale Ligure Marina: 18 km
Albenga – Pietra Ligure: 12 km
Albenga – Loano: 8 km
Albenga – Alassio: 6 km
Albenga – Imperia: 33 km
Albenga – Sanremo: 54 km
Albenga – Ventimiglia: 83 km
Questi numeri, già riportati negli orari ufficiali delle Ferrovie Reali, segnavano il ritmo del viaggio e la nuova percezione dello spazio ligure: una costa finalmente continua, attraversata dal respiro del treno.
Un nuovo respiro per la città- La ferrovia mutò l’economia della piana ingauna. I pomodori, i carciofi e le altre primizie raggiunsero in poche ore i mercati di Genova, Torino e Milano. Per la prima volta i prodotti agricoli di Albenga e del suo entroterra poterono viaggiare freschi e in sicurezza, con tempi di trasporto notevolmente ridotti. Il treno divenne così parte integrante della vita contadina: portava le merci al Nord e riportava nuove idee, strumenti, occasioni di lavoro.
Il tempo del razionalismo- Negli anni Trenta, con il raddoppio dei binari tra Loano e Albenga, la stazione venne ricostruita secondo il linguaggio sobrio del razionalismo. Linee semplici, simmetria, luce: era l’impronta dell’ingegnere Roberto Narducci, autore di decine di stazioni italiane. Il nuovo edificio, solido e funzionale, divenne presto un segno urbano: punto d’incontro, di partenza e di ritorno.
Dal vapore alla corrente- Negli anni Cinquanta la linea cambiò volto. L’intera ferrovia Genova–Ventimiglia venne elettrificata, portando la trazione a 3.000 volt in corrente continua. Le locomotive a vapore, scure e sbuffanti, lasciarono il posto ai convogli color azzurro e crema delle nuove FS. Il viaggio divenne più silenzioso, più regolare, più vicino alla vita moderna.
Oggi- La stazione ferroviaria di Albenga conserva la sua immagine originaria. Non è solo un luogo di transito, ma un frammento di identità cittadina. Dietro i binari scorrono centocinquant’anni di storia: il sogno di Cavour, l’entusiasmo del 1872, le voci dei viaggiatori che ancora oggi salgono e scendono come se nulla fosse cambiato. Albenga continua a viaggiare su quei binari unendo passato e presente. Sulla sorte dell’attuale stazione ferroviaria di piazza Marconi incombe un tema di grande attualità: il progetto di raddoppio della tratta Andora–Finale Ligure, che include la costruzione della nuova stazione di Albenga nella frazione di Bastia. Ma questa è un’altra storia, almeno per il momento.
Vedi da Albenga Immagini e Ricordi – www.immaginistorichealbenga.it
Vincenzo Bolia
