Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Campane a morto per i Bagni Marini: Consiglio di Stato e Corte di Giustizia Europea dicono basta proroghe. E nessun indennizzo per opere non amovibili: ristoranti, bar, strutture


Concessioni balneari e Bolkestein. Il Consiglio di Stato, con la sentenza del 14 ottobre 2025 (preceduta da altre tre analoghe), ha messo la parola fine a decenni di interpretazioni e teorie da ombrellone, recependo la pronuncia della Corte di Giustizia Europea (11 luglio 2024). Non solo, c’è l’acquisizione gratuita e senza indennizzo delle opere non amovibili (ristoranti, bar e  strutture fisse) da parte dello Stato.

Per l’assegnazione delle spiagge l’unica via percorribile resta quella delle gare pubbliche. I giudici di Palazzo Spada, infatti, hanno messo un punto fermo sull’attuazione della direttiva Bolkestein, ribadendo un obbligo finora ampiamente disatteso dall’Italia: le spiagge devono essere rimesse in gioco con procedure competitive, aperte e trasparenti, mettendo così fine alla lunga stagione dei rinnovi automatici.

La sentenza ha il sapore di una condanna, ormai senza possibilità di appello, per i gestori che hanno fino goduto del pieno sostegno dei partiti al governo, in particolare la Lega di Salvini e Forza Italia. Da un lato, il Consiglio di Stato ha chiarito ancora una volta che ogni rinnovo automatico è contrario al diritto europeo, confermando un orientamento giurisprudenziale che da tempo spinge il legislatore nazionale verso il rispetto delle regole comunitarie.

Dall’altro, la sentenza ha un tono di avvertimento per le amministrazioni che hanno continuato a concedere proroghe: Chi ha concesso proroghe, potrebbe essere chiamato a risponderne,” si legge nella pronuncia, aprendo il fronte della potenziale responsabilità per l’inadempienza del diritto UE. Ma la vera novità, che impatta direttamente sulla proprietà degli stabilimenti, riguarda il destino delle strutture costruite dai concessionari sul demanio marittimo. 

Il Consiglio di Stato ha affrontato la delicata questione dell’articolo 49 del Codice della Navigazione e ha statuito che l’acquisizione immediata, gratuita e senza indennizzo delle opere non amovibili (come capannoni, ristoranti, bar o altre strutture fisse) da parte dello Stato alla fine della concessione non è considerabile una “cessione forzosa” illegittima.

In pratica, i giudici hanno sposato la linea interpretativa – così come tradotta dall’avvocato Roberto Biagini, presidente del Coordinamento nazionale Mare Libero – che “alla fine della concessione lo Stato incamera tutto: i manufatti diventano pertinenze demaniali“.

Questo significa che le opere stabili realizzate sulla costa, in quanto connesse al bene demaniale, passano definitivamente nella piena proprietà pubblica senza che il precedente gestore abbia diritto a un risarcimento. La sentenza del Consiglio di Stato segna un momento decisivo: l’Italia non può più rimandare il confronto con le regole europee. L’unica strada da percorrere, in piena ottemperanza al diritto comunitario, è l’immediata predisposizione di gare pubbliche che garantiscano la concorrenza e la trasparenza nell’assegnazione del prezioso demanio marittimo.

mmmmmm

DA CHIAMAMI CITTA’.IT – RIMINI E PROVINCIA

Mentre buona parte del mondo balneare continua a raccontarsela tra un convegno e una sagra, applaudendo i soliti “esperti” e “politicanti” che promettono miracoli in riva al mare, sulle concessioni balneari il Consiglio di Stato — quell’organo che molti addetti ai lavori bollano come “sovversivo e malintenzionato” — ha deciso di fare un po’ di pulizia giuridica.
Con la sentenza n. 8024 del 14 ottobre 2025, i giudici di Palazzo Spada hanno infatti messo la parola fine a decenni di interpretazioni fantasiose e teorie da ombrellone, recependo in pieno la pronuncia della Corte di Giustizia Europea (C-598/22 dell’11 luglio 2024).

l risultato? Una bomba giuridica che fa tabula rasa di molte delle “verità” ripetute da anni: da Salvini a De Pascale, passando per le sigle sindacali di categoria come Sib, Fiba, Cna Oasi e Confartigianato.

Ecco, in sintesi, i sei colpi di maestrale del Consiglio di Stato:

1️⃣ Le concessioni demaniali non sono rendite di posizione. Devono restare precarie e revocabili: lo dice la legge, lo ribadisce l’art. 49 del Codice della Navigazione.
2️⃣ I concessionari sapevano benissimo a cosa andavano incontro. Il diritto di insistenza non esiste più e il carattere “temporaneo” era scritto in chiaro già nei contratti originari.
3️⃣ Gli indennizzi? Potevate negoziarli. Lo dice la Corte: la legge non lo vietava. Se non l’avete fatto, non è colpa dello Stato.
4️⃣ Alla fine della concessione, lo Stato incamera tutto automaticamente. Niente proroghe, niente scuse. I manufatti diventano pertinenze demaniali per effetto della legge, punto.
5️⃣ Unica eccezione: casi singoli, valutati uno per uno, in cui si possa dimostrare un investimento non ammortizzato e condiviso col nuovo concessionario.
6️⃣ Tutte le proroghe sono illegittime. Ogni rinnovo automatico è contrario al diritto europeo. E chi ha concesso proroghe, ora, potrebbe doverne rispondere.

La sentenza completa è consultabile sul portale della Giustizia Amministrativawww.giustizia-amministrativa.it

 

 


Avatar

Trucioli

Torna in alto