Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Noli, quanti ricordi! Da ragazzo facevo pesca subacquea e spero che i miei delitti di allora siano caduti in prescrizione


Incredibile la differenza tra i costumi nel tempo, tra ciò che è permesso adesso ed il passato!

Il Pirelli a molla 140

A vedere quello che un ragazzino oggi può allegramente consultare su Internet, a mia nonna verrebbe un colpo. Siamo cambiati, in tutti i sensi. Ai miei tempi saltare in alto un metro e ottanta era da campioni, oggi è da principianti.

E viceversa. Ci sono anche cose che un tempo erano tollerate e che oggi sono proibite, oppure sono gravate da regolamenti precisi, spesso giustamente. Una di queste è la pesca subacquea, si può praticare solo rispettando regole rigorose: va fatta in apnea, niente bombole, rispetto delle distanze dagli stabilimenti balneari, ci vuole una barca di appoggio, oppure delle boe di segnalazione, per non parlare del fucile….. è solo permesso compiuti i sedici anni.

Il fucile subacqueo. Lo comprai di nascosto da mio padre, bruciai tutti i miei risparmi, e non sono certo che avessi già compiuto i sedici anni. Lo nascondevo in cantina, era un Pirelli a molla 140, per me fu l’emancipazione, ero diventato grande. Cerco su Internet, ma trovo poco, e ricorro alla gentilezza della Dottoressa Mila Forlani della Fondazione Pirelli che mi fornisce delle foto illustrative dell’epoca. Come dice il nome era un fucile a molla lungo 140 centimetri, e Noli e i suoi fondali si prestavano alla perfezione per il suo uso. Niente barche di appoggio e boe di segnalazione, praticamente si rispettava solo l’apnea, allora le bombole non si sapeva neppure cosa fossero, spero che tutti i miei delitti di allora siano caduti in prescrizione.

La fortuna per l’ambiente, la flora e la fauna marina, è che nel complesso si combinava poco. Il fucile da subacqueo ti dava un tono, ma poi nella sostanza il danno era limitato, e i pochi pesci suicidi che finivano infilzati dal tridente o dall’arpione non facevano certo concorrenza alla pesca commerciale delle barche, allora fiorente. Qualche saraghetto, qualche polipo, ma per questi ultimi la soddisfazione era poca, si faceva più in fretta a catturarli con le mani.

Nella mia casa di Torino penso al mio passato, mi pento e chiedo perdono. Devo cancellare le tracce delle mie colpe. Dove sarà finita l’arma del delitto? Probabilmente sarà ancora in cantina, a Noli, in quella incredibile confusione fatta di cestelli per la sabbia, palette, bocce, formine, ombrellini ed ombrelloni, pinne e salvagenti, tutto l’armamentario di quattro generazioni di vacanze marine. Devo andarlo a cercare, portarlo a Torino, nasconderlo in un posto sicuro, distruggerlo. Non sarà facile, oggi la normativa al riguardo è precisa. Leggo su Internet: prudenza nel maneggio di fucili subacquei, sono armi ed il loro trasporto va motivato. C’è anche un’esempio illustrativo che chiarisce meglio il concetto: non andate a sciare con un fucile subacqueo nel portabagagli….

Massimo Germano


Avatar

Trucioli

Torna in alto