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Intervista/ Pieve di Teco: l’asilo va messo in sicurezza. Nella nuova sede hanno realizzato la Casa della Comunità. L’ASL resta comproprietaria del vecchio ospedale


L’apertura solenne della Casa di Comunità di Pieve di Teco ha visto la presenza della direttrice generale Asl1, Maria Elena Galbusera, del presidente della Provincia Claudio Scajola, l’assessore regionale alla Sanità Massimo Nicolò, il vicepresidente della Regione Alessandro Piana, gli assessori Marco Scajola e Luca Lombardi, i rappresentanti degli enti locali.

Renzo Brunengo è stato sindaco per due mandati e presidente della Comunità Montana Valle Arroscia

Le dichiarazioni delle autorità civili, dei politici, sono state opportunamente riportate dalla stampa, dai social, dal TGR Liguria e altre Tv regionali. In realtà la giornata non ha offerto spunti per riportare la ‘voce dei cittadini’ che avrebbe messo in rilievo anche ciò che Trucioli.it ha scritto sul numero scorso. Ovvero la clamorosa situazione del vitale Servizio di Guardia Medica che, per una palese negligenza (di chi?), è rimasto escluso dalla Casa di Comunità. E dovrà ritrovare ospitalità nell’ex ospedale.

Ci è sembrato opportuno rivolgere domande ad un semplice cittadino pievese che rappresenta, non da oggi, la ‘coscienza critica‘ della comunità e va da se che non sia il solo. Renzo Brunengo, tra le memorie storica della valle, è stato sindaco per due legislature (1998-2007), presidente della Comunità Montana Valle Arroscia, candidato a primo cittadino (non eletto), capogruppo di minoranza con il sindaco Alessandro Alessandri che ha retto le sorti del Comune con il record di tre mandati (2008-2023).

Come vede la nuova collocazione e quali servizi  ai cittadini nella Casa di Comunità?

Brunengo: Credo sia opportuno premettere che è una scelta che parte nel 2022, dalla precedente Amministrazione, e perseguita dall’attuale. (sindaco Enrico Pira). Scelta non condivisa dalla minoranza di allora, della quale facevo parte, e tanto meno dalla maggioranza popolazione pievese. C’è stata una petizione con oltre 200 firme che chiedeva che il nuovo Asilo realizzato nella ex caserma Manfredi fosse mantenuto.

C’era un’alternativa di buon senso ? Ed è finita alle ortiche una soluzione più razionale?

Altri spazi, pure migliori, per collocarvi la Casa di Comunità non mancavano. Ad oggi l’idea di allargare il polo scolastico e culturale a tutta la ex Caserma, ipotesi  prevista e inserita anche dal Piano Urbanistico, non è più praticabile.

Cosa è accaduto di peggio? O in meglio?

Il nuovo Asilo è stato ceduto in comodato gratuito all’ASL, in quanto a dire dell’ex Sindaco Alessandri non necessario, ed è stato trasformato, appunto, in Casa di Comunità. Struttura in cui sono stati trasferiti gli stessi servizi già disponibili a Pieve, anzi, meno la Guardia medica che risulta ancora ospitata nei locali della Casa di Riposo e che invece doveva essere trasferita nella stessa ex caserma, nei locali della Comunità, ma si sono dimenticati gli spazi.

Quali prospettive e quali soluzioni, a suo avviso, dovrebbe intraprendere l’Amministrazione Pira eletta da un’unica lista 

A questo punto ritengo che alcune serie riflessioni e domande vadano poste e le soluzioni dovranno trovarle gli attuali amministratori senza lungaggini. Per farlo bisogna partire dall’analisi concreta e realistica della situazione e dalle necessità prioritarie del paese. Intanto, circa il vecchio asilo di via Eula, con formale delibera del 2024, l’attuale Amministrazione Comunale ha accertato che “necessita di interventi sotto il profilo strutturale nonchè di sicurezza e ammodernamento”, con una spesa pari a  320.000 €. Quando si scrive ‘sicurezza’ c’è da preoccuparsi.

E’ vero che nell’attuale situazione l’Asilo non è più sufficiente ad ospitare tutti i bambini/e del paese?

Purtroppo la capienza massima è per 12 ospiti. C’è lo spazio per ampliarlo e metterlo in sicurezza ed a norma per evitare rischi. Sono convinto che l’Asilo sia di primaria importanza per invogliare le giovani famiglie a restare ed è una questione che merita di essere risolta a tempi brevi.

Non si offenda, ma da decani cronisti ricordiamo quando l’Asl era diventata proprietaria del 50% della struttura dell’ex ospedale. E ora perché si tace questa realtà non proprio secondaria?

Io non ho dimenticato e non ricopro ruoli pubblici, né politici. L’Asl ha totalmente abbandonato la sua presenza nell’ex Ospedale, ma bisogna ricordare che, proprio l’Asl, nel 1997 era diventata proprietaria della struttura al 50% , ope legis, e lo è tuttora, per fini sanitari.

Data la situazione che cosa si dovrebbe fare? E’ auspicabile che la Struttura  torni ad essere di proprietà e/o disponibilità del Comune?

A conti fatti, stante la situazione, non resta che valutare se sia possibile collocare proprio lì,  un nuovo asilo, capiente, con ampi spazi esterni, come prescrive la norma, e possibilmente a servizio di tutta la Valle. Queste le mie idee e convinzioni sulla vicenda, che credo siano condivise da gran parte dei Pievesi. Sarà ‘Amministrazione Pira a dircelo. (l.c.)

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La singolare protesta, ad opera di ignoti, il giorno dell’inaugurazione della Casa della Comunità dove era stato già realizzato, attrezzature comprese, il Nuovo Asilo del paese. Oltre 200 i firmatari per chiedere di non privare la comunità della nuova struttura. Quella esistente occorre ampliarla, non è più a norma e bisognosa di costosi interventi di messa in sicurezza. Di fronte alla sorpresa, il sindaco Pira ha provveduto a far rimuovere i manifesti abusivi ad opera di ‘Onoranze funebri paga pantalone’

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