Si parla di termovalorizzatore nel savonese: ennesima puntata di una Genova che tutte le porcherie le manda storicamente a Savona: carbone, gas, bitume, ecc ecc
di Paolo Forzano
Sul termovalorizzatore sono stati spesi fiumi di parole sulla sua pericolosità ambientale, pertanto non entro in questa diatriba, anche se assai importante, anzi di primaria importanza.
C’è diffidenza? Ebbene sì! Se un impianto fatto a regola d’arte, con le più moderne tecnologie, può presentare rischi ridotti al minimo, esperienze “italiane” e “savonesi” (vedasi depuratore di Savona, o bonifica Acna di Cengio) alimentano il lato “diffidenza“! Avere un impianto a casa di assai dubbia funzionalità fa propendere al NO!
Ma oggi leggendo che l’ipotetico termovalorizzatore che “tutti” i politici quatti quatti stanno cercando di piazzare nel savonese od in valbormida m’è balzato agli occhi un altro dato!
La frase: “l’unico dato certo è che l’impianto, quando ci sarà, dovrà smaltire 300 mila tonnellate l’anno” da Uominiliberi mi ha fatto fare alcune riflessioni di tipo logistico.
La provincia di Genova ha 850.000 abitanti, su un totale ligure di 1.550.000, pertanto c’è da pensare che la stragrande maggioranza dei rifiuti provenga da Genova.
300.000 t / anno sono circa 1000 t / giorno.
Assumendo un peso dell’immondizia di 400 kg/mc, e la capacità di trasporto di un camion di 10 t di immondizia, fatti due conti, “girano” 100 camion al giorno che vanno e vengono dall’impianto.
Almeno 80 camion in più al giorno da Genova, andata e ritorno
E non ne abbiamo già più che a sufficienza di camion sulla A10?
Paolo Forzano