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Liguria e Basso Piemonte

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Loano: Il Consiglio di Stato condanna Comune e Iliad Italia s.p.a. In causa 28 cittadini contrari a impianto di telefonia di una stazione radio base


Il dispositivo della sentenza del Consiglio di Stato del 18 settembre 2025: “Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta), definitivamente pronunciando sul ricorso in appello”

“Come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l’effetto, in riforma della sentenza di primo grado e decidendo sul merito del ricorso
introduttivo del giudizio, accoglie tale ricorso e, per l’effetto, annulla i provvedimenti impugnati nei sensi e nei limiti indicati in motivazione. Condanna il Comune di Loano e Iliad Italia s.p.a., in solido, a rifondere agli appellanti – creditori in solido – le spese di lite del doppio grado di giudizio che liquida in euro
6.000,00, oltre accessori di legge. Compensa le spese di lite tra gli appellanti e le altre parti del giudizio.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’Autorità amministrativa. Così deciso in Roma nella camera di consiglio con
l’intervento dei magistrati: Hadrian Simonetti, Presidente; Dario Simeoli, Consigliere; Giordano Lamberti, Consigliere; Lorenzo Cordi’ Consigliere; Estensore Thomas Mathà, Consigliere……

Sul ricorso numero di registro generale 6469 del 2025, proposto da:
Federica Angaramo, Mara Angelini, Elena Burastero, Silvia Burastero, Giuseppe Cappelli, Valentina Chiavazza, Ermigio De Mori, Nella Dutto, Roberto Favali, Margherita Franzetti, Rosa Maria Lo Verso, Giorgio Mulassano, Marco Pasquasio, Francesco Piccardo, Sandra Piccardo, Flavio Regis, Elio Remotti, Adriano Speranza, Ivo
Soro, Domenico Tumelero, Giovanna Viganò, Giovanni Viglietti, Marco Pietro, Codazzi, Rinuccia Chiesa, Simon Veronica Arabela, Aloi Gianfranco, tutti rappresentati e difesi dagli avvocati Daniela Anselmi e Alessio Anselmi.

Contro il Comune di Loano, in persona del Sindaco pro tempore, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Liguria – A.r.p.a.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, Regione Liguria, in persona del Presidente pro tempore, Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, in persona del legale rappresentante pro tempore, Enac – Direzione Territoriale Nord Ovest, in persona del legale rappresentante pro tempore, Provincia di Savona, in persona del legale rappresentante pro tempore, non costituiti in giudizio; nei confronti Iliad Italia s.p.a., rappresentata e difesa dall’avvocato Pasquale Morra, per la riforma:
della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Liguria (Sezione Seconda), del 13 giugno 2025 n. 683.

Gli appellanti hanno impugnato la sentenza n. 683/2025, con la
quale il T.A.R. per la Liguria ha dichiarato inammissibile il ricorso da loro proposto avverso: i) tutti gli atti relativi al progetto per l’installazione di una stazione radio base nel Comune di Loano, presso la porzione di terreno identificato catastalmente…. ii) di tutti gli atti della conferenza dei servizi decisoria relativa all’istanza di autorizzazione per l’installazione di impianto radioelettrico a servizio della rete di telefonia Iliad Italia s.p.a. e, specificatamente, la determina dirigenziale conclusiva di
detta conferenza ….. il parere A.r.p.a.l….. la nota
A.r.p.a.l. del 14293 del 15.05.2024, la comunicazione Settore Difesa del Suolo della Regione Liguria….del 23.09.2024, la nota della Regione Liguria – Settore
Difesa del Suolo …. del 20.09.2024, la nota del 07.08.2024 di indizione di conferenza dei servizi, la nota dell’ENAC – ANO 16.07.2024, …. la nota del Comune di Loano di trasmissione della determinazione conclusiva della
conferenza di servizi, la nota del Comune di Loanodel 07.08.2024; iii) tutti gli atti presupposti, conseguenti, collegati o comunque connessi. Gli appellanti hanno
chiesto anche di risarcire loro i danni subiti e subendi.

Si tratta di cittadini di via Montello e Via Fornaci. Sul prossimo numero, se non veniamo anticipati da IVG.it, giornale più letto dai loanesi, daremo conto di chi è la proprietà dove era previsto l’impianto. Potrebbe essere una piccola sorpresa o forse leggeremo sulle prolifiche pagine facebook del sindaco o di Vaccarezza o ancora da GB. Cepollina.

LEGGI LA SENTENZA E LA MOTIVAZIONE…..

NOTA DI TRUCIOLI.IT – Anche in questo caso, come già accaduto a Boissano nel 2023, il Consiglio di Stato è intervenuto per correggere una decisione del TAR Liguria, che aveva erroneamente escluso l’ammissibilità dei ricorsi presentati da cittadini. Si tratta di persone costrette ad agire legalmente non solo contro grandi multinazionali, ma persino contro la propria amministrazione comunale: quella che, per principio, dovrebbe essere la prima a tutelarli.

Cittadini che, quindi, si rivolgono al tribunale amministrativo della propria regione senza ottenere giustizia, e che solo con tenacia, assumendosi rischi personali e proseguendo il percorso legale, fino al Consiglio di Stato, riescono infine a far valere i propri diritti.
Una situazione che invita a riflettere sul significato e sugli effetti concreti del decentramento amministrativo: cambiamenti nati con l’intento di avvicinare le istituzioni ai cittadini, per rendere l’azione pubblica più efficiente e partecipata. Eppure, in casi come questo, si assiste al paradosso in cui l’ente più prossimo al cittadino, il Comune, si schiera, di fatto, con le multinazionali; quello regionale respinge i ricorsi; mentre l’ente nazionale “più lontano”, si dimostra l’unico davvero vicino alle esigenze dei cittadini.
Si è puntato molto, negli anni, su riforme normative per “avvicinare” le amministrazioni alla cittadinanza, trascurando però altri aspetti fondamentali che le sole regole non possono gestire. In nome della semplificazione e dell’efficienza, è stato, ad esempio, abolito il CORECO, l’organo regionale di controllo sugli atti amministrativi, e il segretario comunale, da funzionario statale dipendente dal Prefetto, è stato trasformato in un dipendente legato direttamente al sindaco.
Riforme che hanno davvero portato le istituzioni più vicine al cittadino, o che hanno aumentato il rischio di derive amministrative? Gli enti di livello superiore erano un freno o una garanzia? In buona o cattiva fede gli errori possono accadere, ma sarebbe auspicabile che venissero prevenuti o corretti rapidamente e “da vicino”, senza che i cittadini siano costretti ad attendere anni e rivolgersi a Roma per ottenere giustizia.
Questo quadro critico per i cittadini è stato evidenziato anche nell’annuale riunione del Coordinamento nazionale dei Difensori civici regionali. Come si evince dall’articolo https://www.coordifesacivicaitalia.it/?p=1972 , l’incontro ha infatti posto l’accento sull’importanza di rafforzare il ruolo della difesa civica nel tutelare i cittadini nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.

 


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