Caro direttore di Trucioli.it, leggo spesso che qualcuno viene insignito del titolo di Cavaliere.
Complimenti, ci mancherebbe. Ma senza cavallo, diciamolo, il titolo sembra un pó zoppo.
Perché allora non pensare a una piccola tassa simbolica per i neo-cavalieri, qualche euro all’anno da destinare a un fondo speciale per… “dare la biada a un cavallo”?
Almeno il titolo avrebbe anche la sua parte concreta.
Un saluto cordiale.
Un lettore ironico
LA RISPOSTA-
La sua proposta fa sorridere, ma il titolo di Cavaliere resta motivo di legittima soddisfazione per chi lo riceve: è un riconoscimento al lavoro, all’impegno, alla serietà.
Chi non l’ha ricevuto può ironizzare, con quella punta d’invidia che ricorda la favola di Esopo: la volpe, incapace di raggiungere i grappoli d’uva, preferì definirli acerbi.
Così accade anche con le onorificenze: chi le ottiene se le gode, chi non le ha si consola con una battuta.
Come la volpe e l’uva, chi non arriva al traguardo si consola con l’ironia.
Ma chi è Cavaliere ha grappoli d’uva maturi da assaporare (ma con moderazione).