Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Italia, paese di poveri o evasori? Chi è tartassato e chi la fa franca. Per il fisco, un italiano su due guadagna meno di 10.000 €: ovvero 833 € lordi al mese


Corte dei conti: “Nel 2024 verifiche sostanziali solo sull’1,42% dei contribuenti a rischio, un controllo ogni 70 anni”. Un’ingiustizia che favorisce i partiti che sono in realtà gli ‘amici degli evasori’ (vedi”Rottamazione-quater del governo Meloni su proposta della Lega di Salvini)”.

Sulla carta i sindaci hanno in mano un bazooka che in pochi usano: possono segnalare all’Agenzia delle Entrate i casi sospetti di evasione fiscale e far affluire nelle aride casse dei Comuni maggiori entrate da destinare al sociale, evitare l’inasprimento della pressione fiscale verso le categorie più deboli. Un norma di cui non si scrive sui media locali per dare conto dell’inerzia o dell’attivismo dei Comuni.
La riscossione coattiva riesce a mettere le mani su appena tre euro ogni 100 di evasione accertata nell’anno di competenza. Numeri che, per la Corte dei Conti, sono “sconfortanti” perché il recupero ex post si rivela “ciclopico negli sforzi organizzativi quanto avaro nei risultati finali”.

La frequenza delle verifiche reali, secondo la Corte dei Conti, continua a essere “davvero troppo bassa” rispetto all’”ampiezza dei fenomeni evasivi che caratterizzano il funzionamento del sistema fiscale del Paese. Nonostante l’ingente mole di dati a disposizione del Fisco tramite i sistemi informativi, il ricorso all’accertamento sintetico (il noto redditometro) e alla collaborazione dei Comuni all’attività di accertamento erariale è ancora “marginale”.

L’ennesima conferma  arriva dall’esito della rottamazione-quater, che ha perso per strada ben 11,2 miliardi di euro di rate scadute e non versate, pari al 49% del target totale. Ancora peggio va alle liquidazioni e controlli automatizzati, dove i mancati versamenti superano l’80% dell’accertato.

ARTICOLO DELLA PRIMA PAGINA DEL SECOLO XIX A FIRMA DI Giovanni Mari 

Altro che Paese ricco del G7, industrializzato e piazzato laddove merita l’orgoglio nazionale. L’Italia è uno Stato di poveri. Due cittadini su cinque non hanno reddito, visto che non pagano neppure un euro di tasse: il 43% degli italiani vive a carico di altri, da soli non potrebbero permettersi neanche un tozzo di pane. Tra chi invece paga le tasse, i tre quarti dichiarano redditi fino a 29 mila euro e la metà degli italiani non supera i 10 mila euro annui di guadagni. Lordi! Sono questi i dati ufficiali presentati dal “Centro studi e ricerche itinerari previdenziali” che hanno raggelato la Camera.
Ora, questa è la situazione che vediamo con i nostri occhi? Un Paese di gente che arranca? Sia chiaro: la povertà avanza e coinvolge sempre più famiglie e per troppe è più che difficile arrivare alla fine del mese. Davvero. E la politica non se ne accorge mai abbastanza, non se ne fa mai carico pienamente. Ma è credibile una simile fotografia di indigenza? Che un italiano su due guadagna meno di 10 mila euro? Ossia meno di 833 euro lordi al mese?
A chiunque sorge il sospetto che questi dati siano figli di una galoppante evasione fiscale. Non è questa l’Italia che vediamo, o per lo meno non lo è così profondamente. Di certo, però, non sono dati falsi: sono certificati. Anche se fanno a pugni con una notizia, anche questa iper-certificata, che segnala un forte recupero di evasione fiscale, consentito negli ultimi anni da fatturazione elettronica e pagamenti tracciati. Basti pensare che, negli ultimi rilievi, si sono stimati almeno 25 miliardi sottratti agli affari in nero. Una cifra enorme.
Ma allora, l’unione di questi dati racconta di un Paese ancora brutalmente stuprato dall’evasione fiscale e che però vede crescere inesorabilmente le aree di difficoltà. Un Paese, quindi, lontano, lontanissimo dalla narrazione che emerge durante le decine di summit internazionali all’insegna dell’ottimismo. Governo e Parlamento devono ancora rimboccarsi se le maniche. E pure preoccuparsi: perché, se è vero che oltre l’80% del gettito pesa sulle spalle del ceto medio, significa che le leve per una prospettiva espansiva sono molto limitate. E se è vero, come indica ogni analisi, che il ceto medio è l’area soggetta a maggior corrosione del benessere, ecco che la questione da imbarazzante diventa tragica.
ARTICOLO DE LA STAMPA

Avatar

Trucioli

Torna in alto