Un diavolo come Belfagor, che trascorre una vita dorata nella sua splendida villa in collina sulla Baia di Alassio, passa il suo tempo anche sfogliando l’archivio ‘massoneria in Liguria’. E la provincia di Savona non si fa mancare nulla.
Il Seminario vescovile della Diocesi di Albenga-Imperia è rimasto ormai senza seminaristi; siamo in totale crisi di vocazioni, nonostante le Giornate Diocesane del Seminario e La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, solitamente la quarta domenica di Pasqua, e non è legata solo ai seminaristi, ma a tutte le vocazioni alla vita. Infatti, sempre nelle due diocesi della provincia, parte di Imperia inclusa, pure suore e frati dei vari ordini possono contare al 90% sulla presenza di stranieri/e provenienti dall’Africa e dall’Asia.
Durante queste giornate, la Chiesa invita tutti i fedeli a pregare affinché il Signore mandi operai nella sua messe e perché si scopra la bellezza del chiamarsi a seguire Dio nella propria vita.
Tra i comuni moltali anche Belfagor pratica con i suoi confratelli il riconoscimento del “saluto massonico” che include gesti come la mano sul cuore o nel bavero, e la stretta di mano segreta, che servono a riconoscersi tra iniziati, esprimere fedeltà alla fratellanza e mantenere la discrezione sui riti e i segreti massonici. Questi gesti hanno anche un significato simbolico legato alla devozione e ai principi della Massoneria.
Una provincia, il savonese, che dopo Imperia, ha visto un fiorire di adesioni agli ideali massonici. Che sono la ricerca della verità, il perfezionamento individuale e universale, la fratellanza, la libertà, l’uguaglianza, la tolleranza e il progresso, ispirati spesso al trinomio illuminista di “Libertà, Uguaglianza, Fratellanza“. Questi principi si traducono nell’impegno per migliorare la propria persona attraverso rituali e simboli, e nell’aspirazione a contribuire al progresso e all’armonia dell’umanità.
Il massone contribuisce versando la quota associativa annuale (e non solo), chiamata anche «capitazione», che serve a sostenere le spese di gestione e di rappresentanza della Massoneria. Questo pagamento consente il funzionamento degli incontri e delle attività della Loggia (affitti, luce ed altro), contribuendo così al raggiungimento dello scopo comune di miglioramento individuale e universale. La quota è comunque di gran lunga superiore a quella versata dal Lions e dal Rotary, parente prossimo della ‘fratellanza’ iniziatica. Entrambi uniti nella pratica degli incontri settimanali.
Abbiamo già scritto e documentato le vicende che dagli anni ’80 hanno caratterizzato la storia della massoneria savonese, imperiese e ligure, con quattro, cinque obbedienze e che negli ultimi anni ha visto molti ‘travasi’, ovvero divisioni, migrazioni verso questa o quella ‘fazione’.
Un denominatore comune appare tuttavia abbastanza evidente di chi vive tra i ‘fratelli’. C’è quasi una corsa, in alcuni ambienti e categorie di cittadini/e, a ‘beneficiare’ dell’aiuto reciproco. Si pensi a chi riveste ruoli pubblici in politica, a chi nella Asl 2 aspia promozioni (vedi primari, qualcuno è maestro venerabile, vedi Santa Corona e San Paolo). Si pensi agli imprenditori che possono beneficiare di una sorte di ‘catena di solidarietà (leggi affari-edilizia-forniture). Senza contare le consulenze professionali, gli incarchi negli enti pubblici.
Insomma l’elenco dei beneficiati potrebbe continuare, come quello di chi ha detto, nonostante gli inviti, ‘no grazie non sono interessato’, oppure ho “impegni in famiglia“. Non è una novità che la ‘vocazione masonica‘ solitamente si tramanda da padre in figlio, da zio a nipote. Oppure si pensi a quel sindaco che nello studio professionale può contare su un maestro venerabile e un suo confratello. Si pensi a quel sindaco che ha pensato bene di aderire alla ‘comunione’ dopo essersi reso conto che in giunta ed in maggioranza i massoni facevano squadra e lui rischiava lo ‘sgambetto’ , da qui si è resa necessaria l’adesione.
Il primo legame, col giuduramento, è la segretezza (che non significa associazione segreta vietata dalla legge Spadolini). E’ vero che ci sono i fratelli al Grande orecchio che solo il ‘venerabile’ conosce. Alcuni savonesi, per una maggiore riservatezza, hanno emigrato in logge Doc del Basso Piemonte.
Bisogna riconoscere che è rimasto Trucioli.it ad essere abbastanza inviso alla folta ‘congregazione’ di ‘giurati’. Si dice che le notizie non interessano ai lettori. Sarà così, non dubitiamo, ma siamo dei volontari e non aspiriamo ad avere pubblicità e relativi sponsor. Va di moda dare un incidente stradale anche se per piccole ferite, un infortunio, un arresto, notizie di spaccate e furti, dare conto dei comunicati stampa del Palazzo o di associazioni di categorie, riprendere dichiarazioni, spesso logoroiche e prolisse, del politico di turno.
Così non si sarà disturba la ‘fratellanza’ che sa riconoscere chi sono gli amici, oltre agli amici degli amici. Non parliamo di chi fa informazione ed è a sua volta un ‘fratello’, pochi casi peraltro nel nostro ponente.

A Belfagor sia permesso citare il buon esempio del veterano dei massoni savonesi (appartiene al Goi l’obbedienza con oltre 20 mila iscritti ma che da tempo è travolta da spaccatura, vertenze in tribunali, scissioni, votazioni su votazioni) L’avvocato Lorenzo (Renzo Brunetti) che il primo ottobre scorso ha coronato i suoi 94 anni di vita. Non possono mancare gli auguri di ad multos annos della modesta ‘famiglia’ di Trucioli.it. Vedi l’intervista concessa a Luciano Corrado il 27 aprile 2008
Domanda a Brunetti che è stato assessore comunale a Savona e che non ha mai tradito il Partito Repubblicano di La Malfa: “Lei è stato il “giudice” massonico che ha condannato e cacciato Licio Gelli, sul quale sono stati scritti libri, fiumi di inchiostro, c’è ancora qualcosa di inedito sul personaggio e che non è mai stato scritto?
Risposta: “Molte sono state le considerazioni che definirei improprie. Non perché Gelli non abbia commesso ciò che si è letto, per fortuna lo abbiamo accertato anche al nostro interno. Di fronte alle “mani sul paese“, ad un fenomeno sociale che bisognava chiamare col suo vero nome, avremmo dovuto trarre conclusioni più immediate. Dovevamo essere più pronti…”.

Per concludere questo sintetico e parziale rissunto, utile ricordare che negli anni del ‘terremoto giudirizio di Teardo, presidente della Regione e del suo clan, Il Secolo XIX, con articoli di Luciano Corrado, aveva pubblicato 193 nomi di massoni delle logge del Goi (Palazzo Giustiniani) e Piazza del Gesù. E ancora le dichiarazione della loggia a cui aderiva il galantuomo notaio, ancora in vita, Enzo Motta.
UN ELENCO CHE NON VUOLA ADDITTARE COME FECCIA QUANTI RISULTANO CON NOMI E COGNOMI. SI TRATTA DI 184 ‘FRATELLI’, ALCUNI NON PIU’ IN VITA, ALTRI IN SONNO, OVVERO HANNO ABBANDONATO LA ‘LOGGIA E I SUOI RITIA’ MA IL GIURAMENTO DI ‘SEGRETEZZA’ RIMANE A VITA.