Si è a lungo discusso – e si continua a farlo – fra gli studiosi e non solo della genovesità della nascita di Cristoforo Colombo ( 1451-1506), tanto che non solo altre città liguri, ma persino altre nazioni ne rivendicano la paternità.
di Tiziano Franzi
Un documento autografo scritto a Siviglia nel 1498 potrebbe fugare ogni dubbio, in quanto redatto di suo pugno e particolarmente importante nel contenuto. Si tratta infatti del suo primo testamento.
L’originale è andato perduto, ma se ne conserva copia fedele a Genova e nell’Archivo General de Indias. Esso fu riportato in patria nel 1602 da Giovanni Antonio de Marini per conto della Repubblica di Genova, riemergendo nel contesto della disputa sull’eredità del navigatore, aperta dopo l’estinzione della sua discendenza maschile.
Nel documento Colombo precisa la propria successione dinastica e quindi testamentaria: prima il figlio Diego, poi i fratelli Bartolomeo e Diego, quindi il figlio legittimato Fernando. Solo in assenza di eredi maschi legittimi, l’eredità potrà passare a un parente che porti il nome «Colón» e, in ultima istanza, alla linea femminile. Il vincolo onomastico e genealogico è assoluto: l’erede deve essere un “hombre de my linaje verdadero“, ovunque si trovi nel mondo.
Il documento è anche una testimonianza del suo attaccamento a Genova, sua città natale, in quanto in esso incarica il figlio Diego di mantenere in essa una persona del loro lignaggio, con casa, famiglia e rendita adeguata, affinché abbia «piede e radice» nella città, fonte di aiuto e favore. Raccomanda inoltre di investire i risparmi nei titoli di San Giorgio, «denari sicuri» che rendono il 6%, con l’esortazione che i suoi eredi dovranno sempre agire «𝐩𝐞𝐫 𝐥‘𝐨𝐧𝐨𝐫𝐞, 𝐢𝐥 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐞
𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐩𝐞𝐫𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐆𝐞𝐧𝐨𝐯𝐚», sostenendo la Repubblica con tutte le sue forze, senza nuocere al servizio della Chiesa e della Corona.
Nonostante la chiarezza delle volontà, la causa successoria si concluse con l’attribuzione del patrimonio alla linea femminile, mantenendo i beni in Spagna e disattendendo il progetto memoriale e dinastico dell’ammiraglio.
Ugualmente oggetto di discussione è l’aspetto del navigatore. Di lui esistono una descrizione fisica ( non si sa quanto fedele) e diversi ritratti e raffigurazioni che lo rappresentano in diverse età della vita tanto che nel 1893, durante l’Esposizione Mondiale di Chicago, vennero esposti ben 71 ritratti diversi di Colombo, ciascuno con un volto differente.
Cristoforo Colombo era descritto come alto, di corporatura non grassa né magra, con un viso lungo, un naso aquilino e occhi verdi-azzurri o bianchi e accesi. Aveva anche carnagione chiara e capelli biondi che divennero prematuramente brizzolati, secondo alcune fonti.
Nel capitolo III de “LE HISTORIE DELLA VITA E DE FATTI DI CRISTOFORO COLOMBO PER D. FERNANDO COLOMBO SUO FIGLIO” pubblicate a Venezia MDLXXI (1571). Fernardo, nato nel 1488, a soli quattordici anni, nel maggio del 1502 accompagnò il padre nel quarto viaggio oltre Oceano e in merito all’aspetto del’illustre navigatore così si esprime: ” L’Ammiraglio fu uomo di ben formata e più che mediocre statura, di volto lungo, e di guance un poco alte, senza che declinasse a grasso, o macilento. Aveva il naso aquilino, e gli occhi bianchi, bianco, e acceso di vivo colore. Nella sua gioventù ebbe i capelli biondi, benché giunto che fu a’ trent’anni, tutti gli divennero bianchi“.
Tiziano Franzi
COMUNICATO STAMPA DALLA REGIONE LIGURIA “Il 12 ottobre è una giornata speciale per Genova e per tutta la Liguria, un momento per celebrare insieme l’orgoglio di essere liguri e per ricordare uno dei più importanti protagonisti della nostra storia: Cristoforo Colombo, un uomo che, con il suo coraggio e la sua capacità di vedere oltre le convenzioni, ha davvero rivoluzionato dalla storia del mondo”. Così il presidente della Regione Liguria Marco Bucci, intervenuto oggi al Palazzo Ducale di Genova in occasione delle celebrazioni del 12 ottobre.
“È necessario preservare la sua memoria, come hanno recentemente fatto gli Stati Uniti ripristinando il Columbus Day: un gesto molto significativo che ha confermato il profondo legame tra Italia e Usa e l’importanza dell’heritage delle persone di origini italiane all’interno della società americana – continua il presidente -. Prendendo spunto dalla figura di Colombo, noi liguri di oggi dobbiamo avere la stessa capacità di guardare oltre ai nostri confini ed essere protagonisti a livello internazionale, valorizzando le nostre radici e, allo stesso tempo, proiettandoci verso il futuro”.
Nel corso della cerimonia il presidente Bucci e il presidente dell’Istituto Internazionale delle Comunicazioni Riccardo Genova hanno consegnato il Premio Internazionale delle Comunicazioni “Cristoforo Colombo”, quest’anno attribuito al Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, all’ammiraglio Sergio Liardo, comandante generale del corpo Capitanerie di Porto – Guardia Costiera.